LUCA POV'
-Dobbiamo scoprire che cavolo è successo e farli riappacificare. Intanto facciamo il punto della situazione. Cosa sappiamo? - chiesi, sedendomi sul divano, stremato e dolorante. Erano passate circa due ore da quando Sebastian mi aveva preso a pugni, e da allora nessuno era più uscito dalla propria stanza, in casa non volava una mosca. Chiara era in camera con Eva, mentre Sebastian si era chiuso in camera con Christina. -Be, sappiamo che Chiara ha visto qualcosa che non doveva vedere. - disse Tom, riemergendo dalla cucina e venendomi in contro con del ghiaccio in un panno. Si sedette accanto a me e me lo mise in mano, lasciandomi poi anche una pacca sulla spalla, che ricambiai con un gesto del mento. Lo appoggiai sul labbro gonfio e subito sentii un potente bruciore irradiarsi per tutto il viso, a causa del taglio all'interno della bocca. -Devo andare a parlare con Sebastian. - dissi, togliendo per un secondo il ghiaccio dal labbro, per riuscire a parlare senza che la mia voce fosse attutita dal tessuto del panno. Tom mi guardò sbalordito. -Vuoi farti rompere anche il naso? - mi chiese il ragazzo, sgranando gli occhi e aggrottando le sopracciglia, con espressione accigliata. -No, voglio capire cosa pensa che io abbia detto a Chiara e perché ha reagito così, ma soprattutto cos'è successo. - Non mi andava giù che pensasse che l'avessi tradito, raccontando a Chiara che aveva fatto sesso con la ragazza del bar. Non l'avrei mai fatto, al massimo l'avrei incoraggiato a dirglielo lui stesso, ma di sicuro non sarei andato a spifferarlo, non solo per correttezza nei confronti del mio migliore amico, ma anche perché non era mio diritto dare un dispiacere simile a Chiara, e non avevo intenzione di prendermi la responsabilità di ciò. -Okay amico, buona fortuna allora. - disse, sospirando, guardandomi scettico. Mi alzai da divano, appoggiando il ghiaccio sul tavolino, gli lasciai una pacca sulla spalla e andai in camera di Sebastian, deciso a parlargli. Arrivato davanti alla porta feci un respiro profondo, cercando di prendere coraggio e riorganizzare i pensieri, pensando a cosa dirgli, ed entrai, trovando Christina stesa al lato destro del letto e Sebastian sul lato sinistro, steso di pancia con un cuscino premuto sulla testa. -Christina, puoi lasciarci soli? - chiesi alla ragazza, che senza fare storie si alzò e uscì dalla stanza. Sebastian, appena sentì la mia voce, o forse il letto incurvarsi sotto il peso della ragazza, mentre si alzava, alzò la testa e si mise seduto di scatto, guardandomi trucemente. -Vattene, o giuro che questa volta ti uccido. - sbottò, con una serietà spaventosa. Non scherzava, lo avrebbe fatto, ma non me ne sarei andato senza prima aver avuto una spiegazione soddisfacente, a costo di farmi prendere di nuovo a pugni. -Lasciami spiegare. Io ho parlato con Chiara... - dissi e solo dopo capii la cazzata che avevo commesso iniziando così il discorso. Se lui pensava che avessi spifferato a Chiara quello che aveva fatto la sera prima, iniziare così era stato un errore enorme, che lo avrebbe convinto ulteriormente della mia colpevolezza. Infatti lo vidi stringere i denti e serrare la mascella, chiaramente arrabbiato, ma che dico, furibondo. -Ma non è come pensi tu. Non le ho detto della bionda del bagno. Le ho detto di ammettere quello che prova per te e di venire a parlarti. - continuai, parlando velocemente, sventolando le mani davanti al petto. Assottigliò lo sguardo, ancora leggermente scettico, ma si rilassò visibilmente. Riuscii quasi a sentire le rotelle del suo cervello lavorare, mentre pensava se credermi o no. -Allora come ha fatto a sapere di lei? - chiese, passandosi una mano fra i capelli, nervoso. In quel momento riuscii solo a pensare a quanto fosse terribilmente innamorato di quella ragazza e a quanto fossi felice per lui. Mi sedetti accanto a lui, sul letto, e gli appoggiai una mano sulla spalla, sospirando. -Non lo so amico. Senti un po', facciamo così, stasera usciamo e scarichi un po' di tensione; Lascia che si calmino un po' le acque. Domani le parlerai. - dissi, cercando di rassicurarlo. Emise una risatina amara, alzando gli occhi su di me. -Non so se hai capito, ma non mi vuole più vedere. Mi ha detto chiaramente di uscire dalla sua vita, ovvero di togliermi dai coglioni. - disse, con lo sguardo di un cane bastonato. Riuscivo a vedere quanto fosse frustrato solo guardandolo negli occhi. -Troveremo un modo. - Non avrei lasciato che quel coglione si lasciasse scappare la ragazza che amava e che lo amava più di se stessa per un errore del genere. Neanche per sogno.
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"Come aeroplanini di carta"
العاطفيةUn amore sfortunato, nato in una pozza di fango, in un giorno piovoso. Un amore maturato nel tempo. Un amore nascosto, soffocato, mascherato. Un amore sfortunato, tormentato, ma infinitamente forte. E chi l'ha detto che una cosa iniziata male non p...