Capitolo 32: Can We Be Eachother's Company?

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CHANTAL

Dovevo rimanere calma.

Se avessi perso il controllo avrei dimostrato a Danielle Smith che aveva ragione su di me.

<<Quella ragazza è una piccola troietta dei bassi fondi, sono così fecipe che non frequenti mio figlio>>.

Avevo dovuto servire la famiglia Smith e sentire i loro orribili commenti su di me, l'unica cosa che non avevo sentito erano delle parole di Axel in mia difesa, e avevo pure iniziato a pensare che fosse simpatico.

Provai a trattenere le lacrime dicendo a me stessa che non avevo motivo di piangere, non mi importava un cazzo di quella donna, che era chiusa in bagno da quando Cole le aveva versato del caffè addosso per difendermi.

Quelle parole erano effimere come un pezzo di carta.

Perché non erano vere, giusto? Io non ero solo una Serpents del South Side con una brutta infanzia?

Non sapevo nemmeno io chi fossi.

Sentì due mani cingermi la vita da dietro, mi avvicinò fino a farmi scontrare al suo petto, mi bastò vedere le mani tatuate per capire chi fosse venuto a consolarmi.

Mi girai lentamente per poterlo guardare negli occhi, Cole non mi lasciò andare neppure un secondo e dai suoi occhi capivo il suo dispiacere per quella situazione.
Accarezzai il suo viso e appoggiai la fronte alla sua.

<<Non sei sola>>.

Se fino a qualche momento prima mi ero sentita come un puzzle a cui mancava un pezzo, con Cole mi sentivo di nuovo completa.

Era inutile negare che quando il suo corpo era a contatto con il mio una scarica di energia si diffondeva per tutto il corpo, che il mio dolore sembrava scomparire quando Cole era nei paraggi perché lui riusciva a capire cosa avessi passato.

Che le sue mani erano familiari perché erano quelle che avevo stretto fin da quando ero bambina.

<<Non credere nemmeno a una parola che hanno detto quegli stronzi Jensen>> eravamo così vicini che sentivo il suo respiro, le lacrime iniziarono a bagnarmi le guance, ma almeno c'era qualcuno che le asciugava <<sei una cazzo di forza della natura, quegli idioti patinati non hanno idea di cosa sia la vita vera, non sanno cosa vuol dire avere il dolore al tuo fianco tutti i giorni.
Ma tu ed io si>>.

<<So come ti senti ora, vorresti spaccare tutto e picchiare le persone che ti hanno ferita perché pensi che quello che hanno detto sia vero.
Ma ascolta una persona che ti conosce da quando eri una bambina.
Tu non sei il tuo passato.
Tu non sei il tuo trauma.
Tu non sei quello che dicono loro.
Tu sei Chantal e sei una sopravvissuta, una ragazza bellissima e intelligente, un'amica e una sorella fantastica, una che non si sa orientare nemmeno in casa sua, una che è stata rimandata in geografia perché non sapeva che Washington D.C si trovasse in America
Tu sei una canzone che ascolterei fino alla morte>>.

Mi ritrovai a sorridere, mi persi negli occhi di Cole, in quelle pozze colore cioccolato che fin da quando ero bambina mi avevano fatta sentire al sicuro.

I sentimenti che stavo provando erano troppo forti, una fiamma che mi avrebbe bruciata viva senza farmi male.

Perché doveva fare così? Lasciarci andare per sempre sarebbe stato molto più facile, e invece eccoci lì a pregare che il tempo rallentasse per poter continuare ad abbracciarci.

<<Chantal!>> Axel uscì dal bar correndo, né i suoi occhi furenti per la mia vicinanza con Cole, né il fatto che alla fine fosse venuto a vedere come stessi mi fece staccare da Cole.

Guardami come la prima voltaWhere stories live. Discover now