- 이십 일 -

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La fine di ottobre era vicina, e lo si poteva ben notare dalla distesa rossa-arancio degli alberi che circondavano la dimora dei vampiri

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La fine di ottobre era vicina, e lo si poteva ben notare dalla distesa rossa-arancio degli alberi che circondavano la dimora dei vampiri. Quest'ultimi, dall'improvviso attacco in piazza avevano cominciato ad uscire sempre più spesso, a volte con solo i veterani, altre con tutti quanti. E Yeonghee rimaneva perciò in compagnia del solo Doyoung, estremamente pacifista da quanto aveva capito.

Fu una decisione unanime e silenziosa quella di non parlare di quella notte, sul suo letto. Ignoravano l'accaduto, ma ciò non li aveva portati ad allontanarsi. Anzi, Doyoung sembrava essere più loquace e rispondeva a domande anche meno comuni, del tipo "Quanti anni hai?", "Di dove sei?", "Jungwoo è sempre così emozionato con te?" e così via. Erano tutte conversazioni semplici e prive di significati profondi, in quanto nessuno dei due era pronto a parlare della loro vita più privata. Non facevano cenno alle rispettive famiglie, eccetto per Jungwoo, e alla loro vita prima dell'arrivo di Taeyong. Non si conoscevano certamente, ma il modo in cui si capivano, se parlare o meno, di chi e di cosa, era straordinario.

Yeonghee sapeva che non le sarebbe dovuto interessare qualcuno di cui non conosceva nemmeno il passato, ma il suo cuore era di tutt'altra idea. Batteva e batteva, così tanto che quando lui non era lì con lei sembrava non muoversi affatto.
Avrebbe forse dovuto parlarne con Joowon? O era meglio tenere tutto tra sé e la sua rosa?

Avvenne in una di quelle sere in cui rimanevano soli in casa che non ci fosse più niente da fare. I pavimenti erano stati puliti e lucidati perfettamente, la cena era stata preparata e mangiata, i letti rifatti e le camere riordinate. Avevano perfino cambiato lampadine alle oscure lucerne del corridoio, che però non ebbe un effetto differente.
Sedevano in silenzio, l'uno accanto all'altra sul letto di lui. Era inevitabile che i ricordi di quella notte fossero vividi nelle loro menti, ma non fecero niente per distrarsi. O meglio, Yeonghee non lo fece.
Perché alla fine Doyoung si alzò, e senza dire niente la prese per il polso e si smaterializzò.

Arrivarono in una stanza piuttosto grande, più della cucina, dove erano presenti un divano e qualche poltrona. In più, sopra ad un tavolino c'era una TV, anche piuttosto nuova. Doyoung si sedette su una poltrona all'angolo e Yeonghee decise di prendere il divano, centrale allo schermo. Il vampiro infatti afferrò il telecomando e accese la televisione. Selezionò il canale del notiziario e la voce del presentatore del telegiornale cominciò a risuonare nella stanza.

Parlarono di vari casi di scomparse, omicidi e attacchi notturni, tutti collegati da ferite di piccoli fori, grandi quanto un canino, che erano presenti principalmente sul collo. Yeonghee deglutì, intuendo che gli attacchi dei vampiri stessero diventando particolarmente pericolosi per la popolazione umana. Se avessero continuato così, Taeyong non sarebbe più riuscito a contrastarli.

Le notizie passarono ad argomenti più semplici e gioviali, come nuovi incontri diplomatici tra stati, cani che salvavano la vita alle persone e nuovi cantanti appena debuttati che erano diventati estremamente famosi.
Poi, Doyoung cambiò canale, forse perché riteneva che quelle notizie fossero troppo noiose, e si imbatté in un notiziario di crimini.

"Sono passati due mesi dalla scomparsa della diciassettenne Bi Yeonghee che ha ucciso la sua famiglia. È armata, pericolosa e a piede libero. Vi preghiamo di stare attenti e di chiamare immediatamente la polizia nel caso troviate Bi Yeonghee-"

La TV si spense. Yeonghee rimase ferma ad osservare lo schermo nero, senza nemmeno girarsi a guardare il vampiro che aveva il telecomando stretto nella mano. Era quello ciò che il mondo credeva veramente di lei? Una pluricida senza cuore, pronta a far fuori un'altra famiglia, questo era agli occhi della gente. La situazione era ben peggiore di quel che pensava; se il vero assassino non fosse stato scovato, probabilmente lei non sarebbe mai più riuscita a rientrare nella società del suo mondo.

"Yeonghee." La voce di Doyoung richiamò la sua attenzione. Girò il capo e sorprendentemente lo ritrovò accanto a sé sul divano. Probabilmente si era spostato nel suo momento di turbamento. "Non pensarci. I notiziari drammatizzano tutto."

"Ma è così che la pensa il mondo, Doyoung. A scuola i primi tempi era un putiferio..."

"I primi tempi-"

"Ma è ancora così. Non sono più vocali come prima ma gli studenti parlano di me, di quella notte e di Jihye. Pensi che le persone smettano di parlarne proprio quando risulto colpevole?"

Doyoung non rispose. La guardò dritto negli occhi, con dispiacere e rammarico. In due mesi di conoscenza non lo aveva mai visto così tanto espressivo nei suoi confronti, e se non fosse stata una situazione piuttosto dolorosa avrebbe probabilmente gioito mentalmente come l'adolescente che era.

Si rese conto di star piangendo quando il vampiro le asciugò delicatamente la guancia con un dito e con la sua presa di coscienza gli occhi le si fecero automaticamente pieni di lacrime.
Fu forse per istinto, o per pietà, ma Doyoung le avvolse le spalle con un braccio e le nascose il viso nel suo petto. Yeonghee non ci pensò due volte a portare le sue braccia attorno alla vita e lui fece altrettanto, sebbene un po' timidamente.

Gli inzuppò la felpa di lacrime, e sapeva che una volta tornata in sé si sarebbe sentita in colpa. Ma per il momento, si stava godendo quel momento di pura liberazione, avvolta nel suo confortevole calore. Pianse per tanto, tanto tempo, che nemmeno capiva se fosse ancora notte. Ma una volta finite le lacrime, sentì i suoi occhi pesanti e la mente annebbiata.

"Vuoi dormire?" Sussurrò la voce di Doyoung svegliandola leggermente, e scosse il capo a fatica. "Sei stanca. Dormi"

Yeonghee non riuscì a controbattere. Tra le gentili carezze sulla schiena e sui capelli e la stanchezza di quello sfogo fisico, finì per addormentarsi confortata dal suo odore, il suo calore, e il battito del suo cuore.

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