Capitolo 46✔

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Sofia
Credo che siano le due del mattino o forse più tardi.

Le vie silenziose e deserte della città danno un'aria drammatica alla situazione che però viene alleggerita da Martino il quale non smette di ridere a causa dell'alcol. Io, tra i due, probabilmente sono la più sobria e non è per nulla una buona cosa.

La voce di Federico mi rimbomba in testa senza sosta, lasciando della fitte nel cuore che si trasformano in continue lacrime che tento di nascondere a Martino.

Ho sbagliato, non dovevo andare da Martino, non dovevo parlare con Michele, non dovevo cedere, non dovevo permettere ai miei ricordi di riaffiorare.
In una serata ho un fatto una serie di errori, uno dopo l'altro e non me li perdono.

"Siamo arrivati."- Martino si appoggia ad un muretto.

Sospiro e alzo la testa per assicurarmi che fosse casa mia.

"Si, vieni con me. Dobbiamo entrare da dietro"
Prendo il suo braccio e lo appoggio sulla mia spalla per poi aiutarlo a camminare verso il dietro della casa.

"Ora giochiamo?"- ride portando la testa indietro.
"Come vuoi giocare Marti?"- fatico a parlare, il peso del suo corpo è tutto su di me.
"Non lo so"-mette il labbruccio.
"Ora appena saliamo su, ne parliamo ok?"- sussurro.

Ecco che finalmente raggiungiamo le scale che portano in camera mia.

"Allora Martino, piano piano ora saliamo le scale in completo silenzio"- lo guardo dritto negli occhi.
Lui annuisce e con l'indice fa cenno di stare in silenzio.

Prendo un respiro profondo,afferro la mano di Marti e insieme saliamo il primo scalino con successo, anche il secondo, al terzo accelero il passo ma Martino si ferma.

"Non correre altrimenti ti sbocco sulle scarpe"- porta la sua mano sulla pancia.
"Non ti permettere"- lo sgrido -" Stiamo arrivando Martino, dai"- sussurro.

Lui annuisce e porta la mano sulla bocca

Piano piano saliamo anche gli ultimi scalini e finalmente raggiungiamo la meta. Lascio sempre la porta scorrevole semiaperta quando devo fare delle bravate del genere quindi facilmente apro la porta e porto Martino sul mio letto.

"Dormo qui?"- ride.
"Vuoi andare a casa conciato così?"- rido ironicamente.
"No. Intendevo dormiamo nel letto insieme?"- passa la sua mano nervosamente tra i suoi capelli.
"Se vuoi dormo sul divano e ti lascio tutto il letto."- inizio a togliere le scarpe.
"No, altrimenti domani mattina con la testa lucida sentirei i sensi di colpa"- si distende sul letto.

Sorrido dolcemente alle sue parole.

"Vuoi che avviso qualcuno?"- chiedo mettendo al posto il paio di scarpe.
"No"- guarda fisso il soffitto-" Ci siamo lasciati"- continua.

I suoi occhi si riempirono in un men che non si dica, di tristezza come se i suoi ricordi stessero riaffiorando uno per uno.
Socchiude gli occhi per poi secondi mentre le lacrime  iniziarono a rigare velocemente il suo viso, una dopo l'altra.

"Hey"- sussurro avvicinandomi a lui.
Si gira a guardarmi -:"Scusami"
Appoggio la mia mano sulla sua guancia e piano piano asciugo le sue lacrime.
"Non scusarti. Passerà vedrai"

Rimane a fissarmi per qualche secondo prima di annuire lentamente. Gli sorrido dolcemente e avvolge tra le mie braccia.

"Perché mi parli? Perché continui a rivolgermi la parola?"- mi chiede con la voce spezzata.
"Marti eri e sei molto importante per me. Non mi importa se sei suo amico, sei in primis mio amico ed è più importante"

You & I || Federico RossiWhere stories live. Discover now