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Entrammo nella prima stanza vuota che trovammo e subito ci chiusi la porta alle spalle, dando un giro alla chiave già inserita nella toppa. Non feci in tempo a girarmi verso Sebastian che sentii le sue mani sui miei fianchi e le sue labbra umide e calde sulla pelle del mio collo. Con un braccio mi avvolse la vita mentre con l'altro mi incitò a piegare il collo da un lato, scostandomi anche i capelli, in modo da avere più pelle da poter baciare. Con la lingua tracciò una linea dalla base del mio collo al mio orecchio e nel contempo fece strisciare il suo labbro inferiore sulla pelle umida, che scivolò sensualmente facendomi mancare l'aria per qualche secondo. A quel gesto sentii il basso ventre prendere fuoco e mi lasciai scappare un piccolo ansito, mentre quella pressione così frustrante ma allo stesso tempo eccitante non dava segno di diminuire. Lentamente la mano che mi stringeva la vita salì, scorrendo fino all'altezza del mio stomaco, appoggiandovisi sopra a palmo aperto, e quella con cui mi teneva i capelli lontani dal viso scese, ricoprendo prima il lato del mio seno, scendendo poi velocemente dal mio fianco alla mia pancia. Mentre aveva iniziato a succhiare la pelle del mio collo con insistenza, alternando anche qualche morso, le sue dita una ad una si fecero spazio al di sotto dell'elastico dei miei jeans, infilandovisi all'interno, e mano a mano che si avvicinava alla mia parte più intima sentivo il fiato venire meno e il cuore battere forte. Non appena la sua mano mi ricoprì interamente sentii un brivido risalirmi la schiena e istintivamente premetti il bacino sul suo, facendolo gemere sommessamente sul mio collo. A quel suono sentii un fortissimo calore invadermi il ventre e le gambe tremare, improvvisamente instabili. Premette la mano sulla mia intimità, incitandomi a scontrarmi ancora con la sua, e così feci, iniziando a sentire il suo membro indurirsi mano a mano che scontravamo i nostri bacini. L'aria era talmente calda e carica che mi sembrava di non riuscire a respirare e avrei voluto fermarmi a prendere fiato, ma le sensazioni che mi stava facendo provare Sebastian erano talmente forti che ebbero la meglio sul mio bisogno d'ossigeno e lasciai che continuasse a darmi piacere. Fino a quel momento nessuno mi aveva mai toccata in quel modo, nemmeno Federico, nonostante fossimo stati insieme un anno. Sebastian lo faceva con una maestria e una scioltezza di cui, se fossi stata minimamente in grado di formulare un pensiero coerente sulla cosa, sarei sicuramente stata infastidita, perché ciò significava che l'avesse fatto molte altre volte prima che con me e soprattutto con molte altre persone. Ma ciò in quel momento non contava, sentivo un tale bisogno di contatto fisico che i miei pensieri furono del tutto offuscati dal rumore del suo respiro accelerato e dei gemiti che gli rubavo scontrando sempre più insistentemente il bacino sul suo, e che sentivo vibrargli nel petto. Estrasse la mano dai miei jeans e mi fece girare verso di lui, iniziando ad armeggiare poi con il bottone per slacciarli. Una volta riuscitoci provò a farli scorrere lungo le mie gambe, ma a metà coscia si bloccarono e lo sentii imprecare sommessamente a causa dell'intoppo. Appoggiai le mani sulle sue, che con foga tiravano il tessuto verso il basso, e quando lui posò gli occhi su di me, capendo che avrei fatto da sola, le tolse, iniziando intanto, mentre io mi toglievo i jeans, a togliersi la camicia. Cercando di farlo con più delicatezza possibile, nonostante la voglia si trapparmi di dosso i vestiti e saltare addosso a Sebastian, mi sfilai felpa e t-shirt in una volta sola, restando solo con l'intimo a coprirmi. Nel frattempo anche il ragazzo aveva terminato di spogliarsi e rimasto in boxer aveva già lo sguardo puntato sul mio corpo, mentre si mordeva il labbro. Gli occhi liquidi traboccavano di desiderio, nella penombra della stanza, illuminata solo dalla sottile luce che proveniva dall'esterno, riuscivo a notarli. E come lui mi presi anch'io un secondo per osservare il suo corpo. Passai lo sguardo dalle sue gambe lunghe ai suoi fianchi stretti, alla v disegnata nel suo basso ventre, che spuntava dai boxer, risalendo poi fino al torce liscio e tonico, passando anche ad osservare le sue larghe spalle. Era così