Capitolo 12:criminals

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CALVIN

Odio, vendetta , rancore 

Questo era l'ABC per uno come me cresciuto in un'ambiente dove si diventava uomini prima del tempo, dove l'amore era una debolezza che doveva essere schiacciata.

Quand'ero piccolo non avrei mai immaginato di tenere in mano una pistola, di picchiare chiunque osasse contraddirmi e di non finire la scuola perchè finito in carcere, mia madre non avrebbe mai voluto questa vita per me.

Lei era una donna amorevole che desiderava solo il meglio per me e i miei fratelli, ogni volta che mi dava il bacio della buonanotte si scusava per avermi fatto nascere in un mondo pieno di odio, si scusava per com'era fatto mio padre e per le cose che mi avrebbe costretto a fare.

Mia madre mi aveva giurato di non abbandonarmi e di proteggermi.

Durante le notti senza luce mia madre era il mio unico faro, quando c'era lei tutte le stelle brillavano e io le promisi che le avrei contate tutte e che le avrei detto il numero.

La notte che morì non c'era nemmeno una stella in cielo.

Con la morte di mia madre le tenebre entrarono con prepotenza nella mia vita, mio padre scacciò con violenza tutto il bene che mia madre aveva cercato di insegnarmi, al suo funerale non potetti nemmeno piangere perchè mio madre era una puttana che aveva tradito mio padre e aveva provato a portargli via i figli , quindi non meritava che i suoi figli versassero lacrime per lei.

Piansi da solo nella mia stanza e poi quando la mia gemella Crystal mi raggiunse finsi di essere incazzato con nostra madre, la chiamai troia e dissi di odiarla. 

Dopo tutto quel tempo passato a fingere di essere un mostro lo diventai davvero, c'erano poche persone con le quali mostravo ancora la mia umanità, delle quali mi preoccupavo e per le quali mi sarei sacrificato, oltre i miei fratelli c'erano i miei amici Luke e Erik.

La seconda notte senza la luce delle stesse fu quella in cui morì Erik e in cui venne arrestata Crystal.

Diventai la versione peggiore di me stesso, non credevo più che là fuori ci fosse qualcosa ad aspettarmi e pensavo di essere condannato ad essere infelice.

Quando stavo per ammazzarmi perchè non sopportavo più di vivere in quel modo Jade entrò nella mia vita, mio padre voleva che io la sposassi e anche se io dissi che l'avrei fatto solo per senso del dovere in realtà lo facevo perchè sapevo che Jade era quella giusta e che mi avrebbe fatto tornare buono.

<<Sta entrando la sposa>> mi sussurrò Luke all'orecchio, gli diedi una pacca sulla spalla e mi voltai verso la navata da dove sarebbe entrata Jade.

Il velo bianco le copriva metà del volto, eppure riuscivo a vedere i suoi occhi blu anche sotto strati di velo.

Le tolsi il velo davanti alla faccia e per un secondo smisi di respirare, Jade era bellissima e anche se sapevo che non voleva sposarmi e che solo l'idea di passare il resto della sua vita con me le faceva venire voglia di piangere volevo comunque tenerla con me.

Ero così egoista da non volere che quel bellissimo angelo se ne andasse, Jade mi ridava la pace con uno sguardo e non volevo che mi lasciasse nonostante tutto l'odio che provava nei miei confronti.

Per tutto il tempo lei guardò i suoi parenti sperando che mettessero fine al matrimonio, io invece guardavo solo lei.

La sua purezza mi aveva contagiato e lei mi era entrata dentro anni prima, quando l'avevo vista per la prima volta e suo cugino mi aveva detto di non avvicinarmi a lei perchè voleva proteggerla. Il giorno prima ero andato a trovare Erik al cimitero e gli avevo promesso che mi sarei preso cura di Jade e che avrei fatto di tutto pur di renderla felice.

Guardami come la prima voltaWhere stories live. Discover now