- 육십 칠 -

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Un tocchettio risuonò nel silenzio della grande stanza

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Un tocchettio risuonò nel silenzio della grande stanza. "Posso entrare?"

Yeonghee alzò la testa dal suo morbido cuscino di piume di cigno e sospirò pesantemente; la chiacchierata di quella mattina con Jungwoo le aveva innescato la voglia di uscire e socializzare, ma il suo orgoglio glielo stava impedendo. Per lei, non aveva scontato pienamente la sua punizione.
Nonostante non si fosse decisa e non avesse emesso alcun suono, la porta si aprì magicamente senza chiave e dalla piccola apertura spuntò la testa di Lee Taeyong.

"Non avevo risposto." Disse Yeonghee alzando gli occhi al cielo, nel mentre che malediceva mentalmente le abilità telecinetiche dei vampiri. Taeyong sorrise semplicemente, entrando totalmente nella camera per poi chiudere la porta dietro di sé.

"I tuoi pensieri sono invasivi. E le mie capacità telecinetiche sono favolose."

La ragazza alzò gli occhi al cielo, riposando il capo sul cuscino a peso morto. Evitò di pensare ad altre malevolenze nei confronti di chiunque e lanciò uno sguardo al vampiro. "Che c'è?"

"I tuoi giorni di reclusione possono finire, non credi?"

"No." Rispose secca ella, riportando lo sguardo sul soffitto.

"Yeonghee, cosa temi?"

"Io non temo null-"
Yeonghee si alzò a sedere per poter dibattere tale affermazione, ma quando i suoi occhi incontrarono quelli di Taeyong capì di non potergli mentire, né con il cuore né con la mente. "Dimmi. Di cosa hai paura?"

Aveva un intero gruppo di vampiri a cui poter pensare e da poter temere, ma nessuno le metteva tanta inquietudine; conosceva il comportamento di tutti loro, i loro tempi e il loro livello di sopportazione. Non aveva agito bene quella volta, ne era consapevole, e anche i vampiri glielo avevano dimostrato perfettamente. Ma non potevano rimanere arrabbiati per l'eternità e già aspettavano che tornasse a farsi vedere almeno durante i pasti. La ragazza non aveva paura della loro reazione, perché ormai sapeva che si fossero rasserenati in quei tre giorni.
Al contario, Yeonghee temeva la persona piú inquieta e riservata del gruppo, di cui non conosceva tutte le sfaccettature e i comportamenti. La stessa persona che stava diventando sempre più necessaria nella sua vita.

"Capisco..."

Fu tutto inutile da negare; Yeonghee amava e temeva Kim Doyoung.

"Hai trovato il peggiore del suo genere. Così irrequieto, improbabile e testardo... Certe volte è impossibile vivere con lui!" Esclamò Taeyong con irritaazione mista ad affetto, e le sue labbra si aprirono in un sorriso gentile. "Ma quando ama veramente, lo dimostra in ogni modo possibile. Anche il più sbagliato"

Yeonghee annuì sopprimendo un piccolo sorriso scaturito dal suo cuore palpitante, e abbassò lo sguardo verso le sue mani; prima della sua reclusione, Doyoung si era mostrato preoccupato per la sua incolumità, e le sue ultime parole avevano avuto un certo tono di amarezza. Le aveva specificatamente detto, con inquietudine e strazio, che non riusciva a sopportare il pericolo a cui era costantemente sottoposta.

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