invitante. Non diedi spazio ai pensieri, niente paranoie, niente ragionamenti inutili, non avrei avuto ripensamenti. Era quello il momento giusto e mi buttai senza attendere un attimo. Era lì, era lui. Alzò gli occhi nei miei e ci guardammo per giusto un secondo, prima di ricadere nella passione del nostro amore. Un amore così giovane e bruciante, intenso ed amplificato in ogni suo aspetto, fisico ed emotivo. Era più di sola attrazione fisica, più dell'eccitazione del momento. C'era quell'alchimia, quella chimica che ci legava, quell'esplosione di emozioni e sentimenti ogni volta che i nostri sguardi si incontravano. E consumavamo il nostro amore in quel modo. Baciandoci, toccandoci, avvinghiati. Buttavamo benzina sul nostro fuoco, e bruciavamo, bruciavamo senza sosta, consumati da noi stessi e dai nostri sentimenti, dando tutto ciò che di più personale e segreto avevamo. Allacciai le braccia al suo collo e strusciai il petto sul suo, mentre le sue mani lente lavoravano per levarmi gli slip, l'ultima barriera che mi divideva da lui. Li fece scivolare lungo le mie gambe e arrivati alle caviglie li scansai con i piedi. A quel punto sentii le sue mani posarsi a coppa sotto il mio sedere e stringerlo fra le dita, facendomi rilasciare un sospiro profondo sulle sue labbra. Lentamente iniziammo a indietreggiare, fino ad arrivare al letto. Mi fece sedere e successivamente stendere, non staccando mai le labbra dalle mie, mettendosi poi a cavalcioni su di me. Appoggiò l'avambraccio accanto al mio viso, reggendosi sul materasso per non darmi peso, e con la mano libera mi incitò a divaricare le gambe, stringendo poi possessivamente la coscia destra, con la quale circondai successivamente il suo bacino. Sentii tutta la sua lunghezza dura sulla mia intimità, coperta solo dal leggero cotone dei boxer, e quella sensazione frustrante di pressione farsi sempre più intensa fra le mie gambe, che stava diventando insostenibile. Ancora con le braccia attorno al suo collo feci presa su di esso per alzare il bacino, andando in contro al suo, e non appena lo sentii liberare un potente gemito direttamente dalla sua gola non esitai a replicare quell'azione, con sempre più decisione nei movimenti. La cosa che più desideravo in quel momento era provare a farlo sentire come lui stava facendo sentire me, volevo dargli altrettanto piacere, sentirlo gemere, sentire il suo respiro affannoso. Le nostre bocche, che fino a pochi secondi prima sembrava volessero consumarsi, ora si sfioravano semplicemente in baci irregolari, che erano più dei respiri affannosi soffiati sulla bocca dell'altro. -Cazzo. - uscì dalle sue labbra, quando con più decisione scontrai il bacino sul suo. E in quel momento anche quella parolaccia mi sembrò profondamente eccitante, perché detta con un tono talmente basso e roco che mi fece rizzare i peli sulle braccia. Portai una mano al suo sedere e incapace di attendere ancora strattonai il tessuto del suo intimo via dal suo corpo, rischiano quasi di strapparlo nella foga del momento. Lui non sembrò accorgersene, al contrario mi aiutò a sfilarglieli, facendoli scendere lungo le sue gambe toniche, scansandoli poi con i piedi e facendoli finire ai piedi dei letto. Finalmente riuscii a sentirlo tutto su di me, senza più barriere, e non avevo mai provato sensazione più bella. Era come se in quel momento fosse finalmente mio a tutti gli effetti, ma dopotutto, forse lo era sempre stato. Raccattò rapidamente da terra i suoi jeans e dalla tasca di essi ne estrasse una piccola bustina di plastica, contenente probabilmente un preservativo. Non mi stupiva il fatto che ne avesse sempre alcuni con se, date le sue passate abitudini. La strappò con i denti e fece per tirarne fuori il profilattico, quando lo bloccai, appoggiando una mano sulla sua. Non so con quale coraggio gliela sfilai dalle mani ed estrassi il preservativo dalla bustina, decidendo in quel momento che avrei voluto metterglielo io. Mi guardò negli occhi e vidi uno sguardo sorpreso dominare il suo viso, gli occhi sgranati e le sopracciglia sollevate. A quanto pare non si aspettava che avrei preso quell'iniziativa e a dirla tutta nemmeno io. Mordendomi il labbro inferiore sfilai via da sotto il suo corpo, sgualcendo le coperte che comunque prima non erano in stato migliore, e mi inginocchiai davanti a lui, guardandolo