CHIARA POV'

Mi voltai, dandogli nuovamente le spalle, e ripresi a suonare. Ero delusa, come nasconderlo. Speravo che fosse venuto per parlarmi, o anche solo per ascoltarmi suonare, magari. Ma ero più che sicura che nemmeno si ricordasse che lo facevo. Ormai sembrava avermi cancellata completamente dalla sua memoria. Aveva cancellato la nostra amicizia con talmente tanta facilità da farmi sorgere spontaneo un dubbio: la nostra amicizia era mai esistita o me l'ero solo immaginata? Se fosse stata reale per lui non sarebbe stato così facile dimenticarsi di me. Gli unici momenti in cui si ricordava della mia esistenza erano quando doveva umiliarmi davanti ai suoi amici. E a quel punto avrei preferito che mi ignorasse. Continuai a suonare per non so quanto, forse un paio d'ore o di più, facendo qualche pausa ogni tanto, perché persa fra i pensieri smettevo di suonare senza rendermene conto. Quando capii che non sarei più riuscita a concentrarmi, presi lo zaino da terra e uscii dall'aula. Mi fermai in corridoio, presi il telefono e vidi che erano le quattro e quarantacinque, fra un quarto d'ora Eva avrebbe finito le lezioni, quindi decisi di aspettarla per tornare a casa con lei. La mia attenzione fu attirata da una musica lenta e molto bella diffusasi nel lungo corridoio. Una luce, che filtrava da sotto la porta della stanza affianco alla quale ero prima, mi fece capire che proveniva da lì. Presa dalla curiosità mi avvicinai, girai la maniglia, socchiudendo la porta, e sbirciai all'interno dell'aula. Come prima cosa mi saltarono all'occhio dei banchi, disposti lungo la parete in fondo all'aula. Messi in modo da non intralciare. Sulla parete opposta c'era uno specchio alto e longilineo, simile a quello che io avevo appeso nell'anta interna dell'armadio, appoggiato al muro. Sotto ad esso un piccolo stereo dal quale proveniva la musica che filtrava nel corridoio. Al centro dell'aula c'era Sebastian, sudato e ansimante, che si muoveva in perfetta coordinazione con la canzone. Un impulso mi costrinse ad entrare per vederlo meglio. Non me ne resi nemmeno conto, le mie gambe agirono prima che il cervello capisse. La musica era talmente ad alto volume che non si era nemmeno accorto di me fino a quando non aveva visto il mio riflesso, incantato a guardarlo, nello specchio davanti a lui. Si fermò di colpo. E dio se era bello con la t-shirt bianca, resa trasparente dal sudore, e i pantaloni stretti della tuta, che mettevano in risalto le gambe toniche. Il suo viso era cosparso di goccioline di sudore che, incontrandosi con la luce, creavano un gioco di luci che gli faceva splendere il viso. Sbiancò di colpo, prendendo il colorito della sua maglietta. Andò a spegnere la musica, facendo piombare la sala nel silenzio, colmato solo dal suo respiro irregolare, e si avvicinò a me. La sua espressione diventò dura, mi prese dalle spalle e spingendomi indietro chiuse la porta con il mio corpo, spingendomi ad appiattire la schiena sulla sua superficie. -Non puoi dire niente a nessuno. Chiaro? Altrimenti ti renderò la vita un inferno. - mi minacciò, con sguardo deciso. Aggrottai le sopracciglia sbalordita e mi lo scansai di dosso, spingendolo due passi più indietro. -Davvero potresti rendermi la vita peggiore di quanto tu non stia già facendo? Sai, non credo proprio. - dissi delusa, facendo una risata amara. Si accigliò, aggrottando le sopracciglia per un secondo, e nei suoi occhi vidi trasparire del rammarico. Gli lasciai un ultima occhiata, colma di disgusto. Mi staccai dalla porta, aprendola, e andandomene di lì. Appena fui fuori la porta della stanza opposta si aprì, rivelandone Eva, raggiante. Chissà cosa le era successo. Mi sarebbe piaciuto chiederglielo, ma quello che era appena accaduto mi aveva lasciata senza parole, quindi mi limitai a fare un sorriso tirato e andammo a casa. Percorremmo il tragitto fino a casa sua in silenzio, lei occupata a scrivere qualche messaggio, sorridendo di tanto in tanto. Appena arrivammo la salutai e le dissi -A domani, ciao. - mi fece uno dei suoi bellissimi sorrisi dolci, che mi alleggerì un po' il cuore, e disse -A domani. - Mi diede un bacio sulla guancia e sparì oltre la soglia di casa sua. Ripresi a camminare, ma qualcuno mi bloccò, prendendomi il polso. Sobbalzai, urlando per lo spavento, ma quando mi girai e vidi che era ancora Sebastian potei tirare un sospiro di sollievo. -Che diavolo vuoi adesso? - sbottai irritata, strattonando via il polso dalla sua presa. Mi guardò in modo strano. -Ti-ti ho davvero rovinato la vita? - balbettò, il rammarico che leggevo nei suoi occhi era palese. Aggrottai le sopracciglia. -Si, ma tanto a te che importa? Tu hai tutto quello che puoi desiderare: sei popolare, ricco da far schifo, bello, puoi avere tutte le ragazze che vuoi. Che tu abbia rovinato gli ultimi tre anni della mia vita o no non credo ti cambi più di tanto, giusto? - dissi, guardandolo dritto negli occhi. Dopo poco li abbassò, spostandoli all'altezza del mio collo, non riuscendo a reggere il mio sguardo. Non disse nulla, ma non serviva, i suoi occhi parlavano al posto suo. Mi scese una lacrima, che mi rigò il volto, e molte altre dopo di lei continuarono a sciogliere il trucco indisturbate, sciogliendo il mascara sulle mie guance. -Come pensavo. - dissi abbassando lo sguardo, amareggiata. Non gli importava, non gli cambiava nulla che io soffrissi a causa sua. Mi prese il viso fra le meni e lo alzò, in modo che potessi guardarlo negli occhi. Mi asciugò le lacrime, togliendo i residui del mascara colato, e si scusò. -Mi dispiace. - sussurrò, mordendosi il labbro inferiore, irrequieto. Insicuro e impacciato, mi circondò il collo con le braccia, e mi avvolse in un abbraccio. Il primo dopo tre lunghi anni. In un primo momento mi irrigidii, sorpresa, ma poi ricambiai il suo gesto, affondando il viso nell'incavo del suo collo, godendomi il suo profumo. Non sembrava neanche più il solito Sebastian, era come tornato quello di una volta. Quello dolce, quello che ogni volta che stavo male ne soffriva e mi consolava. E dovevo approfittarne, perché dentro di me sapevo; sapevo che non sarebbe durato a lungo.

ANGOLO AUTRICE↭
Hey!
Volevo solo informarvi che questa é la mia prima storia, quindi vi chiedo di scusarmi se non é il massimo e se ci sono vari errori.
Spero comunque che in qualche modo vi piaccia.
Un grande grande bacio a tutti.
-LIDIA

Lidia00x
Inchiostroalpostodelsangue//


"Come aeroplanini di carta"Where stories live. Discover now