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Quella mattina Yeonghee si svegliò con l'animo più leggero che mai

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Quella mattina Yeonghee si svegliò con l'animo più leggero che mai. Sorrise nel sentire i dolci raggi del sole accarezzarle il giovane volto, aspettandosi una meravigliosa giornata davanti a sé. Con uno slancio si alzò dal letto, fiondandosi poi nel corridoio per giungere nel salotto, dove sua madre aveva appena finito la colazione.

"'Giorno, mamma!" esclamò la ragazza sorridendo verso la donna, sedendosi sul suo posto della tavola.

"Buongiorno, Yeongie. Come mai tanto allegra?"
Bi Yeonghee non era nota per essere una persona mattutina. Anzi, in classe veniva ricordata specialmente per i suoi ritardi. Per questo sua madre fu sorpresa nel vederla già alzata e piena di energie.

"Non saprei, mamma. Forse è perché stanotte ho fatto un sogno strano... Sai, tipo quelle storie che raccontava la nonna." rispose la giovane, pensando gioiosamente al ricordo della sua dolce nonna. Ma la signora Bi non ne fu altrettanto rallegrata; al contrario, la sua espressione sembrava essersi rabbuiata. "Un sogno, dici?"

"Sì, mamma. Perché?" chiese allora Yeonghee notando il cipiglio scettico della donna, che sembrava stesse osservando qualcosa sul suo petto. Ma abbassando lo sguardo, la fanciulla vide che fosse tutto apposto. "Niente, Yeongie. Inizia a mangiare che se no fai tardi a scuola."

Yeonghee non diede troppo peso all'inusuale comportamento di sua madre e si tuffò nella sua colazione. Mezzora dopo era già fuori casa, e saltellando si diresse verso la fermata del bus. Il quartiere in cui viveva non era certamente uno dei più sicuri e rispettabili; essendo una zona povera in confronto alle altre zone di Seoul, la criminalità era ben presente. Di notte non era sicuro camminare per strada da soli, e certe volte anche in pieno giorno avvenivano violenze di vario tipo. I giovani del luogo venivano presto coinvolti nelle attività illecite e il giro della droga si stava facendo sempre più potente.
Non era il posto ideale per crescere una famiglia, questo Yeonghee lo sapeva. Ma i suoi genitori non avevano mai avuto abbastanza soldi per potersi trasferire in un quartiere più civile.

Presto arrivò alla fermata del suo autobus. Nella sua zona nessuno dei ragazzi era solito usare i mezzi pubblici, perciò la panchina era sempre stata a disposizione di Yeonghee. Ma, sorprendentemente, quella mattina vi trovò seduto un uomo, dall'aspetto giovane e ben curato, vestito con felpa e pantaloni di marca. Aveva l'aria di essere benestante, ma cosa ci faceva una persona del genere in quel luogo tanto povero?

Senza porsi ulteriori domande Yeonghee decise di sedersi accanto a quell'uomo, e cominciò a guardarsi attorno nel tentativo di passare il tempo. Ma ebbe una sorta di déjà vu e il ricordo di quel sogno della notte prima le invase la mente. Aveva impresso nei ricordi ogni singolo istante, come se quegli avvenimenti fossero veramente accaduti. Ricordava gli occhi rossi, il ringhio animalesco, il buio che la circondava... Sembrava essere tornata lì, in quel suo sogno ambiguo.

"Signorina, sta bene?" Una mano le si posò gentilmente sulla spalla, e Yeonghee si risvegliò dal suo stato di trance. Girò la testa verso la sua sinistra e incontrò lo sguardo preoccupato dell'uomo seduto accanto a lei. "Ha freddo? Poco fa stava tremando..." La ragazza lentamente scosse la testa negativamente, leggermente confusa da ciò che era successo mentre era rimasta coinvolta dai suoi pensieri.
Quantomeno fu grata per la gentilezza del giovane uomo, ma non riuscì ad esprimergli la sua riconoscenza che il bus arrivò. Come incantata, rimase qualche secondo ad osservare le porte aperte davanti a lei, cercando di riprendersi da tutta quella marea di emozioni provate in pochi minuti.
Alla fine si alzò, e dopo aver fatto un veloce inchino all'uomo in segno di gratitudine salì sull'autobus, che partì immediatamente.

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