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CALDE VIBRAZIONI

Il caldo stava appannando i suoi sensi, la mente corrotta da qualcosa di così estraneo a lui. Vagava per la grande Piramide di Meereen in cerca di refrigerio.

Quella mattina non c'erano udienze per ordine della regina. Jon Snow non riusciva ad abituarsi alle alte gradazioni climatiche di Essos. Lui era sempre vissuto a nord, la neve era sempre stata sua compagna da quando aveva avuto l'età per capire. Mantelli pesanti, lana intessuta, erano questi gli abiti a cui era conformato e, per quanto i leggeri lini sottili e freschi potessero aiutare, per lui, il caldo era quasi un nemico da combattere. Nello spiazzo interno della piramide la vegetazione creava un po' di ombra. Olmi, ontani, ulivi, avvinghiati dalla glicine bianca: la camicia finalmente cominciava a non essere più una seconda pelle, il sudore non era più così insopportabile. Una fontana di pietra dalle tondeggianti forme e si bagnò il viso. 

Fresca!

Per un momento Jon Snow non patì più il caldo. Risalì la scalinata laterale e si ritrovò sul secondo spiazzo sospeso. Voci, rumori: c'era qualcuno lì. Si guardò intorno e non ci mise molto a incrociare la splendida immagine di Daenerys. Pantaloni di lino e un corpetto di cuoio dipinto portato sulla pelle nuda, i capelli raccolti in una lunga treccia che si muoveva quasi come una frusta mentre, con una spada di legno, si stava spendendo in un allenamento contro un fantoccio di stoffa. 

Si poggiò ad una colonna e rimase a guardarla, sorridendo incantato. Anche con una spada di legno in mano, piccole gocce di sudore che le bagnavano la pelle, le ciocche degli argentei capelli scompigliati, Daenerys Targaryen era la sensualità su questa terra, la sua eterea bellezza resa ancora più fulgida dai raggi del sole che le scolpivano i leggiadri lineamenti.

Sarebbe potuto rimanere lì per ore a guardarla! Quanto faceva male il cuore al pensiero di averla persa per sempre!

Avrebbe voluto solo ammirarla, non dire nulla, non voleva in alcun modo disturbarla, ma il combattente che era in lui bramava per venire fuori.

Se si sta allenando vuol dire che potrebbe esserle utile, dunque che lo faccia correttamente. Non posso restare in silenzio.

'E' sbagliata l'impugnatura' urlò dalla sua postazione.

Daenerys si bloccò di colpo guardando da dove la voce provenisse. Era Jon, lo avrebbe riconosciuto dovunque. Lo individuò poggiato al colonnato, le braccia incrociate sul petto che stava guardandola.

Dal parapetto agguantò una pezzuola e si tamponò la fronte, cercando di regolarizzare la respirazione alterata per lo sforzo.

Lasciò la pezzuola e con la spada ancora in mano lo guardò. 'Cosa hai detto?'

La distanza tra loro non permetteva di comunicare. Lentamente Jon si avvicinò a lei.

'Non era mia intenzione disturbarti, ma ho visto che stavi allenandoti e... non lo stai facendo in modo corretto.'

Lei inarcò un sopracciglio, la mano sinistra sul sinuoso fianco. 'Ah, davvero! Questo mi dispiace. Cosa c'è che non va, cosa sto sbagliando.'

'Ecco... la prima regola per combattere bene è considerare la spada il prolungamento del proprio braccio'.

'Devo dedurre, quindi, che non stavo facendo questo.'

'In effetti... davvero no! L'impugnatura con cui tenevi la spada era del tutto sbagliata.', si portò indietro una ciocca di riccioli ribelli.

Dany restò qualche momento in silenzio di fronte a tanta franchezza'. Era anche tanto che non riuscivano ad avere una civile conversazione.

'Bene dunque, sei tu l'esperto in questo campo, come dovrei tenerla?'

Ice and Fire: il principe che fu promessoWhere stories live. Discover now