fisso negli occhi. Riuscii perfettamente a vedere le reazioni che quei miei pochi e semplici gesti avevano scatenato in lui. Vidi un brivido attraversarlo tutto e la pelle d'oca cospargergli le braccia, mentre con occhi colmi di lussuria sembrava eccitato all'idea che gli mettessi io il preservativo. Impugnai delicatamente, ma al contempo con decisione, la sua erezione e mi piegai in avanti portando le labbra a sfiorare la punta del suo membro. Lasciai un primo bacio sulla punta della sua erezione e vidi i suoi occhi allargarsi, mentre seguivano i movimenti lenti e delicati delle mie labbra, che continuavano ad accarezzarlo e sfiorarlo. Sentii tutti i suoi muscoli irrigidirsi e i suoi respiri farsi sempre più affannosi e irregolari, quando passai la lingua sul piccolo forellino al culmine del membro e avvolsi completamente la punta fra le labbra. E nonostante ciò che stavo facendo, l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era quanto fosse bello, mentre con le sopracciglia corrugate si mordeva il labbro inferiore, il suo viso strabordante di piacere e i capelli neri che disordinatamente gli ricadevano sulla fronte, gli occhi che fissavano con insistenza le mie labbra lavorare su di lui, come se potesse scoppiare di piacere da un momento all'altro solo guardandomi. Mi staccai lasciandogli un ultimo bacio e appoggiai il preservativo sulla punta del suo membro duro, srotolando poi l'estremità di esso lungo tutta la sua lunghezza. Senza che nemmeno me ne rendessi conto le sue labbra erano ancorate alle mie e si muovevano in sincronia, in modo talmente intenso che sembrava volessero consumarsi. Ci stendemmo nuovamente, lui sopra di me, e una volta avermi divaricato le cosce con le mani e aver preso posizione cercò la mia apertura. Portò gli occhi nei miei, cercando consenso nelle sue azioni, e pensai di non essere mai stata tanto sicura di una cosa, quanto in quel momento. Accarezzai la sua guancia liscia, ed annuii, connettendo poi le labbra alle sue. Dopo pochi secondi sentii l'estremità del suo membro a contatto con la parte più intima di me e subito un fuoco divampare in quella zona, mano a mano che lentamente mi penetrava. Una fortissima pressione e un dolore lancinante mi fecero per un secondo venire voglia di urlare, ma non lo feci, semplicemente cercai la sua mano e quando la trovai la strinsi più forte che potevo, mentre mi mordevo il labbro, cercando di rimanere calma e rilassata. Nonostante avesse la mente annebbiata dal piacere, Sebastian sembrava avere comunque riguardo nei miei confronti e fu una cosa che apprezzai molto. Lentamente entrava ed usciva, con spinte regolari e delicate, e piano piano riuscii a adattarmi al dolore che comportavano. Dopo poco l'unica cosa che sentivo era il bruciante piacere che stava invadendo interamente il mio corpo, ed un'impagabile sensazione di pienezza ogni volta che lui entrava in me. La sua mano libera risalì dalla mia coscia al mio seno e con il pollice iniziò a stuzzicare il mio capezzolo, inducendomi a rilasciare un potentissimo gemito, mentre la mia zona lombare non mi dava pace in quanto sembrava stesse per esplodere. Gettai la testa indietro e lo lasciai lavorare sui miei seni, accarezzandoli, sfiorandoli e baciandoli, in una lenta ed eccitante tortura dei sensi. Non avevo la minima idea di quando mi avesse levato il reggiseno, né di dove fosse finito, ma non mi importava, in quel momento le sue grandi mani che giocavano con il mio corpo e le nostre intimità incastrate fra loro occupavano tutti i miei pensieri. Provavo un piacere così intenso da oscurarmi la mente. I miei pensieri erano sconnessi e senza senso, vorticavano tutti attorno alla persona che mi stava portando ad uno stato totale di euforia, mentre sentivo i suoi gemiti appena sussurrati al mio orecchio mandarmi in estasi. Ed ogni spinta mi portava più verso il limite, tutta la tensione che stavo accumulando e che avrei rilasciato in un secondo. I mie muscoli si facevano sempre più rigidi, i gemiti sempre più incontrollabili, la pressione così forte da farmi girare la testa e mancare il fiato, mentre i nostri corpi sudati si accarezzavano. Un'ultima spinta e finalmente mi lasciai andare, portata via dall'orgasmo a cui lui mi aveva condotta.

"Come aeroplanini di carta"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora