Jorge Luiz Frello Filho;

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Jorginho, Napoli

Osservasti dal terrazzo di casa tua il bellissimo panorama. La tua Napoli era sempre meravigliosa. Te ne innamoravi ogni giorno di più, la tua terra per te era sacra. Finisti la sigaretta, mentre un timido sole di marzo ti scaldava e ti faceva pensare che eravate piuttosto vicini alla primavera, la tua stagione preferita. Tornasti a trafficare con il tuo pc, mettendo in ordine le varie cartelle e le varie foto dei nuovi book dei clienti. Essere una fotografa era meraviglioso per te che amavi tanto l'arte. Spesso perdevi pomeriggi interi in giro a scattare foto, lavoro permettendo. Anche se uno dei tuoi soggetti preferiti era il tuo fidanzato. Aveva un sorriso così bello che non era possibile riuscire a resistergli. Era un vero idiota e portava nella vostra vita sempre gioia e felicità e non vi annoiavate mai. Da tre anni a quella parte vivevate insieme e non ti eri mai annoiata, non stava mai fermo e aveva sempre idee nuove per trascorrere il vostro poco tempo libero. Ne eri innamorata da impazzire. Inizialmente gli davi ripetizioni di italiano appena era arrivato a Napoli, vi eravate conosciuti in un bar ed eravate diventati subito amici, quindi tu all'epoca ti proponesti di aiutarlo, avendo vissuto un anno in Brasile.

Guardasti il cellulare nella speranza di vedere un suo messaggio. Nulla. Avevi il magone, il nodo in gola da quella mattina alle 11. Lui se ne era andato, molto nervoso, dopo che tu avevi voluto affrontare un discorso con tutta la pacatezza che avevi. La sera prima eravate stati a cena con alcuni suoi compagni e le compagne, amavate passare del tempo insieme ogni tanto, erano delle belle serate. Tra una chiacchiera e l'altra era saltato fuori l'argomento figli, ma Jorge non aveva aperto bocca sulla faccenda. Non ne avevate mai parlato, qualche parola ogni tanto buttata lì per caso, ma mai seriamente. Ma tu avevi voglia di diventare madre, avevi voglia di avere una piccola peste con il sorriso di lui e magari con i tuoi occhi che sarebbe girata per casa a fare casino, un bimbo che non vi avrebbe fatto dormire la notte, una creatura che avreste guardato con gli occhi colmi di amore. Però lui quella sera ti era sembrato così scostante all'argomento che non sapevi come approcciare la situazione. Quindi avevi provato in modo molto calmo.

"Hai presente il discorso di ieri?" Chiedesti sedendoti sul divano, mentre lui era stravaccato sulla poltrona con il telecomando in mano.

"Quale?" Replicò corrucciando la fronte, probabilmente facendo un rewind della serata del giorno prima.

"Quello dei bambini." Continuasti sicura, vedendolo subito irrigidirsi su quella poltrona. Le sue dita si muovevano ritmicamente sul divano, mentre biascicava un verso di conferma.

"Mhmh."

"Ecco, Jor, non sarebbe bello? Avere un bambino?" Sorridesti facendo dei cerchi sulla stoffa del divano. Era un discorso che ti intimidiva, soprattutto perché non avevi idea di quello che ne pensava lui. Per te sarebbe stata la cosa più bella del mondo.

"Pff, no." Rispose con non calanche, come se gli avessi chiesto di andare a fare una passeggiata. Mordesti il labbro in difficoltà.

"Non ti piacerebbe?" Ritentasti. 

"Ho detto di no." Ripetè, alzando il tono della voce di modo da farti intendere che voleva chiudere il discorso. Ma le tue intenzioni non eravamo assolutamente quelle.

"E perché?" Domandasti, sistemando la montatura degli occhiali sul tuo naso a punta.

"Dio come sei pesante... Ho detto di no, non voglio figli ora!" Disse ancora più deciso, voltando il viso verso di te e guardandoti con lo sguardo di chi non ne poteva più.

"Beh dato che sono la tua fidanzata vorrei capire cosa ti frena di questa cosa!" Allargasti le braccia, alzando le spalle. Volevi scoppiare a piangere perché l'uomo che amavi non aveva neppure la minima intenzione di allargare la famiglia. Ti sembrava così strano. Te lo immaginavi a fare lo sciocco con vostro figlio, continuando a farlo giocare senza stancarsi mai.

"Non mi frena un cazzo, solo che non ne voglio. E ora basta, non mi stressare." Si alzò e non ti lasciò neppure il tempo di chiedergli e realizzare, così immersa nei pensieri che ti avevano suscitato tutte le sue parole. Era già fuori di casa.

Tu ci eri davvero rimasta male, non pensavi avrebbe mai reagito così. A te sembrava una bellissima idea, insomma dopo tre anni di relazione era giusto pensarci, se ci si amava davvero. Non volevi mettergli fretta, ma lui non si era comportato correttamente avendo quella reazione. Di certo non eravate obbligati ad averlo subito un figlio, solo il suo esitare nemmeno per un attimo ti aveva fatto crescere un nodo in gola tanto che poi eri dovuta scoppiare a piangere per sfogarti.

La porta si aprì di scatto, facendoti sussultare. Dal terrazzo non potevi vedere, ma da tutto il baccano che stava facendo, era sicuramente lui. Non volevi andare a vedere perché non avevi ancora voglia di parlargli. Non sapevi come affrontare tutto quello, perché quella non era una semplice litigata per una cazzata, era una litigata perché vedevate il vostro futuro in modo diverso. Nonostante il tuo intento, lui uscì in terrazzo, sedendosi sulla sedia di fianco alla tua.Tu non lo guardasti, finché lui non attirò la tua attenzione.

"Amore." Ti chiamò, facendoti voltare il viso verso di lui. Era inutile fare la scontrosa, avrebbe solo peggiorato la situazione tesa che c'era.

"Dimmi." Dicesti soltanto, congiungendo la mano con la sua, che ti cercava da sotto il tavolo.

"Scusami." Sospirò abbassando il viso. Tu gli accarezzasti la guancia e gli desti un bacio a stampo.

"Jor, io non voglio averlo ora un figlio, è un'idea, per il futuro. Se tu non ti senti pronto posso aspettare. Solo che sembri proprio contrario a questa idea e io..." Iniziasti a parlare sinceramente, era così che si risolvevano queste faccende.

"Aspetta. Hai presente prima quando mi hai chiesto il perché?" Ti interruppe, guardandoti negli occhi.

"Si."

"Io, io non so fare il padre. Non ho mai avuto un papà, non so cosa debba fare. Cos'è che si fa di solito? Cosa gli devo insegnare? Non so nulla." Rivelò con un'espressione afflitta. Il cuore ti si strinse e immediatamente ti sedesti in braccio a lui e lo stringesti forte a te, baciandogli la guancia. Lui puntò le dita nella tua pelle, per tenerti più vicina. Prendesti il suo mento tra le mani, baciandolo ancora.

"Amore non ti devi preoccupare. Nessuno sa come bisogna fare. I gesti ti verranno con l'amore che proverai per lui. Questo non è un problema, io so che tu sarai un padre fantastico." Lo rassicurasti annuendo continuamente, per convincerlo di quello che stavi dicendo. Lui sorrise lievemente e sbuffò, scrollando il capo.

"Ti amo amore." Disse dopo aver sbuffato.

"Io anche. Ti prego non farti venire queste paranoie." Dicesti dolcemente, sorridendogli, per poi baciarvi di nuovo. Lui sarebbe stato il papà più bravo del mondo.

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Dedicato a saschola_

Spero ti piaccia!

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