25.

1K 79 24
                                    

NERI PENSIERI

Gli immacolati portarono risolutamente un incosciente Jon Snow all'interno della piramide, le membra che pencolavano inermi, quasi come fosse morto, dove non vi era l'appoggio delle forti braccia dei soldati, gli abiti imbrattati e quella freccia che troneggiava nel suo stomaco; fiotti irregolari di sangue che continuavano a muoversi lenti, piccole chiazze che parevano un macabro rosso sentiero, un perfetto itinerario della via che avevano percorso.

La testa le girava vorticosamente, le lacrime continuavano copiose a scenderle sul viso, gli abiti, le mani, le braccia, forse anche il suo viso: il sangue di Jon era dappertutto; Daenerys pareva una statua di gesso, la mente che vagava nell'oblio.

No! Non avrebbe permesso che morisse, le aveva salvato la vita, sarebbe dovuta essere lei al suo posto! Quel pensiero le fece riprendere il filo interrotto del controllo sulla sua mente.

'Portatelo nelle mie camere' urlò.

'Cosaaa!!!' Ce ne sono tante altre, perchè la tua!' sbraitò Naharys indispettito.

Lo fulminò con gli occhi, lo avrebbe fisicamente aggredito in quel momento, poteva sentire la rabbia che le montava, ma doveva pensare a Jon, a Jon che l'aveva salvata da morte certa. 

'Ho detto portatelo nelle mie camere!' urlò ancora, la voce resa roca per il continuo gridare.

Poggiò la mano contro la gelida parete di marmo viola  e abbassò il capo. 'Cosa vuoi che faccia Daenerys' Daario Naharys, infine, capitolò.

Daenerys Targaryen non riusciva a rispondere a quella domanda.

Cosa voglio che si faccia? Io... io non lo so!

Avrebbe solo voluto rannicchiarsi in un angolo, la testa tra le ginocchia contro il petto, chiudere le palpebre per poi riaprirle e scoprire che si era trattato solo di un incubo.

Ma non era un incubo, Jon Snow stava morendo dinanzi i suoi occhi e lei era regina, solo lei poteva decidere cosa fare

Io sono il sangue del drago, io sono il sangue del drago, io sono il sangue del drago!

I suoi occhi ripresero la solita determinazione, ghermì le lacrime dal suo viso e allontanò le ciocche appiccicate incollatesi alla fronte.

'Daario,  chiama i Secondi Figli, fai cercare maestri di medicina, santoni, fattucchiere, non mi importa, chiunque possa aiutarlo!' e questa volta la sua voce era calma e pacata, quasi metallica nella sua risolutezza. Io torno subito.'

Si allontanò come una furia, le vesti sporche e imbrattate che, tuttavia, continuavano a frusciare ancora, nella sua rapida risalita fin su, in cima alla piramide, fino al piano dei suoi bambini.

Spalancò le porte urlando il nome di kinvara.

La sacerdotessa ebbe appena il tempo di voltarsi.

'Maestà! State bene,  siete ferita!'

'Sto bene, non è il mio sangue' tagliò secco.

'Jon Snow' non ebbe dubbi.

'Venite con me, dovete aiutarlo, è gravemente ferito!'

kinvara e un' altra sacerdotessa seguirono Dany, mentre l'ultima rimase con i bambini.

Quando giunsero nella camera, Jon era disteso sul suo letto, pareva una sanguigna fontana, lingue rosse che calavano lente a formare un fiore purpureo sulle lenzuola fino a qualche momento prima immacolate; le membra erano melliflue, avevano cercato di posizionarlo nella maniera più consona attendendo gli aiuti cercati.

Ice and Fire: il principe che fu promessoOnde as histórias ganham vida. Descobre agora