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IL MATRIMONIO REALE

I sette altari,  ognuno rivolto ad una delle  sette divinità del credo, erano illuminati da lame di luce, provenienti dalle finestre di cristallo istoriate del tempio della Fortezza Rossa, in una fantasmagoria di colori, le statue dei Sette a troneggiare su ciascuno di essi.

l'Alto Septon Rolfyn indossava paramenti dorati finemente intessuti  di gemme, l'enorme capo calvo incoronato da uno splendore di puro cristallo intarsiato di oro massiccio, lampi di arcobaleno che rilucevano e fiammeggiavano ad ogni suo movimento. 

Era giunto finalmente il giorno, il giorno del matrimonio reale tra Jon e Daenerys per unire finalmente Westeros e lascare al passato guerra e morte. Anche un matrimonio, per quanto potesse apparire frivolo, rappresentava la via più semplice per la benevolenza di lord e popolino verso i sovrani, anche se, per Jon e Dany, la loro vera unione era stata la prima, nell'intimità di Roccia del Drago, e poi a Grande Inverno, secondo gli Dei di lui.

Vi erano tutti nel tempio della Fortezza Rossa: il Lannister, voluto soprattutto per ragioni di politica, i lord delle casate che dal principio avevano sostenuto Daenerys e Jon; Greyjoy,  Martell, Baratheon, Dayne e dunque i lord dell'Altopiano. Non mancava nessuno, nemmeno tra coloro che erano stati graziati: Tully, Arryn, Glover, Blackwood, dal Nord sino all'incollatura. Presente vi era persino qualche faccia proveniente da fuori Westeros; Salladhor Saan, così lo aveva chiamato Ser Davos, ricordava Jon. Diceva avesse combattuto per Stannis Baratheon nella guerra dei 5 re. Vestito di seti rosse, gialle con una fusciacca blu e un buffo copricapo adornato da piume di pavone, si autoproclamava un principe pirata e pareva recasse un dono del Magistro Illyrio Mopatis, con cui nessuno dei presenti sapeva in che modo fosse in contatto, per la regina Daenerys. In ogni caso tutti dovevano sentirsi parte di questa nuova Westeros, dove gli intrighi, le faide e i tanti morti che ne erano seguiti, dovevano divenire ricordi del passato; ora Jon e Daenerys  volevano solo iniziare una nuova età di pace.

Davos guardava quei due ragazzi a lui ormai così cari tra le due torreggianti statue del Padre e della Madre e si ritrovò a sorridere nel vedere quanto formassero una coppia veramente regale.

La sposa era magnifica in seta color avorio tempestata da ghirigori di un muliebre rosa. Ametiste e diamanti arricchivano in un intrico a foggia di gemma il corpino e le maniche e la gonna, una nuvola candida di sete e crinoline decorata, come dalle pennellate di una artista, di tenue rosa,   in un disegno similare.

Ametiste e diamanti ammantavano l'acconciatura della sposa, ferma a trattenere un lungo velo di un rosa chiaro in pizzo di Myr, una collana di ametiste rosa e oro ad adornarle il vezzoso collo.

Jon era bello quasi quanto la sposa. Indossava brache nere e un farsetto di seta marrone lucida,  arricchito da un disegno a piccoli quadri elaborato con fili di oro bianco e diamanti cuciti, uno per uno, dalle abili mani delle sarte della Capitale, una collana di medaglioni di argento,  oro e rubini a impreziosire il tutto ed i capelli elegantemente tenuti fermi in un codino.

Dopo oltre un'ora di letture di  brani della Stella a Sette Punte, finalmente,  i sette giuramenti vennero pronunciati, le sette benedizioni invocate, le sette promesse scambiate, i canti nuziali furono cantati e la sfida a chi volesse opporsi a quell'unione non fu raccolta. Dunque giunse il momento dello scambio dei mantelli. Jon ne indossava uno nero impreziosito da squame di drago e il simbolo rosso del drago tricefalo ricoperto di rubini . Quello della regina richiamava il colore delicato del suo abito avorio e rosa, ma con il simbolo della loro casata identico a quello di Jon. Con delicatezza  tolse il mantello di Daenerys dalle sue spalle, lo ripiegò con cura, porgendolo a Ser Davos, drappeggiò il suo mantello sulle spalle di lei e si sporse per affibbiarglielo al collo.

Ice and Fire: il principe che fu promessoWhere stories live. Discover now