SEBASTIAN POV

-Penso che tu voglia solo portarmi a letto e aggiungermi alla lista delle tue conquiste. – sbottò, dopo minuti di silenzio. La sua voce era affannata, sapevo che in realtà, anche se stava cercando di allontanarmi, le piaceva che la baciassi. Sentivo il battito del suo cuore accelerare contro il mio petto, la pelle d'oca incresparle le braccia nude, appoggiate alle mie. Ma non riuscivo veramente a capire perché volesse a tutti i costi respingermi, e soprattutto dove trovasse la forza per farlo ogni volta. Da un lato aveva ragione, volevo solo aggiungerla alla lista delle ragazze che mi ero portato a letto, ma dall'altro lato un po' mi stuzzicava. Mi piaceva soprattutto il suo modo di fare così inconsapevolmente eccitante. Come con me tentava in tutti i modi di essere sempre sgarbata e acida. C'era poi da dire che il suo viso d'angelo giocava a suo favore. Nonostante non fosse il solito stereotipo di ragazza figa, bionda platinata, occhi azzurri e fisico da urlo, aveva il suo fascino. Dei semplici occhi marroni e capelli biondo scuro, ma con i suoi lineamenti delicati e poco marcati era comunque una calamita per gli occhi. Forse un po' sottovalutata da tutti. La presa sulle mie spalle si intensificò e provò a spingermi via con più forza, ma la sua pelle emanava un profumo afrodisiaco di vaniglia e un piacevole calore a contatto con le labbra. Era bellissimo. La sentii dimenare appena i fianchi, provando a staccarsi da me, ma non riuscivo a smettere. Staccò una mano dalle mie spalle e la portò alla maniglia della porta, con il preciso intento di aprirla, e in quell'istante mi decisi a smettere, per evitare di dare spettacolo davanti al resto dei ragazzi. Mi spinse troppo forte, sempre tentando di allontanarmi, ma perse l'equilibrio, rischiando di cadere all'indietro mentre apriva la porta. Mi affrettai a correrle incontro, le misi una mano dietro la schiena, trattenendola appena prima che cadesse, e circondandole la vita con l'altro braccio, incrociando le nostre gambe e facendo aderire i nostri bacini. Aveva gli occhi chiusi, aspettandosi probabilmente di sentire l'impatto con il pavimento, ma non appena si rese conto che non sarebbe successo li riaprì, fissandomi spaesata. In un gesto involontario, sentendosi ancora poco sicura, si aggrappò alle mie spalle, avvicinandosi ulteriormente. Fu in quel momento, guardando i suoi occhi spaventati fissi nei miei, che ebbi l'stinto di baciarla, e così feci. Allacciai le nostre labbra, sentendo un brivido lungo la schiena non appena assaporai per un secondo il suo sapore, e automaticamente chiusi gli occhi, colto dall'improvviso piacere che mi trasmettevano le sue labbra calde sulle mie. Chiesi di più, picchiettando la lingua sul suo labbro inferiore, ma serrò le labbra, facendomi capire che non mi avrebbe concesso oltre. Com'era cocciuta. Mi staccai dal bacio e lentamente mi avvicinai al suo orecchio, sentendola chiaramente rabbrividire quando non a caso lo sfiorai con le labbra. –Anche se faccio così non ti faccio effetto, eh bambolina? – mi leccai le labbra. –Sai, ti dona la pelle d'oca. – sussurrai. La tirai su, tornando in posizione verticale, e dopo essermi staccato la vidi arrossire, imbarazzata. Sorrisi compiaciuto, beccandomi una sua occhiataccia, e ridacchiando la accompagnai al suo posto, per poi tornare al mio. Durante i giri successivi lanciai spesso delle occhiatine a Chiara, la quale spesso e volentieri incrociava il mio sguardo, e misi su qualche sorriso sghembo, per infastidirla, grazie a cui mi beccavo occhiatacce e sguardi di fuoco. Proprio mentre mi stava rivolgendo uno di questi, qualcuno le disse che era di nuovo il suo turno. Senza dire niente si alzò e proprio come aveva fatto prima prese la bottiglia e la fece girare con un gesto secco della mano. La osservai mentre rallentava e sperai davvero che si bloccasse di nuovo su di me, ma non fu così. Il giro si arrestò delicatamente davanti a Luca, il mio