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LE SCELTE DELLA REGINA

Dopo quello che era accaduto con Daenerys giorni addietro, Daaario Naharys assunse un comportamento composto e rispettoso. Nulla più farse da guitti, atteggiamenti eccessivi o irriverenti e provocatori: sperava fortemente che questo suo cambio di rotta potesse rendere più benevola la sua amata regina nei suoi confronti. Sapeva di aver creato un forte attrito tra loro e lei non era persona facile ad ammorbidirsi. Era stata tradita troppe volte nella vita e sarebbe stato davvero arduo farsi perdonare. Per ora poteva solamente cercare di essere il più pacato e tranquillo possibile, confidando affinchè lei potesse sbollire la rabbia e le acque calmarsi.

Nessuno parlò più degli avvenimenti dei giorni precedenti. Daenerys cercò di dimenticare quel momento in cui si era lasciata andare e Jon, di suo, continuava ancora ad essere all'oscuro sulla verità dei fatti.

Si erano riuniti, quella mattina, nella sala delle mappe al fine di fare il punto della situazione e mettere in piedi le migliori strategie possibili in prospettiva del futuro ritorno a Westeros.

La situazione venutasi a creare era, tuttavia, quantomeno particolare.

Jon scrutava Daenerys, che cercava di guardare, non vista, Jon e Daario, di suo, tentava di spiare sia Dany che Jon. Nell'immediato, tuttavia, c'erano dei pensieri che Daenerys non riusciva a scacciare. Aveva a lungo studiato i resoconti di Daario riguardo Meereen durante la sua assenza e, come confermato nei primi tempi del suo ritorno da Samira, la sua ancella, la schiavitù, per quanto da lei abolita, continuava ad essere una piaga dura da estinguere. Allo stesso tempo, le voci su di lei, tornata dalla morte, erano mal viste dal popolo, che la considerava una sorta di incarnazione della morte.

Gli avvenimenti degli ultimi giorni avevano fortemente risvegliato il sangue del drago in lei, per cui, quasi d'impulso, informò la sua guardia personale circa ciò che aveva intenzione di fare nell'immediato.

'Voglio tenere un discorso qui, sulla piazza all'esterno della grande piramide, e dovrà essere presente quanta più gente possibile. La notizia dovrà essere diffusa in modo capillare' dichiarò decisa. 'Voglio che i miei tre figli siano presenti affinchè la popolazione di Meereen comprenda che non sono un pericolo per loro, tranne nel caso io decidessi il contrario. E' mia intenzione ribadire, ancora una volta, che la schiavitù, in questa città, è reato punibile con la morte, sperando che gli ultimi stolti ancora presenti smettano di praticarla. Per quanto concerne, invece, la mia particolare situazione, preferisco che il popolino creda che le storie riguardo la mia morte e la mia rinascita siano solo il frutto di fantasie giunte in maniera distorta dal continente occidentale. Solo così smetteranno di vedere in me qualcosa di mostruoso, ma solo una regina che vuole il bene del suo popolo.'

Daenerys, tuttavia, non si sarebbe mai aspettata la reazione incredula e preoccupata sia di Daario che di Jon. Un lungo silenzio seguì quello che aveva appena detto, nessuno pareva voler esprimersi a riguardo.

La braccia piazzate sui fianchi e il viso irritato, sollecitò entrambi nel dichiararsi circa quanto aveva deciso.

'Daario!'

'Si' sussultò sull'attenti il Comandante.

'Cosa ne pensi. Siete qui non solo per proteggermi, ma anche per darmi dei pareri.'

'Credo sia molto pericoloso' fu secco il capitano.

Daenerys cercò lo sguardo di Jon. 'Cosa ne pensi?'

'Restò qualche attimo in silenzio, evitando di incrociare i suoi occhi. ' Credo che quello che hai detto sia profondamente giusto e ammirevole, ma devo concordare con Daario riguardo la pericolosità di quello che hai intenzione di fare. Hai molti nemici e, per loro, sarebbe l'occasione giusta per mettere in atto azioni ritorsive contro di te.'

'Va bene, è pericoloso!' Assentì, tuttavia senza desistere. 'Basterà mettere a punto un buon piano per assicurare la mia incolumità. Ci saranno i draghi, ci sarete voi due come mie personali guardie, Verme Grigio e gli altri Immacolati e i Secondi Figli. Ho tutta la protezione necessaria' fu irremovibile.

