Mattia De Sciglio;

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Mattia De Sciglio, Milan 

Ti piaceva l'estate, eccome. Adoravi il mare, la spiaggia, le nottate passate tra amici a chiacchierare, i drink, la musica, l'abbronzatura e il poter tornare nella tua terra natale. Prima di questo però, eri costretta dai tuoi, giustamente, a svolgere un piccolo lavoro estivo per guadagnare qualcosa da mettere da parte, dato che loro ti pagavano gli studi. L'anno successivo sarebbe stato il quinto per te, il che significava maturità. Dopodiché neppure tu sapevi cosa fare, per ora ti limitavi a racimolare del denaro. 

Era un giorno intorno alla metà di giugno, faceva molto caldo a Rimini e come al solito tu e la tua collega lavoravate insieme a Marco, dietro al bancone. L'unica cosa che ti dava fastidio era dover svolgere il tuo mestiere in shorts e con la parte sopra del costume, ma non perché ti vergognassi del tuo fisico, bensì non ti facevano sentire a tuo agio le occhiaie di certi ragazzi verso il tuo seno, non era abbandonate, ma portavi una terza e questo era abbastanza per beccarli a fissarti insistentemente. Di certo però, non ti facevi mettere i piedi in testa e se serviva rispondevi acida alle occhiatine, oppure i clienti inapropriati li gestiva Marco, lasciando a te e Joana quelli più coscienti e maturi.

La coda alta legata in una treccia disordinata dondolava intorno a te a causa dei tuoi movimenti. Sentisti un fischio, ma non ci facesti caso, fino a che questo non diventò più insistente. Decidesti allora di voltarti e tra il caos individuasti un gruppetto di ragazzi che riconoscesti subito come giocatori del Milan, la tua squadra del cuore, e qualcuno dell'Atalanta. Tu amavi il calcio e seguivi la Serie A e La Liga assiduamente. Tra tutti, Mattia De Sciglio era colui che ti stava fischiando, probabilmente perché volevano ordinare da bere. Ti avvicinasti di un solo passo.

"Non sono il tuo cane, coglione." Sorridesti prendendo un bicchiere per fare un Rum Cola. Un ululato generale tipico dei maschi senza cervello si alzò dal gruppetto. 

"Come ti scaldi." Ti prese in giro il difensore, ridacchiando. Tu non rispondesti, porgendo il drink alla ragazza rossa seduta a pochi posti da loro. Sentivi lo sguardo di tutti e sette su di te e questa cosa non ti piaceva per nulla. 

"Quindi possiamo ordinare da bere?" Ti chiese nuovamente. Tu prima di voltarti facesti un sospiro e poi ti dedicasti alla loro ordinazione.

"Scusa per prima, non volevo essere scortese." Ti disse con un sorriso. Avresti voluto scoppiargli a ridere in faccia, perché era evidente che fosse tutta una messa in scena solo per riuscire a farmi imbarazzare e poi avere il mio numero. Era però fin troppo evidente il fatto che i suoi amici non stessero chiacchierando per davvero, ma erano ben attenti sulla vostra conversazione.

"Se questa è una scommessa con i tuoi amici per avere il mio numero hai perso in partenza." Scuotesti la testa, e questa volta eri tu a ridacchiare.

"Mh, però. Sai con chi stai parlando? Sono il terzino più forte di tutti." Disse con aria superiore.

"Per favore non dire cazzate. C'è qui Conti che è di gran lunga più bravo di te. Nessun terzino ha fatto più gol di lui nei cinque campionati europei." I sette ragazzi ti guardarono con gli occhi spalancati.

"Non vi spaventate, vi conosco tutti. Tu sei Manuel Locatelli, centrocampista del Milan che ci ha fatto vincere la partita di andata con la Juve, tu sei Davide Calabria, terzino del Milan che in questa stagione ha avuto 20 infortuni, tu invece sei Gigio, il predestinato con un procuratore di merda. Tu invece giochi nell'Atalanta e sei Andrea Conti, grandissimo terzino a parer mio e anche tu Mattia Caldara, bravo difensore, futuro della nazionale. Tu invece sei Leonardo Spinazzola, centrocampista e giochi nell'Atalanta. Tu infine, sei colui che gioca nelle giovanili della mia squadra da quando ha sei anni. Vedete, vi conosco molto bene ma se fate i coglioni vi tratto da tali." Parlasti, mentre versavi nei bicchieri quel che desideravano da bere. Li ordinasse poi in fila, uno di fianco a l'altro. Tutti ti guardavano stupefatti, come se non avessero mai visto nessuna ragazza parlare di calcio prima. Poi Caldara ti tese la mano, con un'espressione soddisfatta e tu gliela stringesti.

