Matías Vecino Falero;

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Matías Vecino, Inter

"Tías, io lo so che non s..." Ma non iniziare così, fagli capire che gli stai per parlare di qualcosa di importante. Ti rimproverò la tua coscienza. Eri in un momento di crisi assoluta.

"Tías, devo dirti una cosa." Ma non con un viso così tirato, sembra che devi annunciare la morte di qualcuno. Provasti allora ad accennare un sorriso e ti sistemasti i capelli in modo ordinato così da sembrare un po' più carina, anche se quella sera ti saresti impegnata a farti bella, almeno un po'.

"Non so come dirglielo, devo strutturarlo nella mia testa." Tanto poi te lo dimentichi. Sbuffasti sconsolata, assottigliando gli occhi. Eri tentata di cambiare idea. Chi ti obbligava a farlo? Nessuno, saresti potuta rimanere la sua amica senza alcun problema e soffocare il tuo amore.

"È vero, cazzo. Poi diventerò così rossa da far schifo. Quasi quasi non lo faccio." Devi! La tua coscienza aveva ragione. Era giusto nei confronti di te stessa, perché eri stanca di limitarti nelle relazioni con i ragazzi perchè 'Se Matías'. Il 'Se Matías' non sarebbe più esistito se finalmente ti saresti dichiarata. Lui ti avrebbe dato una riposta, probabilmente negativa, e tu avresti cercato di superarla. Sarebbe stato difficile, era vero, ma vivere quella situazione era diventato un peso enorme.

"Devo, è vero. Quindi, come inizio?" Tanto a qualunque cosa penserai, quando ti troverai davanti a lui, te la sarai dimenticata. Era alquanto probabile. Il tuo cuore avrebbe battuto così forte da non farti sentire i pensieri che sarebbero circolati nella tua mentre incasinata.

"È vero, deve parlare il mio cuore." Scelta giusta. Cosa senti quando stai con lui? Automaticamente sorridesti alla tua figura riflessa allo specchio. Volevi vedere come apparivi, stavi facendo le prove, e per ora la situazione era grave. Fissasti i tuoi occhi verdi riflessi, ripensando a un po' di momenti passati insieme. Tu e Tías vi conoscevate da quasi due anni e tu ne eri perdutamente innamorata. Lui fino a sei mesi prima aveva una ragazza, per questo prima l'idea di dichiarati non ti aveva neppure sfiorato. Non volevi interferire nella sua relazione, sebbene lei non ti piacesse, come d'altronde a lei non andavi a genio te. Non eri dispiaciuta quando il tuo amico ti aveva detto che si era lasciati, anzi eri felice per lui. Lei non si meritava un ragazzo così buono, si approfittava solo dei soldi. A te invece dei suoi soldi non te ne fregava proprio nulla, perché lavoravi come responsabile del settore marketing della Fiorentina, squadra nella quale lui giocava. Eravate arrivati insieme, tu avevi trovato un nuovo lavoro e lui veniva da una stagione ad Empoli.

Ti aveva sempre vista come una sorellina più piccola e anche per questo fattore non ti eri mai sbilanciata con lui. Eri sempre rimasta nel tuo, non ci avevi mai provato e sapevi quale sarebbe stata la sua riposta. Tanto valeva provarci, però. Era stato Federico, l'unico della tua età con cui avevi stretto un buon legame, a convincerti. Aveva elencato tutti i tuoi pregi, ti aveva detto che eri bellissima e che quindi sarebbe stato uno scemo a dire di no. Tu per un attimo ci avevi creduto, ma eri subito tornata con i piedi per terra.

"Magari fosse così, Fede." Gli avevi riposto prima di arrivare in stanza, quel pomeriggio.

