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CHIARA POV'

Erano passati un paio di giorni dalla rapina, che era degenerata poi in sparatoria. I medici mi facevano esami su esami, per controllare che non avessi infezioni post operatorie, e mi imbottivano di farmaci, perché non sentissi dolore, ma almeno dal punto di vista medico sembrava mi fossi rimessa a meraviglia. Il medico infatti diceva che ero stata davvero molto fortunata, e se sarebbe andata come pensava lui la ferita sarebbe guarita in un paio di settimane e avrei riacquistato abbastanza rapidamente anche la totale mobilità della spalla. Avrei solo dovuto prendere qualche farmaco per un po', una volta tornata a casa, ma nulla di più. Se dal punto di vista fisico mi ero abbastanza rimessa da quello emotivo però ero più devastata che mai. Ero letteralmente in crisi di astinenza da Sebastian, era diventato un chiodo fisso. Passavo le ore a guardare fuori dalla finestra, cercando nel cielo il colore dei suoi occhi, ma neanche quell'azzurro mi sembrava abbastanza intenso da reggere il confronto. In più Eva mi tartassava di domande, in continuazione. Avevo preso in considerazione l'idea di fingere di dormire ogni volta che stesse per arrivare, ma avevo rinunciato quando, la prima volta che ci avevo provato, non si era fatta scrupoli a svegliarmi urlandomi nelle orecchie. Giustamente voleva sapere per quale motivo fossi tornata insieme a Federico e soprattutto perché tenessi alla larga Sebastian, il problema era che, se le avessi detto il vero motivo, mi avrebbe persuasa a raccontare tutto a Sebastian o peggio, lo avrebbe fatto lei stessa. In quel caso, come mai mi era successo prima, non ero del tutto certa di potermi fidare di lei. Ero combattuta. Proprio per questo, quando mi parlava, stavo in silenzio a fissare la porta, dietro alla quale ero sicura ci fosse il ragazzo che amavo. –Ti prego parlami. Sono la tua migliore amica, so che qualcosa non va. – mi implorò, seduta ai piedi del letto, tentando in tutti i modi di incrociare il mio sguardo, eppure non ce la facevo. Mi ero ritrovata in molti momenti sul punto di dirle cosa stava succedendo, ma ogni volta pensavo alle conseguenze che ci sarebbero state, nel caso avesse deciso di parlarne con Sebastian, e a quel punto richiudevo la bocca e me ne stavo in silenzio, a guardare la sofferenza riflessa nei suoi occhi, disperati. Era doloroso non poterle raccontare cosa mi stava succedendo. Se l'obbiettivo di Federico era farmi soffrire, per farmela pagare per averlo lasciato, allora ci stava riuscendo. Mi stava allontanando da tutte le persone che più amavo, ancora. Piano piano stavo perdendo tutti, uno alla volta. Prima Sebastian, ora Eva, chi sarebbero stati i prossimi? Mi chiedevo. La ragazza sospirò, probabilmente rassegnatasi al fatto che nemmeno quel giorno avrei parlato, e si alzò, facendo per andarsene, con la coda fra le gambe. Le opzioni erano due, potevo lasciarla andar via e continuare a tenermi tutto dentro, o fermarla e provare a trovare le parole giuste per raccontarle cosa stava succedendo, magari anche sfogarmi con lei. –Eva, aspetta. – dissi di getto, stendendo il braccio destro, l'unico che potevo muovere, nella sua direzione. Si bloccò sull'uscio della porta e si voltò verso di me. Era forse una delle prime volte che le rivolgevo la parola in quei due giorni. Venne verso di me e si sedette accanto alle mie gambe, sul letto, guardandomi in attesa che parlassi. Non avevo la minima idea da dove iniziare a raccontarle cosa stava succedendo, e il groppo che sentivo in gola non faceva altro che peggiorare la situazione. –Mi manca Sebastian. – ammisi semplicemente e sentii una lacrima calda attraversarmi il viso, segnandolo, mentre il mio cuore crepava in mille pezzi. La nostalgia era troppa e lo era anche la voglia di vederlo, come il bisogno di lui. La ragazza sorrise, sospirando, e portandomi un mano alla guancia mi asciugò una lacrima con il pollice. –E allora per quale motivo non vuoi vederlo? – mi chiese, lasciando scivolare via la mano dal mio viso. Sospirai e distolsi lo sguardo dal suo, sentendo il magone al centro del petto, che come un buco nero che risucchiava tutta la luce, stava risucchiando