Radja Nainggolan;

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Radja Nainggolan, Roma

Lo avevi trovato nella tua stanza e non capivi neppure come ci era finito. In quel momento non volevi vederlo perchè ti aveva fatto troppo male. Dopo tutto anche tu avevi le te colpe. Ti eri fidata di una persona che parlava molto, ma che non i fatti non dimostrava nulla. Vi eravate conosciuti alla festa di compleanno di Salah, un grande amico di te e tuo fratello, il quale giocava nella Roma insieme a entrambi. Lui era nuovo e a te sembrava rispecchiare tutte le caratteristiche degne di un cattivo ragazzo. Invece più tardi scopristi che era sposato.

Al vostro terzo incontro finiste a letto insieme e da lì iniziò un rapporto di solo piacere, privo di ogni sentimento. Almeno per le prima volte, perché dopo un mese, durante il quale vi incontraste molte volte, capisti di provare qualcosa. Volevi dirglielo, ma quando eri pronta a farlo scopristi dell'esistenza di sua moglie, Claudia. Inutile dire che eri furiosa e la volta successiva glielo facesti capire, chiudendo i rapporti.

Lui però sapeva farci con le parole e ti aveva abbindolato, portandoti sino a perdonarlo e tornare a frequentarvi perché si stava lasciando ed era un periodo complicato. Eri stata così stupida da innamorartene senza rendertene conto e glielo rivelasti durante la vostra ultima litigata. Avevi scoperto che non era vero che erano in crisi. Sostanzialmente il vostro rapporto era basato su delle bugie.

"Va bene, non ci stiamo lasciando cazzo! Ma qual è il problema, è solo divertimento."

"No cazzo, non è solo divertimento. Io mi sono innamorata di te."

A quel punto scappasti via da Trigoria, non volendo più sentire nulla perché ti eri messa a piangere e odiavi mostrarti vulnerabile agli occhi degli altri.
Sentivi che ora che era lì con te, nella stessa stanza, sarebbe accaduto di nuovo. Radja ti rendeva così insicura, ma lo stesso tempo di sentivi protetta da tutti quando stavi con lui.

"Che fai qui?" Chiedesti guardandolo attentamente.

"Devo parlarti." Rispose. Lo guardasti con un'espressione ovvia e lo incitasti.

"Parla prima che cambi idea." Lo avvisasti slegando i capelli dalla coda alta, che tirava troppo e ti faceva venire mal di testa.

"Sono state due settimane interminabili." Disse guardandoti negli occhi, con le mani in tasca.

"Scontato." Lo fulminasti. Aveva utilizzato una frase troppo banale.

"Ascoltami e non mi interrompere." Tuonò lui, corrucciando il volto e serrando le labbra in uno sguardo duro.

"Sei venuto qui per parlarmi e credi ancora di potermi comandare?" Domandasti, incrociando le braccia sotto il seno, furiosa per il tono che stava utilizzando con te. Era dalla parte del torto e continuava ad essere arrogante, come al solito.

"Per favore, mi potresti far parlare?" Provò allora più calmo, capendo che continuando in quel modo non sarebbe andato da nessuna parte, anzi mancava poco che avresti perso le staffe e lo avresti trascinato alla porta di casa.

"Se non dici cazzate, parla." Lo avvisasti continuando a guardarlo negli occhi, mentendo tre metri di distanza.

"Lo so bene che sei incazzata piccola." Iniziò il suo discorso passando una mano tra i capelli, cercando di trovare le parole giuste per esprimere quel che voleva dirti.

"Non mi chiamo così." Ruggisti riducendo gli occhi a due fessure.

"Mio dio quanto cazzo sei pesante." Sbottò alzando le mani al cielo e roteando gli occhi.

"Ma sei venuto qui per parlare? Dal tuo atteggiamento non si direbbe per niente. Quella che si dovrebbe rivolgere così all'altro sono io!" Ti rivolgesti a lui allo stesso modo, avvicinandoti e puntandogli un dito sul petto. Lui ne approfittò e ti prese i polsi e ti fece sbattere sul suo petto, avendoti più vicino a sè. Non provasti a spostarti perché sapevi che non ci saresti riuscita, tuttavia non cedesti trovandolo così vicino, ma sostenesti il suo sguardo.

