Ice and Fire: il principe che...

Por Daenerys2474

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COMPLETA Sequel dell' ottava stagione de "Il Trono di Spade" : Daenerys è morta, Jon è nel nord. Ma... se la... Más

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Por Daenerys2474

SCOMPARSA

Come ormai ogni giorno da quando era guarito, Jon si esercitava con la spada, con la lancia lunga aiutato dagli immacolati e con la daga, complici i secondi figli che scrupoli non avevano ad abbattere il nemico con mezzi leciti ovvero illeciti. Si svegliava all'alba quando Daenerys ancora dormiva e, cercando di fare meno rumore possibile, indossava in tutta fretta gli abiti più leggeri che avesse, un refrigerante ma celere bagno ad accompagnarlo e prendeva il suo posto tra i ranghi dell'esercito.

Al suo risveglio, non era inusuale per Daenerys non trovarlo accanto a lei. Si era abituata ma ciò non significava le facesse piacere.

Amava i momenti in cui, destandosi lo trovava al suo fianco o quando, riavendosi dalle coltri notturne, si ritrovava abbrcciata a lui, il capo poggiato sul suo petto , le braccia di lui che protettive la stringevano.

Erano i momenti in cui, prima della frenesia della giornata, dei tanti impegni, si sentiva appagata ed in pace con se stessa ed il mondo! E solo Jon Snow era mai stato in grado di farla sentire così. Invero sapeva assai bene che tutto quello che faceva era per lei e per i loro figli: voleva essere al meglio di sé per quando sarebbero tornati a Westeros e la lunga convalescenza dopo essere stato ferito non l'aveva di certo aiutato.

Dunque anche quella mattina Daenerys si apprestò a fare colazione da sola. Spiluccò qualche tartina al limone, le sue preferite, e qualcuna al mirtillo, ripromettendosi di lasciarne alcune per Jon, le sue favorite. Bevve qualche sorso di latte mesciato al miele e fece chiamare dalle guardie la sua ormai fidata ancella Samira. Aiutata da alcuni servitori furono portate tinozze su tinozze di acqua per riempire la vasca di marmo, la sua particolare forma esagonale a renderla ancora più grande e confortevole.

Un Bastoncino di incenso per aromatizzare la stanza da bagno e i vapori dell'acqua bollente profumata con oli di limoni e lavanda e e rosa per rilassare e distendere i muscoli contratti. Anche se non con l'assidua frequenza di Jon anche lei stava imparando l'arte della spada, non sempre poteva esserci un drago o Jon a proteggerla e lei voleva sentirsi indipendente, padrona della sua persona e del suo destino.

Dopo aver trascorso un tempo che non seppe dire, ammollata nelle acque refrigeranti, un lieve torpore ad allampanargli i sensi , si diresse alla toiletta dove Samira l'attendeva. Provvide a lisciarle i capelli fino a quando non furono lucidi e asciutti, intricò trecce su trecce, un ferro arroventato su fuoco per delineare gli splendidi boccoli che scendevano sino alla base della schiena. La piccola ragazzina salvata dalla schiavitù era divenuta molto brava nell'accontentare sua grazie con acconciature sempre più particolari. Almeno in questo Danenerys non si sentì di poter rimpiangere Missandei, ma la dolce scriba dagli occhi dorati era ben altro, un'amica una confidente, quasi una sorella e spesso si sentiva responsabile per la sua atroce fine.

Non avrò mai più un'amica come te!

Il suo viso si rattristò, Samira temette per un attimo non fosse contenta della acconciantura, ma Dany la rassicurò. Lei non poteva certo sapere. Non aveva mia provato a pensare alla dolce ancella come ad una possibile nuova amica, per quanto la trovasse gentile e affabile. Quasi temeva di usurpare la figura della sua amata Missandei.

Lei non avrebbe mai voluto che fossi sola, ne sono certa, è anche merito suo se mi sono lasciata andare con Jon quando lo conobbi, allora il mio cuore era divenuto così duro. Troppi dolori per pensare ancora una volta all'amore, chi mai avrebbe potuto volere mai sposare una regina sterile, per quanto una regnante.

Forse temeva di perdere altre persone care, gente inerme che non avrebbe mai potuto difendersi da sola, come era accaduto a lei, alla sua cara indimenticabile amica, rea solo di essere stata sua intima confidente, la sua regina.

Temo forse che altri dolori possano farmi tornare in quell'inferno in cui mi sono ritrovata, divenire di nuovo la regina folle come mi chiamano?

No! Per quanto ci pensò a lungo si rese conto che quella donna di pochi momenti che avevano condizionato la sua vita non esisteva, era giunta chissà da dove, come un abito indossato a forza, e sparita appena quell'abito era stato strappato via.

