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IL CUORE IN ESILIO

Si abbracciarono lì, sulla fredda diafana neve,  resa fulgidamente  abbagliante dai raggi del sole. Jon piangeva senza ritegno tra le forti braccia di Tormund, che non  riusciva a comprendere cosa diamine  stesse facendo oltre la Barriera.

La capanna che lui aveva a lungo occupato prima di partire per Meereen era rimasta vuota; piccola, scarna, fatta di legna e fango. Il fulvo aveva accompagnato il suo caro amico sulla collinetta dove la catapecchia si ergeva. Ci volle un po', il ghiaccio aveva trovato rifugio sotto la porta, ma un calcio ben assestato del rosso veleno di Giganti bastò per aprirla. Ragnatele e ragni avevano trovato rifugio ed era davvero fredda. Tormund accese subito un fuoco e, seduti l'uno di fronte all'altro, cercò di cogliere qualcosa dagli occhi del piccolo corvo, tuttavia ameni di vita, quasi fosse in un altro mondo. Ad ogni modo riempì due corni di birra. Jon pareva, però, continuare ad essere da un'altra parte.

'Jon!... 'tuono' Tormund, cercando di riaverlo in questa parte del creato.

Lui sussultò. Il rosso gli porse il corno stracolmo di birra e gli intimò di ingollare subitamente l'intero contenuto. In un primo momento lui fu, tuttavia titubante.

'Subito!...' incalzò l'omone; e Jon fece quello che gli fu detto: mandò giù, ma a fatica, l'intero contenuto del corno.

'Ora spiegami cosa cazzo ci fai qui! Dov'è Daenerys? Dove sono i tuoi figli!'.

Lui sospirò a lungo, pesantemente e a fatica; era dura da raccontare.

Quando ebbe finito,  fu Tormud a dover ingurgitare il piscio del Nord in un sol fiato!

'Che io sia dannato! Sansa ti ha... e Daenerys ti ha!'. Nemmeno lui riusciva a concludere quelle semplici, ma terribili frasi.

'Per i Sette Inferi!  Tua moglie non finirà mai di stupirmi. Continuo comunque a non capire perchè sei qui...'.

'Tormund io... io sono... un pericolo! Non potevo continuare a stare accanto a lei o a miei figli. Temevo quello che avrei potuto fare loro...'.

Ma che cazzo stai dicendo...' Tormund lo guardò torvo e incapace di comprendere.

Jon socchiuse gli occhi.  Gli narrò tutti i tormenti che avevano annichilito il suo essere da quando era tornato per la seconda volta. Continuava a chiedersi se mai avrebbe potuto uccidere Daenerys, che amava, che era sangue del suo sangue e sua regina solo perchè spinto dalle parole di Arya e Tyrion. Si straziava nel pensare che avrebbe dovuto aspettare, parlare con lei, cercare di farla ragionare, invece che prendere le dichiarazioni fatte in un momento di sconforto e frustrazione, di enfasi per aver ottenuto quello a cui ambiva da una vita, come la sacrosanta verità della sua mente! Avrebbe dovuto avere più comprensione per i suoi lutti, cercare di farla calmare e farla raziocinare in un secondo momento, quando l'ira e rabbia avrebbero lasciato il posto alla donna che era sempre stata, invece di prendere quell'improvvisa assurda decisione. Si martoriava all'idea che la sua prima morte lo avesse reso meno umano,  e che ora... dopo questo nuovo ritorno... sarebbe potuto essere anche peggio. Magari sarebbe diventato lui il vero folle da fermare a tutti i costi!  E temeva, più di tutto, di poter far del male alla sua famiglia.

Non riusciva a percepire la sensazione di sè: chi era veramente? Lo stesso Jon Snow? Non era mai cambiato nonostante due morti? O era divenuto un mostro, un essere immondo trasformato dal tornare da chissà quale luogo per ben due volte! Un possibile terribile assassino spietato.

Ora Tormund iniziava a capire cosa gli stesse succedendo. Non potè dirgli nulla, era qualcosa che doveva elaborare da solo. Non si trattava solo di ciò che gli avevano sibilato, irretendolo, pensò il fulvo. Lui era già sconvolto da prima, da quando aveva scoperto chi fosse in realtà e da ciò che questo aveva comportato. Allora il suo cuore era ancora il freddo cuore del Nord, plasmato dagli Stark e dalla sua amena vita, che aborriva una relazione con una zia. A ciò si aggiungeva la sua presunta pretesa ad un trono che nemmeno voleva, ma che angustiava Daenerys.  Certo però, non più dell'idea che lei sicuramente si era fatta: che Jon fosse profondamente disgustato al solo pensiero dell'aver potuto giacere con una sua parente così stretta, soprattutto dopo che, in un impeto di passione, cercando di ritrovare il calore e l'ardore di lui dopo la terribile scoperta, Jon l'aveva respinta.

Ice and Fire: il principe che fu promessoWhere stories live. Discover now