Capitolo 60

231 8 0
                                    

Sofia
"La ringrazio"- una volta pagato, scendo dal taxi e mi avvicino all'entrata di casa mia.
Inserisco le chiavi nella serratura e lentamente metto piede dentro casa.
Tolgo le scarpe all'ingresso e lascio lo zaino giallo sul comò, dopodiché in punta di piedi tolgo il giubbino

"Oh mio dio eccoti, dove sei stata?"-urla scendendo le scale velocemente.
Subito gli tappo la bocca con la mia mano destra e lo guardo fisso negli occhi.
"Non urlare idiota"- lo sgrido tenendo la voce bassa.
Leva la mia mano dal suo viso e successivamente esclama-"Sanno tutto."
Sgrano gli occhi e mi porto la mano sul petto.
I miei battiti stanno accelerando.
"Cosa cazzo faccio?"- porto le mani in alto.
"Inizia con entrare in cucina, ti aspettano"-mi fa cenno con la testa di seguirlo in cucina.

Lui molto tranquilla entra in cucina, urlando-"La fuggitiva è a casa."
Dal muro che divide l'entrata dalla cucina, spunto io con un umore del tutto diverso di quello di mio fratello.

"Finalmente"-dice mio padre.
"Tesoro come stai? Dove sei stata?"-dice mia madre accarezzandomi la testa.
"Mamma è tutto okay"-dico.

Mi giro verso mio padre che con lo sguardo mi vuole uccidere .

"Siediti"-mi indica la sedia

"Ti rendi conto che ci siamo sentiti male?"-abbasso la testa-:"Tornare a casa dopo settimane e non trovare la propria figlia lì, è stato un colpo. Dacci una buona spiegazione, non la passerai liscia"-mi fa cenno con la mano di parlare .

"Ieri,io e Federico siamo tornati insieme. Lui mi aveva scongiurato di non andare, volevo che rimanessi a dormire ma a me non è importato. Sono corsa da lui."

Il volto dei miei è indescrivibile.
Mia madre ha una mano sulla bocca quasi amareggiata ma allo stesso tempo felice, mio padre ha lo sguardo fisso su di me. Non fiata. Non si muove. Mi squadra solamente.

"Era giusto parlarcene."- mio padre dice serio.
"Mi dispiace, lo so"- abbasso la testa.

Mia madre allunga il suo braccio destro sul tavolo e apre la sua mano. Io poggio la mia sulla sua e gliela stringo.

"Siete tornati insieme?"- alza un sopracciglio sorridendo.
"Si"- mi imbarazzo.

Mamma mi accarezza il dorso della mano e annuisce sorridendo.

"Sei una ragazza responsabile ma soprattutto sei una ragazza innamorata. Non dico che non sono arrabbiata con te ma non voglio darti alcuna punizione. So che sei dispiaciuta ma alla tua età è giusto fare delle pazzie per amore"- annuisce per poi farmi cenno di salire su.

Sospiro e una volta passato il dramma, tranquillamente mi dirigo su. Ma appena metto piede fuori dalla cucina, ricordo di questo pomeriggio.

"Posso andare al mare questo pomeriggio?"- borbotto
"Con Corinne?"- mio papà chiede
"Si"
"Vai pure"- mia madre mi tranquillizza

"Thanks you mum"- dico a mó di inglesina.

Salgo la rampa di scale e raggiungo la mia camera.
Apro la porta della mia camera e un odore di gelsomino mi invade le narici.

È passata mamma da qui.

Mi siedo sul letto sistemato e osservo quella maglietta posta sul mio cuscino.
È di Federico? Che ci fa qui?

La guardo attentamente, cercando di ricordare..
Si, è la maglietta che mi ha prestato quando ho dormito insieme a lui in hotel.

Sorrido a quel ricordo e annuso la maglietta. 
Sa ancora di lui.

La prendo e la poggio sul mio petto, chiudendo successivamente gli occhi.