migliore amico. Le sopracciglia della ragazza si aggrottarono mentre fissava con occhi vuoti il collo della bottiglia e le sue guance si coloravano appena di un rosa tenue, smorzato dalla carnagione olivastra. Con la coda dell'occhio vidi l'espressione compiaciuta di Luca e il suo sorriso allargarsi a dismisura. Al solo pensiero di quello che sarebbe successo in quella stanza mi venne voglia di prendere a pugni il muro. Sentii tutti i muscoli contrarsi e un cipiglio solcarmi la fronte mentre osservavo il sorrisetto appena accennato di cui avevano preso la piega le labbra di Chiara. Perché diavolo sorrideva? Mi chiesi. Lui si avvicinò a lei con un gran sorriso, la aiutò ad alzarsi, tenendola per mano, e la prese in braccio in stile sposa. Sul viso di Chiara si aprì un'espressione sorpresa mentre circondava le spalle del ragazzo con le braccia, lasciandosi poi andare entrambi ad una risata sincera. Sentii il sangue ribollirmi nelle vene. –Ve la riporto fra un po'. – disse il mio amico, facendo ridere tutti i presenti, tranne me. Furono letteralmente i cinque minuti più lunghi e stressanti della mia vita e non sapevo perché, ma avevo una tremenda voglia di aprire quella maledetta porta e tirare fuori entrambi da quello stupido sgabuzzino. Finalmente, dopo un tempo che mi sembrò eterno, uscirono. Entrambi ridendo, con due espressioni ebeti in viso. Mi faceva venire il voltastomaco solo guardarli. Si sedettero, uno accanto all'altra, e continuarono a scherzare, colpendosi e lanciandosi occhiatine fugaci di tanto in tanto. –Okay basta, sono stufo. Facciamo Obbligo o Verità, che ne dite? – chiese Luca, guardando Chiara. Lei gli sorrise, e si lasciò scappare una risatina, coprendosi la bocca con una mano. –Inizio io. – Christina richiamò l'attenzione di tutti su di lei, come al solito, alzando una mano in aria e urlando a squarcia gola. –Chiara, visto che ci sai fare, fai uno dei tuoi spogliarelli da troia, andiamo. Così i ragazzi si divertono un po'. – la sfidò, con un sorrisetto malefico stampato sulle labbra. Le ragazze che l'accerchiavano risero tutte, anche se probabilmente non sapevano nemmeno che si stesse riferendo a qualche sera prima, quando eravamo tutti alla festa a casa di Luca. Spostai gli occhi su Chiara e la vidi serrare la mascella, stringendo i pugni. Era su tutte le furie, gli occhi stretti in due fessure, improvvisamente più scuri. –Certo, perché qui la poco di buono sarei io, giusto? Questa mi è nuova. – rispose a tono, piegando il viso verso destra. –Mi stai dando della poco di buono? – chiese Christina, assottigliando lo sguardo, sempre più tagliente e velenoso. –Si, non ci vuole un genio a capirlo. – ribatté Chiara, sporgendosi verso di lei. Attorno a loro si creò silenzio, colmato dalle scariche elettriche che si lanciavano con sguardi fulminei. Nella stanza c'era una strana tensione che sembrava creare inquietudine a tutti, concentrati a guardare la scena. Qualcosa mi diceva che se nessuno fosse intervenuto si sarebbero picchiate, e Tom sembrò avere la mia stessa idea. –Buone tigri, calmatevi. – tentò di tranquillizzarle. Entrambe le ragazze spostarono lo sguardo su di lui e stranamente si diedero un contegno, rimettendosi dritte e schiarendosi la voce come imbarazzate dal momento che era venuto a crearsi. In realtà mi sarei aspettato che lo picchiassero per averle interrotte. –Allora Chiara, obbligo o verità? – Christina la stava guardando con un sopracciglio alzato, pronta a metterla in difficoltà con una domanda o ad imporle di fare qualcosa di sgradevole. –Obbligo. – rispose, sicura di se, sfidando a sua volta la ragazza. Christina sorrise maligna, alzando un lato della bocca. –Bene. Rifai quello che hai fatto con Luca poco fa. – la obbligò, pensando magari che alla ragazza avrebbe dato fastidio. Eppure avrebbe dato di sicuro più noia a me che a lei. Senza ulteriori lamentele la ragazza afferrò la mano di Luca e si alzarono, intenti a tornare nello sgabuzzino. –Oh