"Cosa sento quando penso a Tías? Sinceramente non credo neanche che si possa spiegare a parole. È un sentimento così personale che non so se riuscirò a spiegarglielo. Ma almeno ci proverò. Proverò a spiegargli cosa provo mentre mi abbraccia, mentre mi accarezza i capelli ricci, mentre molto semplicemente mi guarda, mentre ride, mentre mi sorride, mentre fa i gesti più semplici. È normale, almeno penso, che quando si è innamorati si vede con occhi sognanti tutto quel che lui fa, sembra chissà cosa, anche se è un gesto molto semplice e spontaneo. L'amore rende ciechi ed è vero, pensandoci non mi viene in mente nessun difetto, o forse tutte le cose positive sovrastano quelle negative. Non credo che mi innamorerò mai più come mi sono innamorata di Tías, perché mi sembra impossibile provare queste cose con altre persone. Perché è lui, è tutto merito suo se a me batte in cuore all'impazzata quando mi è vicino o quando mi sfiora il viso. Tutto questo amore mi rende felice, al settimo cielo, perché è così bello provare queste sensazioni quando gli sto vicino. Ma poi mi piomba addosso tutta la realtà, e quindi lo so quali saranno le conseguenze, dopo avergli dedicato un monologo. Lui mi dirà che per lui sono un'amica, è questa la fregatura dell'amore. Se tutti ricambiassero i sentimenti, sarebbe tutto più facile. Invece questo non accade quasi mai e a me va bene così." Le parole uscivano dalla tua bocca automaticamente, non avevi fatto nessun particolare ragionamento a riguardo. Quello era un decimo di tutto quel che volevi dire, ma il flusso si era interrotto. Durante il tuo discorso saresti potuto apparire come una pazza, camminavi per la stanza, mettevi le mani nei capelli e gesticolavi. Quando finisti ti fermasti, ti sedesti sulla poltrona e prendesti a fissare un punto fisso davanti a te. La porta era socchiusa e potevi in parte vedere Matías, fermo immobile, senza parole, che ti fissava con gli occhi sbarrati. Aveva sentito tutto.

Non avevi idea di cosa fare, dire, come risolvere la situazione. Ti morsicasti il labbro, per sforzarti di dire qualcosa mentre vi guardavate negli occhi. Lui scostò la porta, senza distogliere lo sguardo, entrò e la chiuse. Vi si appoggiò, mettendo le mani dietro la schiena.

"Nena..." Mormorò, avvicinandosi a te. Tu ti alzasti in piedi, raggiungendolo. Non avresti mai voluto far succedere quello.

"Non dovevi saperlo così." Scuotesti il capo, portando le mani sul viso. La tensione e l'imbarazzo erano papabili, come non lo erano mai stati. Era più il tempo passato a guardavi negli occhi, che le parole che avevate speso per chiarire.

"Io..." Iniziò, ma lo interrompesti. Forse non avevi il coraggio di sentirtelo dire. Eri una grandissima codarda.

"Non c'è bisogno che tu dica nulla. Solo, mi spiace." Affermasti e poi ti mordesti la lingua per l'ansia. Lui abbassò per poco lo sguardo, per poi rialzarlo, fare ancora un passo verso di te e prenderti le mani tra le sue. Se possibile, il tuoi battiti aumentarono ancor di più.

"Perché sei così convinta che il mio sia un no?" Domandò, corrucciando la fronte.

"Tías, tu sei cinque anni più grande di me, puoi avere una donna fatta e finita, non una ragazza che non riesce nemmeno a dirti apertamente quel che pensa e si fa mille complessi. Puoi rimorchiare quando vuoi, chi vuoi, avere il numero di qualunque modella ti piaccia. Sei un calciatore, è normale, non ti biasimo. Poi lo sai che io sono una che osserva tanto, me ne sarei accorta se ci fosse stato qualcosa di diver..." Non ti lasciò il tempo di finire e lo apprezzasti parecchio, perché ad interromperti erano state le sue labbra. Ti baciò con impeto, perché stava ascoltando troppe cazzate. Le sue mani afferrarono con forza i tuoi fianchi e ti avvicinarono, fino a far combaciare i vostri corpi. Tu, tremante, gli accarezzavi la schiena. Tutto quello che provavi, si era amplificato.

"Tu sei la donna che mi sono reso conto di volere al mio fianco da tre mesi a questa parte, nena." Dichiarò, affondando una mano nella tua chioma vaporosa. Non sapevi che dire e allora decidesti di fare la cosa che entrambi volevate di più in quel momento. Baciarvi ancora.

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Dedicato a SoFiAVII

Spero ti piaccia!

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