Jon, infine, capitolò di fronte a tanta determinazione. ' Dovremo studiare tutto nel minimi dettagli per essere certi della tua sicurezza.'

'Qualunque piano non sarà mai sicuro' il comandante continuò a manifestare tutto il suo disappunto. 'Basterebbe una solo freccia lanciata da chiunque tra la folla: non potremo mai controllare tutto!'

'Hai ragione, non potremo mai controllare tutto! Ma io non sono qui per angustiare il mio popolo o essere prigioniera in questa piramide. Il mio compito, come regina, è quello di prodigarmi per migliorare le loro condizioni di vita e questo mi sembra un buon primo passo. Ormai ho deciso, che venga sparsa la voce dai Secondi Figli, Desidero ci sia quanta più gente possibile.'

'Come comandi' Daario evitò di contraddirla ulteriormente. Quando Daenerys si convinceva di qualcosa era impossibile farla diversamente ragionare.

'Va bene' assentì anche Jon. Aveva compreso che qualunque cosa lui o Daario avessero detto sarebbe stata del tutto inutile.

Entrambi si congedarono, erano sulla soglia della porta quando Daenerys richiamò Jon. Anche il capitano pensò bene di fermarsi.

Daario, tu puoi andare' fu, tuttavia, il secco commento di Dany.

Il comandante cercò lo sguardo di lei, poi guardò Jon: nulla. Non gli restò altro da fare che andare via, roso dalla voglia di conoscere la ragione di quel richiamo. Era certo avesse a che fare con quanto successo tra lui e Daenerys nei giorni precedenti.

'In cosa posso aiutarti?' il viso basso, Jon era ancora a disagio per quel bacio ribaldo che pensava di aver strappato a lei.

'C'è qualcosa che intendo chiarire. La ragione è, naturalmente, solo una: detesto essere usata, da chiunque, per i suoi scopi.' Si fermò un attimo, in cerca delle parole più fredde che potesse trovare. 'Quello che Daario ti ha detto non è vero. Non siano tornati insieme e non comprendo le motivazioni di tale menzogna che ti ha riferito. Detesto che si parli di me manipolando la realtà. E' tutto, puoi anche andare adesso' tagliò secco, i battiti tuttavia accelerati.

Jon assentì con il capo, incapace di proferire parola. Il suo viso mascherava, ma sentì il cuore più leggero dopo quella confessione di Daenerys, per quanto più che distaccata.

Era ormai giunto sulla soglia della porta e, questa volta, fu lui a fermarsi; avvertì il bisogno irrefrenabile di dirle riguardo quella sua sera a Meereen.

'Non è successo niente' proferì con un filo di voce.

'Cosa vuol dire?'

'Quella sera, quando ho lasciato la piramide, non è successo niente. Solo tanto vino e un gran mal di testa.'

Daenerys fu lieta che Jon le avesse raccontato quella verità ma, naturalmente, non lo diede a vedere, nè a lui, nè tantomeno aveva intenzione di ammetterlo a sé stessa. Fu, anzi, più che chiara riguardo a quello che pensava su quella denuncia.

'Non eri tenuto a dirmelo, nessuno ha manipolato la realtà per quel che ti riguarda' si sforzò di essere più che diplomatica.

'Lo so' abbozzò un mezzo sorriso.' Ma volevo, comunque, che tu lo sapessi.'

Era evidente la situazione di disagio che si era, comunque, venuta a creare: pareva di essere di fronte a due fidanzati alle prese con una schermaglia d'amore.

'Ho bisogno di un bagno caldo.' Daenerys lasciò velocemente la sala delle mappe, senza degnare Jon nemmeno di uno sguardo, cercando di mascherare il rossore che, suo malgrado, cominciava ad imporporare le sue candide guance.

Entrambi, quel giorno, avevano qualche peso in meno su cui arrovellarsi, ma Daenerys continuava a dirsi che Jon doveva assolutamente rimanere fuori dalla sua vita. Non avrebbe mai più permesso che si ripetesse un evento come quello dei giorni passati.

Se torno indietro sono perduta.

Ice and Fire: il principe che fu promessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora