Capitolo 21✔

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Sofia
Sono sveglia ma non riesco a spostare le coperte da su di me ed alzarmi dal mio caldo letto.
Mi giro e rigiro senza tregua ma la posizione giusta per ritornare a dormire non si trova.

Ad un tratto sento dei passi.
Cosi,d'istinto, chiudo gli occhi facendo finta di dormire. La porta si apre piano piano e i passi sono sempre più vicini. Dopodiché qualcuno si siede sul letto, toglie le pantofole e si distende accanto a me.
Sospiro e mi giro aprendo gli occhi.

"Non voglio alzarmi"- borbotto.
Lui guarda il soffitto sorridendo.
"Neanch'io volevo alzarmi, ma la mamma mi ha tirato un ciabatta"
Mi porta la mano sulla bocca per nascondere la mia risata e a quel gesto, mio fratello si volta di scatto.

Torno immediatamente seria.

"Buon compleanno piccina!"- prende la mia mano e la intreccia con la sua.
Tiro un sospiro e gli sorrido.

Rimaniamo per qualche minuto a fissare il soffitto con le mani intrecciate e i pensieri altrove ma le urla di mamma rompono quella tranquillità

"È tardi. Alzatevi"- urla dal piano di sotto.

Sospiro e mi metto seduta.

"Che ora sono?"- borbotto
"Le 7:35"

Sbuffo e mollo la sua presa.

"Mi lasci?"- piagnucola mettendosi in seduto anche lui.
"Dobbiamo andare" - indico la porta
Riprende la mia mano, ancora una volta la intreccia con la sua e insieme ci alziamo dal letto.

Piano piano scendiamo la rampa di scale e appena arriviamo in salone, vedo mamma e papà davanti la porta di casa.

"Il caffè è pronto. Il latte è caldo. Io vado"- dice di fretta per poi mettere la sua borsa in spalla.

Si avvicina a me a mio fratello, stampa ad entrambi un veloce bacio sulla fronte e prima di andare urla in consono con papà :"Tanti auguri piccola

La porta si chiude e rimaniamo soli.

"Meglio dell'anno scorso.."- commento ritornando su per prepararmi.
Mio fratello sospira e mi segue per poi dividerci.
Io in camera da letto, lui in bagno per poi fare cambio.
***
Metto la mano sulla maniglia della porta che da alla palestra e prendendo un respiro profondo, la apro.

Le mie compagne sono sedute sulle panchine, la professoressa è insieme ad un'altra classe.

Poggio il borsone davanti la porta dello spogliatoio e mi dirigo dalle mie compagne.

"Tutto bene?"- interrompo.
Molte si girano e annuisco, altre indicano la prof.
"Tra meno di cinque ore noi abbiamo una partita è lei sta facendo lezione con quelli di prima."- urla una delle mie compagne per poi alzarsi.
Si avvicina a me e stampa un piccolo bacio sulla guancia.
"Buon compleanno"

Dopodiché esce dalla palestra.
Le altre restano a guardare.

Ad un tratto il mio telefono vibra nella mia tasca destra, così lo prendo...

<< Da Salvo
Tanti auguri amica!!
Mi manchi così tanto, così troppo.
Ti voglio bene,sempre>>

Rileggo altre volte e le lacrime cadono dai miei occhi.
Non è da lui scrivere messaggi che superano le due parole ne essere così dolci.
Poso il cellulare e asciugo le lacrime.
Faccio qualche passo indietro per poi recuperare il borsone e entrare negli spogliatoi.

Mi appoggio al muro e fisso un punto nel nulla.
Federico,Benjamin,Renato, Corinne...nessuno mi ha scritto. In qualche modo si sono dimenticati del mio compleanno.

Successe una cosa del genere anche l'anno scorso.
Michele aveva dimenticato il mio compleanno e no non aveva architettato nessuna sorpresa, si era seriamente dimenticato il mio compleanno. Il compleanno della sua ragazza. Credo che ho versato più lacrime quel giorno che tutta la mia vita.
Quando mi ritrovai a fine giornata in camera mia, dopo la festa dell'anno della mia migliore amica in onore del mio compleanno, mi sono ripromessa che non avrei mai più pianto per una cosa del genere nonostante io sia una con la lacrima facile.
Mi ero ripromessa che non importa il soggetto, poteva riessere Michele a dimenticare il mio compleanno, ma nessuno poteva avere la capacità di rovinare un giorno così importante.

Eppure ora che mi ritrovo di nuovo in questa situazione, vorrei solamente piangermi addosso.
Non avrei mai pensato che loro, le persone più importanti per me, lo potessero dimenticare.
****
14:10
Siamo riusciti a fare lezione in vista della partita e sono riuscita a sopravvivere alle ore successive di scuola.

Ora sto tornando a casa.
Oggi sono purtroppo a piedi, mio fratello aveva cose così importanti da fare che a quanto pare sua sorella non era delle cose.
Per coscienza, casa non è lontana e in poco tempo raggiungo casa mia.

Inserisco le chiavi nella serratura e entro in casa.
Sento dei mormorii dalla cucina, così capisco che la famiglia è riunita.

"Sono a casa"- urlo.
Tolgo il giubbotto e lo poggio accanto al mobile in salone.

La testa di mia mamma sbuca dalla cucina e con un sorriso mi fa cenno di venire con lei.

"Ho preparato i tortellini e un enorme torta alle carote" - indica le pietanze.

Annuisco e aiuto mamma a mettere la tavola.

"Allora, a scuola? Tutto bene?"- mio padre fa, come da copione, le sue solite domande alle quali io rispondo:
"Si papà, tutto bene. Sono stanca"

La conversazione termina e tutti insieme ci mettiamo a tavola.

In religioso silenzio pranziamo mentre mia madre tenta in qualche modo di capire dai miei occhi come sto. Lo fa da sempre.

Terminiamo il primo e poco dopo mamma mette a tavola il dolce sul quale posizione le candeline.

"Esprimi il desiderio"- sussurra mio fratello.
Non ho mai creduto che i desideri,che esprimi mentre soffi le candeline, si avverino.
Semplicemente perché è un po' come chiedere troppo è il tuo compleanno, un  giorno dedicato tutto a te, dove tu sei al centro dell'attenzione, non puoi pretendere che anche un tuo desiderio si realizzi.

Forse sono fin troppo pessimista oggi.

Chiudo piano piano gli occhi,incitata da mio fratello, ed esprimo questo fantomatico pensiero.
Soffio sulle candeline e mio papà non perde tempo a scattare una foto.

Mi rimetto seduta, aspettando mia mamma che taglia la torta, e poggio sul tavolo il mio telefono.
Niente notifiche.
Nessun messaggio.
*******
Hei
Ventunesimo capitolo
Spero vi è piaciuto🙈

You & I || Federico RossiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora