Ice and Fire: il principe che...

By Daenerys2474

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COMPLETA Sequel dell' ottava stagione de "Il Trono di Spade" : Daenerys è morta, Jon è nel nord. Ma... se la... More

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By Daenerys2474

LA NOTTE E' OSCURA E PIENA DI TERRORI

L'avevano fatta sedere sul letto, mentre Samira trasportava secchi e secchi di acqua bollente per riempire la vasca.

"Una vasca diversa dalla mia" fu l'unico pensiero che, per qualche strano arcano della mente, riuscì ad elucubrare. La sua era grande, esagonale, ma come la sua anche questa era incassata, di marmo rosa, tuttavia, e la sua forma era diversa, più piccola, rettangolare.

Era restata lì inerme, nemmeno una sillaba, continuava a guardare le mani e le braccia sporche di sangue, la mente offuscata da neri pensieri.

'Vostra Grazia dovete alzarvi, così che possa aiutarvi a togliere queste vesti.'

Quasi come un fantoccio mosso da fili, intrecciò le sue mani con quelle di Samira, si levò dal letto e restò lì, ferma, immobile. La fedele ancella districò l'intreccio di lacci dietro la veste, con fare cauto le staccò dal corpo le parti che, quasi divenute pergamena incartapecorita, le si erano incrostate alla pelle.

Durante tutta questa operazione non proferì nemmeno una parola.

Si ritrovò nuda, come il giorno in cui era nata; probabilmente, lei non poteva ricordarlo, anche allora il suo piccolo corpicino erano ricoperto di sangue e effluvi del parto.

Quasi come una mamma, Samira la prese per mano e, a piedi nudi, la condusse nella sala da bagno di fianco.

"Il marmo è così gelato", pensò in quel momento, la pelle d'oca sul corpo, un freddo che Daenerys Targaryen non aveva mai provato.

Posò un piede dopo l'altro nella vasca e vi si immerse, l'acqua bollente le diede un attimo di pace. Oli di lavanda e vaniglia aveva disciolto la minuta ragazzina, fragranze dolci, rilassanti, che avrebbero, forse, aiutato i suoi nefasti umori a dileguarsi tra le coltri di vapore.

'Rhaenys, Rhaegar venite qui, smettetela di correre!'

Daenerys scapicollò dietro quei due furfantelli dei suoi figli. La divertiva rincorrere i suoi bambini per la Fortezza Rossa. Già! la Fortezza Rossa!

Come ci sono arrivata?

Ma le allegre risate dei gemelli la distolsero da quel pensiero. Quando li rivide erano approdati tra le braccia di Jon, che stava divertendoli con baci e solletico.

Lei rise serena guardandoli insieme.

I bimbi lasciarono le protettive braccia paterne e corsero via.

'Aspettate! Dove state andando!'

Daenerys avrebbe voluto seguirli, ma Jon la bloccò delicatamente per un polso. Lei lo guardò interrogatoria, lui le sorrise lieto.

'Cosa c'è?'

Sorrise ancora una volta, accostò il viso al suo orecchio.

'Addio... Daenerys'

Sgranò gli occhi, lo percepì con estrema certezza. Un risucchio per prendere una boccata d'aria e si ritrovò nella vasca di quella camera sconosciuta della grande piramide di Meereen.

Devo essermi addormentata! Quanto ho dormito!

A giudicare dall'acqua, ormai fredda, non poco.

Jon!

Si levò veloce da quella vasca, l'acqua che ricadeva muliebre, segnando un trasparente percorso del suo passaggio. Samira le andò incontro con una veste da camera.

Solo il tempo di asciugare il suo corpo, voleva andare via di lì. Agguantò con forza l'abito che, la fidata ancella, le aveva posizionato sul letto. Rosa: l'unica cosa che notò. Il resto era irrilevante, le bastava essere coperta.

Con i capelli, ancora, quasi del tutto bagnati, la veste indossata più che velocemente, si avventò sulla porta, Samira che tentava, disperata, di annodarle i lacci del corpetto.

Guardò a destra e poi a sinistra per orientarsi, ma ci mise un battito di ciglia per capire dove andare. Daario, alcune ancelle e uno dei tre maestri giunti erano fuori la porta, che riconobbe chiaramente essere quella dei suoi appartamenti.

Passi veloci e si ritrovò al suo interno, senza nemmeno degnare di uno sguardo tutti coloro lì fuori. Jon giaceva inerme e privo di sensi sul letto, le lenzuola insozzate di sangue; uno strano impacco verdognolo gli copriva la ferita, che finalmente aveva smesso di sanguinare, un sentore nauseabondo inspiegabile, sicuramente frutto della astrusa mistura che occludeva il foro di entrata della freccia.

Daenerys cercò immediatamente lo sguardo di Kinvara senza proferire parola e, alla donna rossa, parole, di certo, non servivano.

'Maestà, la febbre è salita, segno che la freccia ha fatto più danni di quelli che sono visibili. I maestri vorrebbero ecco... come potrei dirlo... a... prire la ferita e cercare di vedere... vedere che cosa ha colpito all'interno del suo corpo' il tono pacato, quasi un filo di voce per enunciare quella scomoda verità, ma la reazione di Daenerys fu di tutt'altra risma.

'Cosaaa!' urlò. 'Non possono farlo, è pericoloso, una follia!'