no. Forse non hai capito. – scosse la testa divertita. –Non nello sgabuzzino. Qui davanti a tutti. – continuò. Le fece un sorriso compiaciuto, accompagnandolo con uno sguardo velenoso. I due ragazzi si fermarono, mano nella mano, e si guardarono un secondo negli occhi in modo complice. Lui sospirò, guardandola, e lei annuì, capendosi solo guardandosi negli occhi. La tirò a se, circondandole il viso con le mani, e avvicinò lentamente il viso al suo. Le mani di Chiara si appoggiarono ai polsi di Luca, stringendoli, e le loro labbra aderirono. Il bacio partì in modo lento e dolce, del tutto diverso dallo stile che di solito aveva Luca. Poi, mano a mano che il tempo passava e loro prendevano più confidenza, si fece sempre più impetuoso. Le mani di lui si posarono dietro la schiena della ragazza, avvicinando i loro corpi fino a farli aderire, e le braccia di Chiara si allacciarono dietro il collo di Luca, portandosi più vicina a lui. Vidi chiaramente la lingua del ragazzo sgusciare fuori dalla sua bocca per infilarsi in quella della ragazza, che non tardò a ricambiare. Lo stomaco mi si contorse alla vista di quel bacio decisamente poco casto. Era indecente. Le mani di Luca sgusciarono verso il fondo schiena di Chiara, ma la ragazza lo bloccò in tempo, mordendogli il labbro inferiore per avvertirlo di non muovere ulteriormente le mani. Dopo più di due minuti di scambi indecenti di saliva finalmente si staccarono e tornarono a sedersi sotto lo sguardo di tutti. I loro visi erano impassibili. Baciarsi in quel modo davanti a tutti non sembrava avergli dato fastidio, a parte un pelo di rossore sulle guance non sembrava nemmeno che lo avessero fatto. Christina, dopo aver lanciato uno sguardo di fuoco a Chiara, sbuffò e incrociando le braccia al petto si mise a sparlare con la ragazza accanto a lei. –Allora Tom, Obbligo o Verità? – sbottò Chiara, per smorzare l'atmosfera pesante che era venuta a crearsi nella stanza. –Obbligo. – rispose il ragazzo, appoggiando le mani sui fianchi di Eva e la testa sulla sua spalla. Chiara fece un sorrisetto furbo all'amica e ridacchiò compiaciuta. –Devi uscire con Eva, sabato sera. – Tom non obbiettò, anzi, lasciò un bacio sulla spalla della ragazza seduta sulle sue gambe e sorrise annuendo. Tom era sempre stato così, faceva il coglione e lo spavaldo, ma quando voleva davvero bene ad una ragazza diventava il ragazzo più dolce sulla faccia della terra. Eva, che nel frattempo era diventata di un colore simile a quello di una rapa, guardò malissimo Chiara e le mimò un "questa me a paghi" con le labbra. Quando arrivò il suo turno infatti, ne approfittò. –Chiara, obbligo o verità? – chiese. La ragazza, ignara delle intenzioni dell'amica, rispose come la volta precedente. –Obbligo. – Ad Eva si stampò un sorriso maligno sulle labbra, illuminate da un velo di lucidalabbra, e lanciò un occhiata furba all'amica. –Non ti dispiacerà rifare quello che hai fatto con Luca, ma con Sebastian. – Chiara sbiancò improvvisamente, spostando lo sguardo su di me con disperazione, chiedendomi con gli occhi di fare qualcosa. Mi stampai un sorriso sghembo sulle labbra e dissentii con la testa, fissandola negli occhi. Mi incenerì con gli occhi e mimò un "Ti odio" prima di spostare nuovamente lo sguardo sulla sua amica. –Ricordami perché sei mia amica. – chiese esasperata, sbuffando. –Anche io ti voglio bene. – ridacchiò sorridendo. Mi alzai, avvicinandomi a lei, che nel frattempo si era alzata e mi si stava avvicinando titubante, e le appoggiai le mani sui fianchi, avvicinando il suo corpo al mio. –Oh vi prego, non qui, in camera da letto, per l'amor del cielo. – sbottò Eva, inorridita, interrompendoci. La guardammo entrambi, aggrottando le sopracciglia. –Che c'è? – aprì le braccia confusa –Ringraziatemi che non vi faccio fare niente qui davanti a tutti, come un'altra persona. – disse, e guardò Christina, fulminandola con gli occhi, la quale ricambiò subito. Senza aspettare un secondo