Io non sono mai stata così e mai qualcosa del genere si ripeterà nella mia vita. Non finirò mai di fare ammenda per tutti quei morti ma mi riprometto di rendere la vita di chi è ancora vivo la migliore possibile. E' questo il compito di un regnante, non indossare una corona!

Quasi senza pensarci chiese a Samira di farle compagnia per il pranzo.

La giovane arrossì, quasi stentava a credere che la regina Daenerys Targaryen in persona stesse parlando proprio con lei. Le guance rubizze, il sorrise splendente non lasciavano dubbi sulla felicità che quella semplice richiesta le aveva procurato.

Si inchinò più e più volte lasciando la camera, felice come una bimba che avesse ricevuto il più bel balocco della sua vita.

Daenerys si sentì contenta di quel piccolo gesto che per quella ragazza invece significava tantissimo e, in fondo, poteva essere l'inizio di una nuova amicizia.

Ma in cuori suo non poté non pensare alla sua dolce cara Missandei.

Cercando di scansare i pensieri tristi che quelle decisioni avevano comunque riportato alla mente decise di andare a trovare i suoi bambini

Si diresse spedita ai loro nuovi appartamenti confinanti con quelli suoi e di Jon. La camera era stata arricchita di giochi di ogni tipo e i bimbi, per quanto i loro genitori fossero così tanto occupati non ne risentivano troppo. trovavano sempre il modo e il tempo di ritrovarsi tutti insieme e passare qualche ora spensierata.

Vostra grazia' l'accolse Kinvara con il suo solito fare tranquillo. 'Puntuale come ogni giorno.'

'Mai potrei privarmi della gioia di avere i miei figli accanto dopo tutto il tempo separati, loro a Volantis ed io a Meereen, per quanto fatto solo per il loro bene.'

La vista della loro mamma e i bambini si precipitarono gattonando verso Daenerys. Rhaenys riuscì persino a muovere qualche passo verso Dany, accomodata su un grande tappeto di Myr, pronta ad accogliere i suoi figli tra le sue braccia.

'Mamma mamma!' Entrambi i bimbi la chiamarono a gran voce abbracciandola e riempiendola di baci.

'Non riesco a crederci, sta già iniziando a camminare.' Daenerys si portò una mano sulle labbra quasi inebetita, mentre continuava a stringerli tra le sue braccia.

'Si vostra grazia,  i bimbi crescono in fretta, presto cammineranno entrambi' le sorrise lieta Kinvara.

In quel momento pensò a quanto ingiusta fosse stata con Jon. Certo aveva avuto le sue ragioni. Per quanto riappacificatisi non poteva certo cancellare dalla memoria il suo terribile gesto, nonostante avesse quasi perso la sua di vita per proteggerla. Dovevano conviverci entrambi: avevano fardelli che mai avrebbero potuto del tutto scordare, questa era la sola unica amara verità. Si rendeva tuttavia conto di averlo privato di un'esperienza unica: conoscere i suoi figli appena nati e poi vederli crescere... e forse quello sarebbe stato qualcosa che avrebbe rimpianto per sempre. Lui non aveva mai pensato a dei bimbi, come del resto nemmeno lei, entrambi per ragioni differenti, e la felicità che aveva visto nei suoi occhi la prima volta che li aveva incontrati! Le dispiacque molto che i loro trascorsi avessero privato Jon di una tale gioia, lui che di gioie dalla vita ne aveva ricevute ben poche e sicuramente quell'evento, anomalo, difficilmente si sarebbe ripetuto. Il suo grembo era sterile, doveva convivere con ciò. kinvara non aveva potuta darle alcuna speranza. Probabilmente erano state le forze convergenti di quello strano magico periodo a Westeros, le energie mistiche sbilanciate e convergenti nello stesso luogo al medesimo tempo a ridargli fiamma, ma dubitava seriamente che avrebbe potuto avere altri figli. Se ne rammaricò, per se stessa, perché aveva dovuto lasciarli appena nati per proteggerli da Bran, e per Jon che non avrebbe mai potuto vivere appieno un'evento così unico. Ma conoscendolo ormai bene, il meditabondo Jon Snow non avrebbe potuto amare i suoi bambini di più nemmeno se fosse stato presente sin dall'inizio.

E in fondo per me che ho sempre pensato che i draghi sarebbero stati i miei unici soli figli è una tale benedizione che mi pare quasi blasfemo desiderarne altri.

Ma la verità era una un'altra. Per quanto tentasse di reprimerla Mhysa l'avevano chiamata subito, quando aveva liberato gli schiavi e lei madre si sentiva, anche se mai altri bambini avrebbe potuto partorire, stringere a sé e allattarli al suo seno.

