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ROSSO COME LA RABBIA

I suoi piedi toccarono l'umida sabbia mentre a piccoli passi avanzava; poi si chinò e toccò quella terra che tanto le era mancata e che pensava mai più avrebbe rivisto. Invece era viva ed era tornata nella sua casa natia: Roccia del Drago

Non potè fare a meno di ripensare a quando era stata lì l'ultima volta. Erano passati più di due anni oramai, il piccolo villaggio di pescatori purtroppo non c'era più, pochi coloro che ancora vi abitavano. Era restato solo il grande castello che si stagliava maestoso guardandola dall'alto.

Di un drago aveva le fattezze come dal Conquistatore voluto: la lunga viuzza incurvata come una coda, il portale la sua testa,  la bocca spalancata pronta a sputar fuoco, le zanne snudate, le tre cinte murarie smerlate come possenti ali dispiegate di una creatura del fuoco pronta a librarsi in volo. Per molti Roccia del Drago era tetra, sinistra, il suo colore nero segno di chissà quali oscure magie e sortilegi, ma non per Daenerys Targaryen. Torri svettanti sormontate da mostruosi doccioni, draghi, gargoyle, bestie di fuoco nelle fattezze della pietra, silenti guardiani dagli occhi inflessibili, un incendio tramutatosi in roccia. Zaffate di fumo si innalzavano dal Monte del Drago, cenere e zolfo il gigantesco respiro lavico delle profondità della terra. Paurosa? Oscura? Minacciosa? No! per lei quella era casa, la casa dove era venuta al mondo durante la più terribile tempesta che si ricordi, le navi della flotta del tutto distrutte tale la sua devastante potenza.

Si rivide assisa sul trono di pietra angolare e ripensò alla prima volta che aveva visto Jon. Qualcosa di sconosciuto si era fatto strada in lei sin da subito, nonostante la corazza di cui si ammantava. Capì immediatamente che, in qualche modo, quell'uomo presentatosi semplicemente come Jon Snow, il re del nord, avrebbe cambiato la sua vita. Un battito di cuore le era mancato quando aveva incontrato i suoi malinconici occhi del colore del soffio di drago. In quel momento ripensò alle perdite subite, agli errori commessi, ma anche all'amore che aveva scoperto, un amore diverso, qualcosa mai provato prima, comprese finalmente il vero significato di quella parola così tanto decantata da bardi e poeti. E dopo tanto tempo ricordò ancora una volta vivida quella lama così fredda che lui le aveva piantato nelle carni mentre la baciava piangendo disperato e persino il solo rammentare le provocò un senso di gelo in tutto il corpo.

Cercò di ricacciare quel pensiero, ormai aveva deciso di superare le angustie del passato e presto una nuova vita avrebbe fatto ingresso nella loro "famiglia".

Nessuno osò profanare quel momento tanto intimo e struggente per la regina, nemmeno Jon, che si tenne a debita distanza insieme agli altri.

Solo quando Daenerys si levò e si voltò verso coloro che erano sulla spiaggia lui cercò di avvicinarsi prima di tutti. Vide immediatamente i suoi occhi lucidi.

'Come stai' le chiese prontamente.

Sorrise appena mentre si mordeva le labbra. 'E' una strana sensazione, ma sono felice di rivedere Roccia del Drago.'

Nevicava, una neve lieve e sottile imbiancò i suoi argentei capelli e le scure ciocche di Jon Snow. Tuttavia un evento del genere parve sicuramente anomalo: i gran maestri della cittadella di Vecchia Città aveva invero preannunciato una lunga estate. Che fosse presagio di qualcosa di sconosciuto?

Le altri navi che trasportavano Immacolati e Dothraki si stavano avvicinando sempre di più.

Daenerys, Jon, Daario, Verme Grigio, Kinvara con Hilena e i bambini furono i prima ad entrare.

Percorsero la lunga snodata viuzza, attraversarono le tre cinte murarie scrutati dai silenti draghi di pietra e fecero il loro ingresso nella Torre del Drago. La chiamavano tamburo di pietra, visto il rimbombo del mare udibile durante le tempeste, ma Danerys si recò immantinente verso l'ultimo piano, la sua meta la sala del tavolo dipinto.

Ice and Fire: il principe che fu promessoWhere stories live. Discover now