Capitolo 74✔

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Sofia
Ore 18:00
Siamo in aereo da più di tre ore.
Siamo partiti nel primo pomeriggio, intorno alle 14:55 , e Federico non appena ha preso posto sul suo sedile, si è lasciato andare 'nella braccia di Morfeo'.

Io purtroppo non sono riuscita a prendere sonno, nella mia testa riecheggiava costantemente la voce di Renato e quando chiudevo gli occhi mi sembrava di rileggere quel messaggio. Sentivo un macigno nella bocca dello stomaco e l'aria mancarmi. Attacco di ansia? Forse,ma io direi sensi di colpa.

Per calmare questi 'attacchi', sono stata tutto il viaggio appicciata a Federico cercando un po' di sicurezza e tranquillità, cose che ho trovato subito dopo quando mi ha avvolto tra le sue braccia.

Ma adesso che siamo giunti al termine del viaggio, tutto mi sembra ritornare. Stesse sensazioni, stessi malumori, niente è cambiato. Un cosa che mi tranquillizza, in parte, è che il nostro arrivo sarà a Milano e che ancora ho tempo per gestire tutto questo.

L'hostess, che per l'ennesima volta ripete il tragitto avanti e indietro lungo la corsia, si sofferma accanto a me per avvertirmi di svegliare il mio ragazzo a causa dell'atterraggio.
"Si, certo. Grazie"- borbotto.

L'hostess mi rivolge uno sguardo sorridente e si allontana da noi.

Sposto con delicatezza il braccio di Federico, dal mio fianco e mi allontano da lui.
"Fe? Siamo arrivati. Alzati"- sussurro.
Si agita su quel sedile per poi dire sottovoce qualcosa di incomprensibile.
"Federico, su"- dico scuotendolo.
A quelle leggere scosse, Federico apre del tutto gli occhi e guarda fisso nei miei.
"Che modi sono?"- si lamenta.
"Non ti svegliavi"- sussurro dispiaciuta.
Federico sbuffa e stroppia per bene i suoi occhi.
"Quindi siamo arrivati?"- borbotta.
Annuisco e slaccio la mia cintura. Federico fa la stessa cosa. Federico si alza e scende giù, nella corsia. Mi alzo anch'io da mio sedile e mi posiziono accanto a lui. Prendo le nostre valigie e le metto accanto a noi.

"Hai dormito anche tu?"- sussurra al mio orecchio, poiché è dietro di me. Scuoto la testa.
"Come mai?"- borbotta
"Non avevo sonno"- mento.

La discussione sembra finire la. Ci concentriamo sulla fila che sembra non muoversi più di tanto ma dopo un po' riusciamo lasciare l'aereo. Ci aspettano una serie di controlli all'interno dell'aeroporto, controlli che facciamo e in seguito ci dirigiamo agli arrivi dove Federico mi ha detto che ci saranno Benjamin e un loro amico.

"Non riesco a vederlo"- si lamenta, facendo scorre il suo sguardo nel flusso di gente.
"Io si"- indico la figura del mio migliore amico, tra la gente.
Federico guarda verso la mia direzione e una volta focalizzato Benjamin, si incammina verso di lui.

"Eccolo"- Federico esclama sorridente, abbracciando Benjamin
"Ciao Fe"- Benjamin sussurra contro la spalla del suo amico.
Gli è mancato, gli è mancato così tanto anche se è passato così poco tempo.
Federico si allontana da Benjamin e poi saluta Federic con lo stesso entusiasmo.
"Che c'è? Non mi saluti più?"
La voce di Benjamin mi fa tornare in me e subito dopo mi getto tra le sue braccia.
"Benjamin, mi sei mancato"- dico
"Anche tu, tesoro"
Benjamin prende le distanze da me, dando la possibilità a Federic di presentarsi.
"Quindi tu saresti la famosissima Sofia?"- accenna un sorriso dolce. Annuisco imbarazzata e subito dopo Federic mi avvolge tra le sue braccia.
All'inizio stento rimanendo sbalordita dal suo gesto ma poi ricambio l'abbraccio.
"Io sono Federic."- borbotta -"Federico mi ha parlato molto di te"- continua.

Appena slacciamo il nostro abbraccio,cerco un contatto visivo con Federico il quale però tiene la testa bassa.

"Abbiamo poco tempo"- Benjamin interrompe il mio flusso di pensieri-"quindi andiamo"- dice incamminandosi verso l'uscita.

Federic segue Benjamin e nel tragitto iniziano a parlare, io e Federico rimaniamo a pochi passi dietro.

"Stai bene?"- sussurro
"Si...certo"- tentenna.
Prende il suo cellulare dalla tasca dei jeans e si concentra sullo schermo. Io non tolgo gli occhi da su di lui. Perché è così freddo nei miei confronti?

Un altro attacco di ansia prende il sopravvento ma riesco a gestirlo. Stringo la presa nella valigia che tirando con me e faccio dei respiri più profondi.
Purtroppo tutto ciò non passa inosservato a Federico e appena sento i miei respiri spezzare il silenzio, si volta verso di me.

"Che c'è? Stai male?"
Il suo tono di voce è evidentemente preoccupato.
"No" - rispondo a monosillabi.
Grazie al cielo, Federico si limita a quella domanda e torna a guardare il suo cellulare.

'Non sto bene'
*****

Spero vi sia piaciuto 🌹

You & I || Federico RossiWhere stories live. Discover now