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IN CATENE 

AVVISO: QUESTO CAPITOLO CONTIENE LINGUAGGIO VOLGARE E SCENE ESPLICITE

Le braccia e le gambe cercarono movimenti naturali al risveglio, movimenti purtroppo impossibili. Riaprì gli occhi rapida ma non vide nulla, solo buio, lo strepitio di ferro ad ogni suo movimento.

Cos'è successo? Dove sono!

La testa pesante e stordita che vagava in ogni direzione, inutilmente, visto la mancanza di fonti di luce. Si sentì inconsapevolmente atterrita dal trovarsi sola, in un posto sperduto, la mani e i piedi trattenuti da catene, ormai l'aveva capito.

Ci mise un po' a realizzare quello che era accaduto, a focalizzare gli eventi.

Aspettava Samira per il pranzo quando i due Immacolati che erano di sentinella fuori la porta avevano fatto il loro ingresso portando la notizia che Jon Snow si fosse ferito durante l'allenamento. Lei li aveva subito seguiti, poi... non ricordava più niente! Sicuramente avevano usato qualcosa per farle perdere i sensi, come fossero riusciti a farla uscire dalla piramide le era completamente ignoto.

Era evidente che quelli non erano membri del suo esercito e non aveva idea di dove si trovasse. Non aveva punti di riferimento, solo qualche sprazzo di luce proveniente dalle crepe nelle assi di quella che sembrava essere una baracca, una casupola in legno dove... chissà! Un forte sentore salmastro attirò la sua attenzione:

Forse sono vicino al mare...

Daenerys cercò di mantenere il controllo di sé, non poteva lasciarsi catturare anche dalla paura, seppur in cuor suo non riusciva a pensare come Jon o gli uomini del suo esercito avrebbero potuto trovarla.

"Cosa vogliono da me" pensò. "Un rapimento solo per averne oro in cambio." Le sue sensazioni la portarono lontano da quella possibilità. "Non mi hanno solo rapita, la loro intenzione è di uccidermi" concluse celermente, mentre un moto di terrore le attraversava le membra. 

Cercò con ogni modo di liberarsi da quel vincolo, ma nulla. Strisciò sul lurido e polveroso pavimento di quell'ameno posto sperando in qualche oggetto di fortuna che potesse aiutarla a rompere quel serraglio metallico ma anche tale ricerca risultò vana. Pareva che oltre lei in quel luogo non vi fosse null'altro.

L'unica consolazione era che sino a quel momento nessuno oltrepassò la soglia della porta che da qualche parte doveva pur esserci!

Ho ancora tempo per cercare una soluzione!

E riprese a strisciare perlustrando, palmo a palmo, quel posto.







Dopo l'ennesimo inutile tentativo era ormai priva di idee. Non sapeva cosa fare, come fare in modo che potessero trovarla in una città grande come Meereen. E fu allora che un pensiero l'atterrì. Era davvero ancora a Meereen? Per quel che sapeva, potevano averla portata dovunque.

Solitaria una lacrima discese a rigarle la guancia.

Non seppe dire quanto tempo rimase lì da sola, privata della luce il tempo assumeva connotati irreali.

Rumori di passi fuori dalla porta. Risate sguaiate di uomini, Daenerys ne era certa. Sentì i battiti accelerare, sperava solo che non fossero venuti per lei, ma la speranza durò poco.

Una lama di luce penetrò il buio di quel luogo per spandersi ancora quando la porta fu totalmente aperta. Chiuse gli occhi di colpo, quel chiarore repentino, dopo così tanta tenebra, le diede tedio aglio occhi. Li riaprì quasi subito per capire chi fosse giunto. 

Un uomo alto, capelli scuri e il viso tarchiato e gonfio,  una cicatrice lungo tutta la guancia fino all'incrocio delle labbra, fece il suo ingresso . Sulla soglia, mezzo coperto dall'ombra, un altro uomo si accomodò di lato sul ciglio della porta, le braccia conserte, la gamba piegata contro il margine. Anche lui sembrava essere originario del luogo, visto il colore della pelle che si intravedeva nella penombra.

Ice and Fire: il principe che fu promessoWhere stories live. Discover now