Capitolo 22✔

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Sofia
16:30
Poggio il borsone davanti il portone di casa e aspetto lì mio papà, il quale non lascia il telefono per un secondo.

"Papà andiamo"-urlo per l'ennesima volta.
"Si, un secondo"

Scende le scale velocemente, inizia ad indossare orologio e cose varie continuando la sua discussione al telefono.

"Papà è tardi!"- replico
"Si un secondo"

Irritata mi avvicino a lui, strappo il telefono dalle sue mani e termino la chiamata.

"Non mi importa chi era. Ti chiamerà in un secondo momento. Ora mi vuoi portare a scuola?"- sbraito come una pazza, indicando la porta.

"Era la segretaria. Sei la fotocopia di tuo fratello." - borbotta per poi prendere le chiavi e il telefono dalle mie mani e uscire di casa.

Saliamo in macchina in religioso silenzio che continua anche per tutto il tragitto.
Spero che papà non si sia arrabbiato per la mia reazione tragica. È stata una conseguenza di un mix di ansia, rabbia e tristezza.
*****
Poco dopo arriviamo davanti scuola. Il parcheggio è tutto pieno questo mi fa intuire che la palestra sia stracolma di persone e questo mi fa solamente venire ancora più ansia.
Lascio tutto tra le mani di mio papà e io mi dirigo con un passo spedito all'interno delle mura.

L'intera palestra già è piena di famigliari e amici.
Papà si unisce a loro ma prima mi lascia il borsone.
"In bocca al lupo tesoro"
Gli sorrido dolcemente e entro negli spogliatoi.

Siamo tutti per i fatti nostri e non è per nulla una novità. Siamo sempre così prima di qualsiasi partita.
Ognuno nel suo fino al fischio, li si diventa un'unica cosa.

Prendo dal borsone le cose necessarie e le posiziono in modo di non perdere tempo nel trovarle.
Tra le cose mi capita il telefono tra le mani così d'istinto scrivo un messaggio, messaggio che invio a Renato. L'ho sempre fatto, prima di ogni partita.
<< Sapessi qui che aria si respira. Tutti proviamo cose differenti. Mix di emozioni.Io sono solamente triste. Mi avvolge e mi distrugge. Una delle motivazioni è che tu non ci sei. Sono certa che sarebbe stato diverso con te, ora. Questa giornata sarebbe stata diversa.>>

"Sofia poggia il telefono. Ragazze in campo."- urla la prof, aprendo di scatto la porta.

Tutti in fila usciamo dai e ci prepariamoci

"Merda Merda Merda!"-diciamo unendo tutte le mani.

Il fiscio dell'arbitro ci avverte dell'inizio della partita.

C'è la possiamo fare..
C'è la dobbiamo fare!
*******
Siamo sotto di un punto
Il fischio dell'arbitro ci avverte della pausa.
Ci sediamo tutte nelle panchine attorno al campo e cerchiamo in qualche modo di riprendere fiato.
Alzo lo sguardo sulle gradinate per guardare papà e lo vedo parlare con qualcuno. Non riesco a focalizzare questa persona. Maledetta miopia.

Un'ulteriore fischio dà il via alla partita.
Tutti ci mettiamo in posizione.

La palla non mi sfiora ma riusciamo comunque a fare un punto.
Io e mie compagne esultiamo ma appena torno al mio posto, ecco che riesco a vedere la persona con cui parlava papà.
Renato.

Non ho tempo di concentrarmi e realizzare che lui davvero sia qui, così torno sulla partita.

Facciamo un serie di passaggi..
Ultimi minuti..
Manca solo un punto.
Questione di attimi...
Francesca guarda me e annuisco.
Francesca tira a Martina e dopo la una schiacciata la palla finisce per terra e il punto è nostro!

You & I || Federico RossiWhere stories live. Discover now