Cercò in ogni modo di rasserenarsi, oramai non poteva cambiare il passato, ma far si che il futuro suo, di Jon e dei loro figli fosse il più roseo possibile.

Giocò e strapazzò i suoi cuccioli di coccole fino a che non furono talmente stanchi da addormentarsi. Baciò le loro fronti con tutto l'orgoglio che una madre poteva sentire per i suo piccoli e li la lasciò alle cure delle sacerdotesse.

Si diresse poi spedita verso le sue stanze, pronta ad incontrare Samira: le pareva strano, ma sentiva una gioia insperata all'idea di provare ad avere una nuova amica.

Al suo arrivo i due immacolati, bronzei e impettiti nel loro fattezze, quasi finti per quanto fossero perfetti, coperti da capo a piedi dalle loro abituali armature, l'elmo ad una cresta a coprire il loro viso e lancia in mano, salutarono la regina come d'uso. Daenerys controllò che il pranzo fosse stato portato in camera per due persone e si apprestò ad attendere Samira nel solarium, rimirando lo splendido sole che caratterizzava Meereen.



L'ancella giunse puntuale, anche in anticipo, forse per paura di fare ritardo. Non trovò guardie all'entrata.

Forse la regina ha pensato di mandarle via.

Dunque bussò alla porta per annunciarsi.

'Vostra grazia posso entrare.'

Nessuna risposta.

'Vostra grazia, sono Samira è permesso.' La fidata ancella continuò a chiamare ancora ancora e ancora, ma... nessuna risposta.

A Samira sembrò tutto così strano.

Forse la regina ha cambiato idea o semplicemente qualche urgenza sopraggiunta di cui non sono stata avvertita.

Del resto si rendeva conto di essere solo una ragazza della servitù, che Dany trovava gradevole e piacevole, ma non da comunicarle sicuramente i suoi spostamenti imprevisti.

Eppure c'era qualcosa che la inquietava per cui decise in ogni caso di entrare nelle sue stanze.

Fece il suo ingresso con passo felpato, quasi timorosa, ma ci mise poco a rendersi conto che Il pranzo era sul tavolo, preparato per due.

Dunque sua grazie non ha cambiato idea.

Si guardò intorno, tutto era in ordine, esattamente come quando lei era andata via, eppure Daenerys Targaryen non c'era.

Samira controllò tutti i possibili posti degli appartamenti in cui la regina poteva essere, ma non la trovò.

Il suo cuore cominciò a battere sempre più velocemente, lo sapeva lo sentiva, c'era qualcosa che non andava, qualcosa era successo, di questo ormai era più che certa.

Le guardie non c'erano e la regina neppure, il pranzo era lì ormai freddo.

Cos'è successo. Dov'è sua grazia!

Si ritrovò le guance bagnate da perle di sale, non sapeva cosa fare e, a quel punto, prese l'unica decisione possibile: si precipitò da Jon Snow, ancora sullo spiazzo da allenamento, che in quel momento stava rinfrescandosi dopo il duro sforzo profuso.

Giunse veloce come una gazzella ' Vostra grazia' proferì ansimante.

'Samira non chiamarmi così' Jon si porto i capelli bagnati indietro, legandoli con un laccio, stizzito da quel formalismo che gli sembrava del tutto inappropriato.

'Scusatemi... io... io... non so' blaterò quasi biascicando.

'Cosa c'è Samira.' Jon si stava tamponando la fronte con una salvietta quando notò con evidenti attonimento il volto sconvolto della giovane donna.

'La regina... ecco... la... la... regina... mi aveva... invitata... a... mi aveva invita a pranzo, ma...' piagnucolò senza alcuna remore.

'Ma cosa!'Ppoche sillabe che parevano macigni.

'Lei.. vostra gr... vostr... Jon... ecco lei.. lei non c'era! Non c'erano nemmeno le guardie! Io... non so dove sia!'

Jon trasecolò a quelle parole. Gli occhi gli si appannarono, per un momento ebbe quasi l'impressione che quei pochi sconnessi lemmi potessero farlo letteralmente capitombolare a terra, ma doveva mantenere il controllo.

'Samira, ascoltami... ascoltami!' Le urò contro, la scosse per le spalle vedendola completamente fuori di sé. 'Cerca Daario e Verme Grigio e falli recare nella sala delle udienze. Io tornerò presto.'

Jon lasciò Samira in preda ad uno stato a dir poco confusionale, continuava a scuotere il capo in segno di assenso ormai fuori di sé e lui... lui ancor più preoccupato, cercò Daenerys in ogni luogo: le loro stanze, le stanze bambini, i giardini, ma... nulla! Sembrava che nessuno sapesse che fine avesse fatto la regina.

A passi lenti, il capo chimo, in preda al terrore, si recò nella sala del trono dove Daario e Verme Grigio erano giunti da poco.

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