'E' vero... è pericoloso maestà, ma... non meno di lasciarlo così' scosse il capo contrita.

'Dan.. Dany'. Nel delirio della febbre, Jon cominciò a enunciare frasi sconnesse. 'Dany... mi di..spia...ce' ripeteva agitandosi.

Lei si avvicinò al letto.

'Jon sono qui, sono qui' si portò via una lacrima dalla guancia, la speranza incessante che potesse sentirla.

'Mi di.. spiace... mi dispiace... D..any... mi dispiace!' Continuava a ripetere quelle parole incessantemente, senza tregua, la testa oscillante, madida di sudori febbrili.

Lei sapeva il perchè e non riusciva quasi a guardarlo in quello stato. Ancora ricordava quando era tornato quasi morto, assiderato, dalla spedizione per catturare un non morto da presentare a Cersei Lannister. Anche allora era disteso in un letto, e come adesso lei lo guardava senza poterlo aiutare in nessun modo.

Non posso fare nulla per lui, tranne che fidarmi di Kinvara.

E, per Daenerys Targaryen, fidarsi era davvero arduo, troppe le volte in cui era stata tradita.

Infine non poté che prendere l'unica decisione possibile per salvargli la vita.

Quasi come un fantasma, si rivolse a kinvara e ai maestri. 'Fate quello che dovete!' L'unica cosa che riuscì a proferire.

Il capo basso, il passo lento e, insieme a Daario, si allontanò dalla camera.

Un tonfo funesto e le porte furono chiuse, ma lei... lei non volle allontanarsi. Si sistemò su di una savonarola fuori nel corridoio. Le portarono latte e miele per calmarla e del cibo, ma si rifiutò, categoricamente, sia di bere che di mangiare.

Lo volevo morto, lo volevano tutti morto! Saranno in molti a gioire se dovesse accadere.

Si ritrovò a pensare a quello che avrebbe provato lei, se fosse davvero deceduto. Ne sarebbe stata lieta? In fondo l'aveva pugnalata e uccisa, se lo sarebbe meritato.

Ma era in quel letto per aver salvato la sua di vita. No! Non sarebbe stata felice se Jon Snow fosse morto! Paradossalmente, ormai, ne era più che certa.

Un urlo quasi inumano.

Daenerys sussultò per la ferocia di quel grido.

'Cosa gli stanno facendo! Perchè sta urlando così!' Si alzò di colpo, puntando le porte, ma Daario la fermò per una spalla.

Lei lo guardò iraconda, ma anche il volto del capitano era fortemente provato e, immediatamente, si rese conto dell'insensatezza di quello che stava per compiere.

Non avrebbe saputo dire quanto tempo era passato da quando le porte erano state chiuse, "decisamente più lungo del reale" pensò. Restò lì fuori, con Daario e altre ancelle, senza muoversi un solo istante, seduta a quella savonarola di velluto rosso, gli occhi persi nel vuoto.

Il sole era ormai tramontato quando Kinvara uscì dalla camera. Quasi fosse una visione onirica, Daenerys si levò e le si avvicinò piano, come avesse paura potesse svanire.

'Allora!?!' c'era terrore in quelle poche sillabe.

'Maestà, come il maestro credeva, la freccia aveva colpito anche il fegato, causando una perdita di sangue e...'

'Non spiegatemi la parte medica' questa volta la sua voce ferma e decisa. 'Voglio solo sapere come sta. E'... è vivo' temeva la risposta a quella domanda.

La sacerdotessa abbassò il capo. 'Si, Vostra Grazia, è ancora vivo. Noi abbiamo fatto tutto quello che potevamo. Tuttavia io non so dirvi se... se ce la farà.'

Si portò una mano sulle labbra, il respiro le venne meno, sentì i battiti del suo cuore accelerare e le lacrime bruciarle gli occhi.

'No! Non è vero! Non è vero!' urlò, Daario che cercava di calmarla.

'Lasciami stare!' lo strattonò. A passo veloce entrò nella stanza.

Era immobile sul letto, il busto era stato fasciato, ma ancora sangue sporcava quelle bende immacolate. Daenerys non riusciva a credere che vederlo in quello stato potesse provocarle un simile dolore.

'Gli abbiamo somministrato del latte di papavero per attenuare il dolore e farlo riposare, la febbre è molto alta' si pronunciò il maestro appena la vide.

'E' importante che domani riprenda conoscenza... altrimenti!' kinvara l'aveva subito raggiunta, Dany non se era neppure resa conto.

Attraversò lenta la distanza che la separava dal letto, si sedette sul ciglio, avendo cura di non fargli male.

Gli accarezzò il viso. Era caldo di febbre, quasi rovente.

Gli carezzò la mano, allo stesso modo, come quel lontano giorno sulla nave.

'Cosa devo fare, io... io non so cosa fare!' scosse il capo in preda ad una inattesa, straziante disperazione.

kinvara le pose una mano sulla spalla, lei si voltò a guardarla, quasi supplicante risposte.

'Non so se possa sentirci...', disse la sacerdotessa, un filo di tristezza nella voce e gli occhi increspati, '...ma in questo momento deve lottare e... per farlo... ha bisogno di una ragione per vivere.'

Daenerys la guardò fissa, negli occhi, pochi attimi.

'Portate qui i bambini.'

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