Capitolo 38: We're Looking For Something Dumb To Do

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CHANTAL

<<Cole svegliati>>.

Cole si girò dall'altra parte lasciando che le mie parole cadessero nel vuoto, aprofittai del fatto che fosse a pancia in giù per salire sulla sua schiena <<alzati dal letto>> sussurrai al suo orecchio <<voglio che mi accompagni in un posto>>.

Cole si girò di scatto e si mise a pancia in su con me a cavalcioni su di lui, le sue mani percorsero i miei fianchi e un sorriso pigro gli incurvò le labbra <<se non mi vuoi stanco la mattina allora dovresti evitare di tenermi sveglio fino a tardi>> disse facendomi l'occhiolino e ricordandomi della notte precedente <<mi dispiace deluderti ma ho troppo sonno per lasciare questo letto, se vuoi uscire cerca gli altri>>.

Pensava che mi sarei arresa? Non mi conosceva per nulla bene.

<<Sai che mentre mi preparavo ho preso il tuo portafoglio, ho sempre pensato di conoscere tutti i tuoi segreti ma mi sbagliavo>> Cole si alzò di scatto guardandomi male, sapeva dove stavo andando a parare <<almeno uno di noi sa che il tuo vero nome è Colin? E sopratutto perché non l'hai mai detto?>> volevo solo prendere dei soldi così da andare a comprare il caffè per entrambi però mi ero imbattuta nella carta d'identità di Cole e avevo scoperto che il suo vero nome era Colin.

<<Colin è un nome da sfigato>> disse con le guance rosse, non l'avevo mai visto così in imbarazzo prima d'ora <<e se osi dire a qualcuno la verità giuro che una volta tornati a San Francisco ti rinchiudo nella mia stanza>>.

<<Accompagnami e non dico niente a nessuno>>.

<<Vado a vestirmi>> disse rassegnato, stava per entrare in bagno però tornò indietro e avvolse le braccia intorno ala mia vita, la schiena contro il suo petto <<sai comincio a pensare che la nostra vita insieme sarà proprio così e onestamente non mi dispiace>>.

.....

<<Ci siamo persi>>.

Amavo Cole con tutta me stessa ma se lo avessi sentito lamentarsi ancora l'avrei ucciso con le mie stesse mani.

<<Ti ho detto che non ci siamo persi>>

<<Hai avuto l'abilità di perderti a casa tua quindi perdonami se ho i miei dubbi>> lo ignorai e continuai a seguire le indicazioni di Google Maps, forse Cole aveva ragione ma non l'avrei mai ammesso <<dammi qua, dare Google Maps a te è come buttarsi in un mare pieno di squali:una pessima idea>> mi prese il telefono dalle mani e camminò a passo spedito con me che lo seguivo.

Mi gettò uno sguardo che non riuscì a decifrare e poi mi prese per mano intrecciando le nostre dita, lo guardai sorpresa da quel gesto d'affetto ma lui si limitò a continuare a guardare il telefono anche se ero convinta che fosse diventato di nuovo rosso.

Cole non era uno che amava mostrare le proprie emozioni, preferiva far credere agli altri che non gli importasse di niente e di nessuno, più volte nel corso degli anni avevo creduto che non tenessse davvero a me, che in un modo o nell'altro sarei sempre venuta per ultima per lui.

Cole mi aveva fatto capire che ero la sua priorità e Dio solo sapeva quanto una cosa del genere mi potesse spaventare nonostante fossi felice allo stesso tempo, ero abituata ad essere ignorata e vivere cercando qualcuno che potesse darmi un briciolo di calore, stare con Cole era una cosa nuova non solo perché non avevo mai avuto una relazione seria ma anche perché non sapevo se sarei stata brava a dimostrargli quanto lo amassi, non sapevo se avrei rovinato tutto come tendevo a fare con le altre cose della mia vita.

<<A che pensi?>> mi chiese guardandomi con quegli occhi capaci di farmi sorridere anche quando avevo una tempesta dentro <<chi l'avrebbe mai detto che saremmo finiti così? Chi l'avrebbe mai detto che potessi essere così affettuoso?>> sollevai le nostre mani intrecciate, Cole si fermò e mi attirò tra le sue braccia <<con te posso essere chi sono davvero, con te non esiste nessuna Mano del Diavolo.
Ti conosco da una vita eppure quando siamo insieme sono nervoso come se fosse la prima volta che ti vedo, non ho molte certezze ma una si ed è la più importate di tutte: nessuno ti porterà via da me Jensen, lotterò per tenerti con me>>.

Guardami come la prima voltaWhere stories live. Discover now