27.

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SOGNO O REALTA'?

Era restata lì, sul ciglio del letto, senza muovere nemmeno un muscolo, Jon che continuava a mugugnare frasi sconnesse riguardo ad un perdono, un perdono che Daenerys Targaryen sapeva bene a cosa facesse capo: il pugnale che le aveva piantato nelle carni per fermare il suo delirio di onnipotenza, inspiegabile persino a sé stessa. Lo sentiva ancora, paradossalmente, lui che piangeva disperato e lei che pensava alle mille lame con cui Aegon il Conquistatore aveva plasmato il trono di spade. Rammentava ancora, quando da bambina, non sapeva nemmeno contare fino a dieci, quando per lei mille era un concetto così astratto. Era riuscita solo a toccarlo quel trono tanto desiderato, ma non era riuscita a sedercisi su, nonostante avesse vinto la guerra. "In modo orribile" pensò, come mai avrebbe voluto, ma, in codesto modo, purtroppo e suo malgrado, era andata. L'aveva baciata con una voluttà inesprimibile, stretta tra le sue forti braccia aveva trovato una morte che, qualcuno, avrebbe potuto definire anche dolce, ma... quando una morte è dolce? Soprattutto se causata dalla persona che ami disperatamente e che non ritiene poter stare con te solo per ragioni riguardanti il concetto di vita con cui ha vissuto da sempre. Quando una morte è dolce se perpetrata dalla persona che nonostante tutto ti ama, ma deve fare quello che tutti gli dicono essere la cosa giusta? E che, probabilmente, anche lui, tormentato e strattonato nella mente, aveva ritenuto tale?

Mi hanno giudicata pazza, senza attenuanti, senza cercare di comprendermi. Se non mi avessero tradita, sarei tornata sulla via che ho sempre percorso?

Non riusciva a dare una risposta a questo suo interrogativo e mai avrebbe, in alcun modo, potuto saperlo, nessuno le aveva dato una sola possibilità. Come per ogni Targaryen che nasceva gli Dei avevano trattenuto il fiato, aspettando di vedere il lato della moneta sui cui era caduto. Follia o grandezza: tutti avevano creduto nella grandezza per poi rivoltarglisi contro scommettendo su di un re più giusto e meritevole e lei... lei era, oramai, sola e Jon non poteva più amarla. Non le era rimasto più nulla per cui... "preferisco essere temuta" aveva pensato in un attimo di sconforto, abbandonata dai suoi più fidati consiglieri, restata orfana di ser Jorah e la sua adorata Missandei, senza più l'amore carnale, da amante, da uomo con cui avrebbe desiderato condividere la vita, di Jon. Soprattutto tale perdita ultima l'aveva condotta nel suo baratro senza fine.

Immersa in tali pensieri, stordita dal delirio febbrile di lui, non si era nemmeno accorta della sacerdotessa vicino a lei, Hilena. Solo quando udì i teneri versetti dei suoi figli si voltò veloce, l'accolita che le porgeva, gentile, i suoi due bambini.

Guardò il loro padre e prese coraggio per parlare. Era difficile esprimere quello che, invero, aveva, per tanto tempo e in ogni modo, cercato di reprimere perché ingiusto, assurdo, contro ogni ragionevole consapevolezza della natura umana. Ma oramai...

'Jon...' disse a fil di voce '...riesci a sentirmi... sono Daenerys.'

Ma nulla, continuava solo a rigirarsi in preda agli spasmi.

Poggiò delicatamente Rhaegar sul letto.

Con fare cauto si avvicinò lenta al viso di Jon. Gli carezzò entrambe le guance e, quasi senza rendersene conto, le sue labbra sfiorarono appena quelle di lui. Un bcio dolce, la bocca solo lievemente posata, un gesto istintivo, non programmato, nato spontaneo dal suo cuore. Sentì qualcosa che si dileguava dentro, quasi ghiaccio che si scioglieva lasciandola libera, ancora una volta priva di difese ma... era lei! La vera Daenerys Targaryen, la ragazzina di tredici anni prima di Drogo, dei draghi, prima di tutto. Solo lei, nella sua più pura essenza.

'Jon sono Dany' ripeté ancora una volta. 'Riesci a sentirmi, ti prego apri gli occhi' quasi supplicò.

Non sapeva se fosse  il suo di delirio, ma scorse gli occhi di lui che appena si schiusero, due piccole gemme di ossidiana che stentavano a restare vigili.

Non era sogno, Jon aveva davvero aperto gli occhi, i presenti che silenziosi si fecero più vicino, tranne uno, Daario Naharys, impietrito dagli ultimi eventi.

'Da..ny' ... riuscì stentatamente a pronunciare.

'Si Jon, sono io, sono qui!' gli sorrise tra le lacrime.

'Io... io' cercò di parlare, non era molto lucido, ma era sveglio.

Le sue labbra sfiorarono ancora una volta quelle di lui.

'Sei davvero tu!' gli era difficile comprendere se fosse tutto vero o solo il delirio di un moribondo.

'Si, Jon, sono qui con te.'

Daenerys riprese Rhaegar tra le braccia.

'Cerca di tenere gli occhi aperti, qui ci sono due personcine che vogliono conoscerti.'

Jon cercò, in ogni modo a lui possibile, di mettere a fuoco le immagini.

Con il viso imperlato da acqua e sale, Daenerys si rivolse ai suoi bambini.

'Guardate amori miei, lui... lui è... è il vo... stro papà! Rhaenys, Rhaegar salutate vostro padre.'

Jon cercò di aprire gli occhi quanto più poté, incredulo nell'udire qualcosa che non era certo di aver davvero sentito.

I bimbi si avvicinarono, poggiando le loro manine sul viso di lui. Quel contatto, le calde, dolci dita dei bambini sul suo volto erano una sensazione più che reale.

"Non può essere solo un sogno" pensò.

'Ricordi... mi dicesti "siamo tornati indietro dalla morte, magari chissà" sorrise tristemente, ed infine non potè più trattenersi.

'Hai vinto tu Jon Snow! Mi arrendo dannato Re del Nord. Io... non voglio che tu muoia, devi restare con me, con i nostri figli perchè... nonostante tutto quello che è successo tra di noi, io... io... io' si levò le lacrime dal vivo, tirò su col naso, ansimò dannatamente, le labbra che le tremavano, cercò, ancora una volta, di reprimere quelle parole con tutta la forza che aveva in corpo, ma... non vi riuscì! '...Io ti amo ancora! Vivi! Vivi per i nostri figli e... e per me! Non puoi lasciarmi ora! Non ora! No!'

E tutte le lacrime del mondo si riversarono sul viso di Daenerys Targaryen,

In quel momento Jon sembrò acquietarsi, il suo respirò sembrò diventare più regolare, ma... perse nuovamente i sensi.

'Cosa succede!' urlò.

'Ha perso conoscenza vostra grazia' le sussurrò triste kinvara. 'Voi... voi avete fatto tutto quello che dovevate fare, potete esserne certa. Ora possiamo solo aspettare.'

E per la prima volta Daenerys Targaryen, che aveva, solo e sempre, creduto in sé stessa, chiese a kinvara di pregare il suo Dio Rosso per Jon.

Daario Naharys aveva assistito, impassibile, a tutto. Ora sapeva che Daenerys era sempre stata, solo e solamente, di Jon Snow!

Ice and Fire: il principe che fu promessoWhere stories live. Discover now