- 삼십 사 -

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Il giorno seguente Yeonghee si svegliò con un sussulto

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Il giorno seguente Yeonghee si svegliò con un sussulto. Dopo la breve chiacchierata con Doyoung, la fanciulla cominciò a sentirsi assonnata e lui la accompagnò in camera come un vero gentiluomo, tirandole anche le coperte e augurandole una buona notte, che ebbe.

Quella era una tarda mattinata di dicembre, apparentemente calma e soleggiata, e come ogni volta si alzò per andare a fare colazione. Ma arrivata in cucina, non trovò nessuno; né Joowon, né Taeyong e nemmeno la sua colazione.

Però, udì dei rumori, proprio da sotto i suoi piedi. E non dei semplici chiacchiericci, ma un vero e proprio trambusto. Allora corse al piano inferiore e attraversò l'intero corridoio aprendo ogni porta che le si trovava vicino, ma trovava solo stanza vuote e in buono stato. Poi, udì delle voci in lontananza, che si fecero sempre più presenti fino all'ultima porta alla fine del corridoio. Era sicura che lì dentro vi fossero quasi se non tutti i vampiri.

Prese la maniglia, la abbassò e aprì la porta. Era un piccolo e stretto stanzino impolverato, e apparentemente tutti i suoi coinquilini erano ammucchiati a parlare e guardare qualcosa che lei non riusciva a scorgere oltre le loro figure.
Nessuno si accorse della sua presenza, tanto fossero presi. L'unico fu Doyoung che appena la vide all'entrata si agitò visibilmente e uscì chiudendosi la porta dietro di sé.

"Ehi, cosa sta succedendo?" Chiese Yeonghee con sguardo sospetto, notando il suo viso deformato dall'ansia. "Nulla." Rispose velocemente, prendendole poi il polso per apparire in cucina.

"Siediti. Ti faccio la colazione"

Yeonghee venne alquanto sorpresa da tutto ciò, che per l'appunto era accaduto in meno di 5 secondi. Da una congregazione sospetta di vampiri era arrivata a trovarsi davanti ad una dolce e romantica scena, dove la sua persona preferita le stava cucinando la colazione. E dal profumo, sembrava pure lo stesse facendo bene.

Doyoung fu piuttosto agile e veloce a cucinarle abbastanza per riempirla fino al pranzo, e restò lì con lei in cucina finché non ebbe finito l'ultimo boccone.

"Quindi? Cosa c'era in quella stanza di così importante da non rendersi conto nemmeno del mio arrivo?"

Il vampiro serrò la mascella e chiuse gli occhi, nell'intento di astenersi dal risponderle. Non era sua la responsabilità darle informazioni private sulle loro missioni importanti, anche se trovava moralmente sbagliato che dovesse nasconderle una cosa così grossa, che in fin dei conti la riguardava.
Doyoung non avrebbe dovuto darle informazioni, ma il suo cuore gli urlava di risponderle almeno.

"Puoi chiederlo a Taeyong, quando avrà finito."

Era giusto dare la colpa a chi ne aveva la responsabilità.

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