"Matti è troppo in gamba, a lei non freghi il numero." Disse poi Locatelli, facendoti sentire fiera di te stessa. Era vero, non eri scema.

"Allora avevo ragione che era una scommessa." Ridesti, prima di voltarti per preparare una granita al limone, chiesta da un ragazzo. 

"Sei sveglia, di solito le altre ci cascano.. Che squadra tifi?" Disse poi Davide, con un sorrisetto simpatico sul volto. Lo avresti voluto prendere a sberle perché si era tagliato i ricciolini.

"Milan." Sorridesti, ricevendo versi di acclamazione dai milanisti del gruppo. Ti ringraziarono e tornano all'ombrellone, mentre dentro tu eri euforica perché avevi appena incontrato dei calciatori che ti piacevano molto.

La giornata di lavoro era trascorsa e tu eri appoggiata al bancone a chiacchierare con Joana, mentre Marco serviva dei ragazzi. Quello era l'orario dove la gente aveva finito l'aperitivo e andava a preparasi per la cena, quindi c'erano poche persone al bancone, intente a sorseggiare il loro drink.

"Ma quei ragazzi chi erano? Inizialmente avevo l'impressione che stessi per prenderli a sberle uno a uno." La tua collega ti conosceva bene.

"Effettivamente stavo per farlo, ma alla fine erano simpatici." Sorridesti scuotendo la testa.

"Soprattuto io." Una voce alle tue spalle ti fece girare, mentre Joana si inventò qualcosa da fare, ma stava attenta ad osservarvi con la coda dell'occhio. Come lei conosceva te, te conoscevi lei. Mattia De Sciglio era di nuovo seduto al bancone, sullo stesso sgabello di prima e con una faccia che tu avresti volentieri definito "da sberle". Ti avvicinasti.

"Quale motivo porta il terzino più forte di tutti di nuovo qui?" Chiedesti, riprendendo le sue precedenti parole. 

"Una bellissima ragazza." Ti sorrise. Lo ringraziasti, senza apparire colpita, anche se ricevere dei complimenti da colui che di solito vedevi in televisione faceva strano.

"Parlavo della tua collega." Lo squadrasti per la battuta stupida che aveva appena fatto.

"Lo avevo capito dall'inizio che eri un coglione." Stringesti la treccia, mentre continuava a guardarti.

"Non ti sarai offesa.." Ridacchiò seguendo i tuoi movimenti. Lo vedesti inumidirsi le labbra mentre ti squadrava da capo a piedi e le tue guance, anche se poco, si colorarono di rosso.

"Perché mi dovrei offendere? Neanche ti conosco." Borbottasti contrariata nel vedere Mattia così convinto di sé stesso.

"Ma ci conosceremo." Rispose prontamente, mentre tu ti appoggiasti di nuovo al bancone, incuriosita da quella frase.

"E come? Tra dieci minuti il mio turno è finito." Alzasti le spalle.

"Bene, il destino è dalla nostra parte. Stasera esci con me." Rispose solamente, in modo sicuro e diretto.

"Io ero rimasta a quando queste cose si chiedevano e non si imponevano." Replicasti allora, non volendo dargliela vinta subito.

"Allora, bellissima ragazza, ti va di uscire con me?" Ti chiese dunque, sfoderando il suo miglior sorriso.

"Non sai neppure il mio nome." Sorridesti a tua volta, scuotendo la testa divertita.

"Motivo in più per uscire insieme." Fece spallucce, intento a convincerti.

"Mh, va bene dai. Alle 21.30 all'incrocio prima dell'inizio del lungo mare. Puntuale. Se scopro che è una scommessa mi incazzo e non sono tanto bella quando lo faccio." Lo avvisasti, fissandolo intensamente.

"Invece secondo me saresti ancor più bella." Lui ti fece l'occhiolino e se ne andò. Sarebbe stata una bella serata, pensasti.

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Spero ti piaccia!

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