"Scusami, il fatto è che sono in difficoltà." Ricominciò.

"Non pensavo che ti avrei mai sentito dire una cosa del genere." Commentasti scontrosa.

"Non essere così nervosa." Ti avvisò alzando un sopracciglio.

"Vuoi andare diritto al punto? Stai tergiversando da dieci minuti Radja." Affermasti allora, dato che quelle parole non avevano portato a una soluzione o più semplicemente a qualcosa di sensato.

"La voglio lasciare." Disse fissandoti diritta negli occhi. Tu eri colpita, ma non lo desti a vedere, dato che non volevi dargli alcune certezza e alcuna soddisfazione, siccome lui non ne aveva date a te.

"L'hai fatto?" Domandasti alzando le sopracciglia.

"Ancora no." Sussurrò, scuotendo il capo.

"Allora secondo quale criterio dovrei crederti?" Chiedesti di nuovo, allontanando leggermente la testa dal suo viso.

"Questa volta sul serio, sei importante." Scrollò i tuoi polsi, circondati dalle sue mani tatuate. Amavi i suoi tatuaggi, lo rendevano tanto attraente ai tuoi occhi.

"Sei ancora innamorata di me?" Quella domanda te la aveva posta apposta per destabilizzarti. Lui avvicinò nuovamente il viso al tuo, cancellando la distanza creata da te precedentemente.

"Che domande sono? Sarei una bambina a dirti di no." Rispondesti sospirando, togliendoti lo sguardo minaccioso per la prima vola durante la discussione.

"Allora prova a perdonarmi." Tentò di convincerti lui, passando una mano sulla tua guancia, provando a cogliere il momento di debolezza.

"Radja non è così facile. Tu mi hai preso in giro. Io non sapevo fossi sposato e quando l'ho scoperto, mi hai mentito di nuovo. Intanto io sono stata così cretina da innamorarmi e queste due settimane sono state interminabili per quanto sono stata male. Per questo non voglio aver più nulla a che fare con te, non voglio soffrire di nuovo, non me la sento e non mi va." Confessasti mordendoti il labbro. Vedesti i suoi occhi cadere proprio lì e allora la smettesti.

"Non voglio più farti stare male." Cercò di convincerti.

"Infatti non te lo permetterò." Replicasti chiudendo gli occhi per qualche secondo.

"Dammi la possibilità di dimostrarti che ora anche io provo qualcosa per te." Soffiò troppo vicino alle tue labbra.

"Provi qualcosa per me?" Il tuo viso si illuminò, ormai il tuo autocontrollo, dettato dalla parte razionale di te, era stato sostituito dalle emozioni che ti provocavano le sue parole.

"Si piccola. Mi piace il tuo carattere, quando mi rispondi male, quando mi tieni testa, quando mi stuzzichi e quando mi sorridi. Ci ho pensato in questi gironi e la mia storia con Claudia non ha più senso." Dichiarò. Tu rimanesti in silenzio, respirando pesantemente. La sua vicinanza era destabilizzante.

"Mi hai illuso troppo." Mormorasti stringendo forte gli occhi per mandare via le lacrime. Non volevi piangere davanti a lui.

"Piccola ti giuro che non ti illuderò più." Sussurrò al tuo orecchio, stringendoti forte a sé.

"Come faccio a fidarmi se il nostro rapporto è basato su delle bugie?" Ti attaccasti a lui stringenti intorno al suo corpo con tutta la forza, perché nonostante tutto di era mancato moltissimo e i tuoi sentimenti per lui non erano cambiati.

"Perché anche io ti amo." Sentisti. A quel punto la parte razionale scomparve completamente, lasciando spazio soltanto al tuo cuore.

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Dedicato a avesvaleeh

Spero ti piaccia cara!❤

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