Capitolo 9: run fast

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COLE

Chantal continuava a battere nervosamente le gambe e mangiarsi le unghie, visto quant'erano lunghe avevo paura che si potesse affogare .

Nel frattempo aveva pure iniziato a piovere e non ero bravo a guidare sotto la pioggia.

<<Dylan starà bene, stai tranquilla>> provai a calmarla ma lei mi ignorò e continuò a guardare fuori dal finestrino. <<È tutta colpa tua! Se mi avessi fatta rimanere qualche minuto in più avrei trovato Dylan e sarei andata via con lui>> mi urlò contro e mi tirò pure un pugno contro il braccio facendomi male .

<<Vorrei ricordarti che la polizia avrebbe potuto portarti in centrale se fossi rimasta là, ogni secondo era prezioso>> Chantal mi fece il terzo dito e io continuai a guidare.

Quando arrivammo a casa mia lei mise subito il telefono sotto carica e la prima cosa che fece fu chiamare Dylan, a quanto pare aveva dovuto correre a piedi fino a casa della nonna di Chantal perché Caleb era scappato con la sua moto.

<<Almeno non l'hanno preso i poliziotti>> borbottai avvicinandomi a lei e accarezzandole la spalla <<non potevo perdere pure lui>> si appoggiò sulla mia spalla con la testa, come se si fosse appena resa conto della situazione in cui ci trovavamo, Chantal si allontanò il più possibile da me.

<<Non ci pensare>> le dissi in un sussurro <<Dylan avrebbe fatto di tutto per non lasciarti da sola>> era una delle poche cose in cui credevo davvero, fin da quando avevo sbattuto Chantal fuori dalla mia vita era stata l'unica cosa a tranquillizzarmi, sapere che lei non sarebbe stata sola ma che ci sarebbe sempre stato qualcuno al suo fianco.

La guardai spostare i capelli oltre la spalla e posare gli occhi su di me titubante, la luce della luna che illuminava la sua pelle la rendeva ancora più bella .

Averla così vicina a me era una tortura.

Era come quando la vedevo e smettevo di respirare ogni volta che lei era nei paraggi, per questo non funzionava con le ragazze che frequentavo perché Chantal si era presa il mio cuore anni fa.

L'aveva fatto in silenzio, senza farsi notare come un ladro che deve stare attento a non farsi notare.

Chantal era sempre stata mia amica e poi si era impossessata del mio cuore senza che io me ne rendessi conto, tutte le volte che mi sorrideva e tutti i momenti che avevamo passato insieme erano serviti a farmi innamorare di lei, era stata così brava che non avevo mai sospettato nulla, prima di quella sera non avevo mai pensato che potessi piacere a Chantal.

<<Perché mi stai guardando così ?>>.

<<Così come? Ti sto guardando come ho sempre fatto>>.

In due falcate l'avevo già raggiunta, circondai il suo viso con le mie mani e le rifeci la stessa domanda di prima notando come i suoi occhi si fossero illuminati <<come se fossi il tuo cazzo di universo>>.

Perché lo era.

Forse non l'avevo realizzato quando ero più piccolo come lei, ma mi piaceva pensare che io e Chantal fossimo davvero nati per stare insieme e che erano state difficoltà esterne a impedirci di stare insieme.

<<Ti guardo così da anni Chantal e te ne accorgi solo ora?>> rimase in silenzio ed evitò di guardarmi, si staccò da me e si sedette sul divano.

<<Anche quando non ti conoscevo eri il mio cazzo di universo>>.

Rendendomi conto che si stava imbarazzando decisi di cambiare argomento, non ero molto bravo ad allontanarla se poi le dicevo quelle cose.

Guardami come la prima voltaWhere stories live. Discover now