Ti sento qui con me Fè!
*****
La sua suoneria del mio telefono rimbomba in tutta la stanza e appena apro gli occhi, capisco di essermi addormentata.
Afferro il cellulare dal comó e rispondo senza badare al nome scritto sul display.
*inizio chiamata*
Io:"Pronto?"
Corinne:"Mi vuoi venire ad aprire la porta?"
Io:"Mh"

La mia amica continua a parlare ma io non gli do retta. Lascio il telefono sul letto, e con qualche sbadiglio, vado ad aprire il portone.

"Non dirmi che dormivi"-alza gli occhi al cielo .
"Va bene non te lo dico"-faccio le spallucce. 

La lascio sulla soglia della porta e mi incammino in cucina. Alzo gli occhi sull'orologio appeso alla parete e rimango allibita vedendo l'orario.

"Sisi sono 2:00"-entra Corinne.
"Ho dormito un sacco"- mi gratto la nuca.

La mia amica ride ed io cerco nel frattempo qualcosa da bere in frigo.Mamma ha fatto,inoltre, anche la spesa.

"Favorisci?"-indico il succo .
"Si grazie"-dice. 

Prendo un bicchiere di plastica e le verso un po di succo.

"Allora chi siamo?"-dico sedendomi sullo sgabello.
"Io,tu,Leo,Renato e Salvo"
"Leonardo?"- chiedo sorpresa
"Sapevo che ti avrebbe fatto piacere"

Leo è fin troppo importante per me.
Annuisco consapevole e tiro il bicchiere nella pattumiera.

"Saliamo e cerchiamo un costume"- le faccio cenno di seguirmi. Salgo le scale che portano al piano superiore e entriamo insieme in camera mia.

"ho due costumi dentro quel cassetto"- indico il primo del comò posto alla destra della porta-" quello nero e quello celeste. Li hai presente?"

La mia amica alza un sopracciglio confusa ma dopo aver fatto mente locale annuisce

"Si, decisamente meglio quello nero"- dice diretta.
"Perché?"- lo tiro fuori.
"ti valorizza quel fisico da urlo che ti ritrovi"- mi siede sul mio letto.
Roteo gli occhi e le faccio cenno di stare zitta. Sa cosa penso riguardo al mio fisico e sa che non crederò mai a delle affermazioni del genere.

"Maglietta M,uomo. Perché hai una maglietta di Federico?"- mi chiede cambiando discorso.
"Me la diede la sera in cui ho dormito con lui"- il mio tono di voce involontariamente cambia.
"Sei follemente innamorata di lui"- mi fa l'occhiolino.

Arrossisco leggermente e indosso il mio costume.

"Passami quella maglietta"-le ordino mentre le smanetta il suo cellulare.
Senza distogliere lo sguardo, mi lancia la maglia la quale arriva dritta sul mio viso.
"Ahia"- urlo.
La mia amica se ne frega totalmente del mio dolore continua a scrivere i suoi lunghi messaggi poetici a Benjamin.

Indosso la maglia e mi posiziono di fronte a lei.
"Ti piaccio?"
"Beh amica sei figa anche con il sacco di patate del tuo ragazzo"- indica la maglietta larga di Federico.
"Hey non offendere la maglietta"- socchiudo gli occhi e offesa mi volto verso lo specchio appeso alla parete.

"Vieni qui, mostriamo questa bellezza al tuo ragazzo"- mi affianca e con un colpo di fianco si fa spazio nel riflesso dello specchio-"Dii cheese"
"Cheese"- ripeto.

La foto immortala il momento e con un semplice click su un icona blu, arriva tra le mani dei nostri fidanzati.

"Potevamo fare di meglio"- commento la foto.
"Non offendere la nostra bellezza"- mi sgrida alzando il suo indice.

Automaticamente scoppia a ridere e la spintono leggermente-:"Andiamo dai, idiota"

******
Heiii
Spero vi sia piaciuto🙈

You & I || Federico RossiWhere stories live. Discover now