ogni briciolo di vita ancora rimasto in me, ogni traccia di forza d'animo, ogni energia. Non avevo quasi più niente, mi restava solo dolore. –Perché non posso. – dissi, affranta, mentre le lacrime scendevano copiose dai miei occhi, sempre più prepotenti. Per assurdo l'avevo trattenuta lì per parlare, ma non volevo dirle a voce ciò che sentivo, era come se volessi che con un semplice sguardo capisse tutto. Mi prese il mento tra le dita, costringendomi a guardarla negli occhi. –Chiara, sono io. Guardami negli occhi quando mi parli. Sai che mi puoi dire tutto. Perché non puoi vederlo? – chiese, aggrottando le sopracciglia, con una serietà spaventosa nello sguardo. Era determinata ad arrivare in fondo alla questione. Da come mi guardava, come volesse leggermi nell'anima, capii che non avrebbe lasciato perdere stavolta. Quindi mi rassegnai a dover parlare. –Per Federico. Me lo impedisce, mi ricatta. – ammisi, e un singhiozzo mi vibrò nel petto, scivolandomi via dalle labbra, in un rumore soffocato. Si fece ancora più seria, in un modo del tutto improprio a lei, vidi la rabbia bruciarle negli occhi, come una fiamma che divampa. –Con cosa? – chiese duramente. Il suo timbro di voce si era fatto più basso, più profondo, ed era un suono quasi raccapricciante alle mie orecchie, essendo la sua voce normale molto più acuta. –Ha un video. – dissi, abbassando gli occhi sulle mie mani. Vidi una lacrima cadermi sul polso, la piccola goccia dividersi in due parti perfettamente uguali. Come io e Sebastian, due pezzi dello stesso cuore, uniti a completarsi, separati a lacerarsi. Alzai di nuovo gli occhi, i miei rossi e gonfi nei suoi azzurri e splendidi, e vidi la rabbia spegnersi, mentre un atro sentimento prendeva il suo posto, la preoccupazione. –Su chi? – mi chiese, magari pensando che avesse qualcosa di compromettente su di me. –Su Sebastian. – dissi, sentendo un nodo allo stomaco mentre le immagini di quel video si susseguivano nella mia mente, ricordandomi, fotogramma dopo fotogramma, perché lo stessi tenendo lontano da me. –Potrebbe finire in guai seri. – Forse le parole che gli avevo detto, il giorno prima, non erano del tutto campate in aria. Forse a lungo andare, saremmo davvero finiti per distruggerci a vicenda, forse era meglio stare lontani. Forse. La ragazza davanti a me mi prese la mano destra nelle sue, e mi guardò dritta negli occhi. –Sono certa che a lui non importerebbe delle conseguenze, gli basterebbe stare con te. – disse, convinta di ciò che diceva, stringendo la mia mano. –Ma a me importa, se le conseguenze potrebbero comunque portarlo via da me. Non permetterò che Federico lo rovini come ha fatto con me. Sebastian mi ha aiutata fin troppe volte, questo è il mio modo per ricambiare il favore. – asserii, ferma sulla mia decisione. Non avrei cambiato idea se questo avrebbe potuto compromettere il futuro di Sebastian. –Come minimo dovresti parlargliene, è un suo diritto sapere cosa sta succedendo, nel video c'è lui. – obbiettò, esasperata, alzando leggermente il tono di voce. Sospirai e volsi lo sguardo fuori dalla finestra, osservando il cielo sereno e limpido di quella giornata. –Lo faccio per il suo bene, non cambierò idea. – Il mio tono di voce mutò, divenne freddo e distaccato, ero quasi assente, come se la sua opinione non avesse rilevanza per me, mentre invece era molto importante. Capivo il suo punto di vista e condividevo pienamente la sua idea, avrei tanto voluto fare in quel modo, l'unica differenza era che io ero a conoscenza della portata dei danni che quell'azione avrebbe poi comportato, mentre lei no. La sentii sospirare e il materasso incurvarsi sotto il suo peso, mentre si alzava. –Okay, fai come pensi sia più giusto, spero solo tu sappia cosa stai facendo. – sussurrò. Mi lasciò un bacio fra i capelli, appoggiando per un secondo la fronte sulla mia testa, e successivamente uscì dalla stanza, lasciandomi sola con i miei pensieri. Sola a lottare contro tutto ciò che mi infestava la mente, offuscandola. E mi ripetevo "devo resistere, devo resistere."

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Lidia00x
Inchiostroalpostodelsangue//

"Come aeroplanini di carta"Where stories live. Discover now