in più, non volendo perdere tempo, le afferrai un polso e mi orientai per la casa, portando Chiara nella camera da letto degli ospiti, quella più vicina. Appena entrammo, lei davanti a me, l'afferrai per i fianchi e la tirai a me, facendola ruotare su se stessa, in modo che si voltasse verso di me. Feci salire una mano alla sua guancia e con il pollice tracciai il segno della mascella, guardando il suo bellissimo viso, su cui dominava un'espressione corrucciata. Mi concentrai sugli occhi, incorniciati perfettamente da una precisa linea di eye-liner e uno spesso strato di mascara, che le piegava le lunghissime ciglia. Ne osservai il colore, intenso e brillante. Erano davvero bellissimi. Avvicinai il viso al suo e sfiorai le sue labbra con le mie in una carezza, prima di premerle con delicatezza su esse. Erano della dimensione perfetta e di una morbidezza incomparabile, o almeno così sembrava a me. Continuai a tracciare la sagoma della sua mascella con il pollice, tenendo le altre dita sotto al suo mento, alzandoglielo in modo da poterla baciare più comodamente. Approfittai di quando schiuse per un momento le labbra per approfondire il bacio, facendo scivolare la lingua nella sua bocca. Non ricambiò con molta enfasi e tentò in tutti i modi di camuffare la sua voglia invece di farlo, di ricambiare. Lo sentivo dal ritmo del suo cuore, dal fatto che, probabilmente, non si rendeva conto di starmi accarezzando le braccia già da un po'. Mi staccai dalle sue labbra e scesi a baciarle la mascella, poi il collo, la clavicola e scesi sempre di più, lasciando numerosi segni sulla sua pelle abbronzata. Indietreggiai e la spinsi con il mio corpo, buttandola sul letto. Mi misi a cavalcioni sul suo bacino e ripresi a baciarla, sempre più voracemente. Le sue labbra davano dipendenza, il suo sapore, il suo profumo. Infilai la mano al di sotto del tessuto della maglietta e la sentii irrigidirsi. Le sue mani si posarono sulle mie spalle e tentò di spingermi via, di allontanarmi. –Non mi sembra di aver fatto nulla del genere a Luca. –disse sulle mie labbra, indietreggiando e scivolando via da sotto il mio corpo. Si tenne su sugli avambracci e si pulì la bocca con il braccio. Boccheggiai incredulo. –Perché fai così tanta resistenza con me? – chiesi amaramente, aggrottando le sopracciglia. –Perché tu vuoi solo scoparmi, di me non te ne frega un cazzo. Non lascerò che mi usi e poi mi spezzi il cuore. – disse amareggiata, guardandomi come se la cosa fosse ovvia. –Credo che anche Luca voglia fare lo stesso, ma con lui ci saresti stata. – le rinfacciai la cosa, sempre più arrabbiato. –Ma di lui non me ne frega niente. Lo avrei usato almeno quanto lui avrebbe usato me. Non ci sarei stata male. Invece con te... – lasciò la frase in sospeso, abbassando lo sguardo alla federa azzurrina del cuscino. La guardai, aspettando che continuasse. –invece...? – la incitai. –Non lo so perché, so che ci starei male e non voglio. – disse, improvvisamente triste. Si alzò, sistemandosi i capelli passandoci una mano in mezzo, e in silenzio tornammo in salotto. –Ora dobbiamo andare. – ci avvertì, guardando in modo strano Eva. L'amica ricambiò il suo sguardo, preoccupata, e si alzò dalle ginocchia di Tom, dirigendosi verso Chiara. Rimasi un po' deluso, sia dal fatto che prima mi avesse rifiutato, che dal fatto che se ne stesse andando. Era da quando mi ero seduto che Christina non faceva altro che straparlare dei suoi capelli e ovviamente io non l'ascoltavo, ero troppo concentrato su Chiara e Luca. Dio, quanto si vedeva che lui ci stava provando e io ero qui come un salame senza fare niente, mentre Luca se la scopava con lo sguardo. Non riuscivo neanche a guardarli, ma non gli staccavo gli occhi di dosso. Perché? Mi chiedevo. Perché quella donna riusciva sempre a farmi incazzare?

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Lidia00x
Inchiostroalpostodelsangue//

"Come aeroplanini di carta"Where stories live. Discover now