Ice and Fire: il principe che...

Oleh Daenerys2474

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COMPLETA Sequel dell' ottava stagione de "Il Trono di Spade" : Daenerys è morta, Jon è nel nord. Ma... se la... Lebih Banyak

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Oleh Daenerys2474

ROSSO A MEEREEN

Sognò Daenerys. Daenerys che rideva, una figura ultraterrena resa fulgidamente splendente dai raggi del sole. Daenerys che salutava la folla, la folla che la acclamava estasiata e altisonante.

Sorrise guardandola, finalmente rivedeva in lei la vera donna di cui si era innamorato, quasi senza rendersene conto, dal primo momento che l'aveva vista, sul quel trono obliquo a Roccia del Drago.

Era raggiante, l'amore del suo popolo l'aveva riempita d'estasi.

Il sole, caldo violento astro diurno, improvviso lasciò il posto a nuvole nere che si si accalcarono nel cielo di Meereen.

Guardò in alto, solo un plumbeo manto di gradiente grigio, poi cercò lo sguardo di lei. Non la vide più, gli occhi in apprensione finchè non la scorse riversa al suolo, il candido abito bianco insozzato dal sangue che dilagava.

'No!' Urlò straziato, gettandosi a carponi sul suo corpo esamine. Toccò il suo sangue, era caldo, ribollente lava, il sangue del drago che periva ancora una volta!

'No!' Gridò ancora e su quell'immacolato vestito, una daga apparve, all'altezza del cuore, la stessa daga che le aveva piantata nel petto.

'Nooo!'

Si ridestò di colpo, madido di sudore, le membra contratte dal terrore, il cuore che esitava a compiere il suo dovere.

E' stato solo un incubo.

Cercò di calmarsi, i battiti accelerati. Per tutta la notte non aveva dormito, preoccupato, oltre ogni modo, di quello che sarebbe successo la mattina dopo.

Era l'alba ormai e, dopo quelle immagini ancora così vivide dinanzi i suoi occhi, Jon Snow capì che non avrebbe più trovato requie su quel suo piccolo pulcioso letto.

I rumori che giungevano dall'esterno divenivano sempre più numerosi. Guardie che correvano per i corridoi, ordini impartiti, a volte urlati, mugugni di disappunto. oscene imprecazioni rivolte a tutte le possibili divinità esistenti.

La folla si era radunata sin dalle prime luci del mattino sulla grande piazza per poter vedere Daenerys Targaryan da vicino.

"E' stato tutto programmato nei minimi dettagli", pensò Jon Snow, cercando di trovare un po' di refrigerio per la sua mente che avvampava dal terrore.

Una grande pedana era stata costruita poco fuori l'ingresso della piramide: di lì avrebbe parlato la regina alla gente di Meereen. Gli Immacolati, con a capo Verme Grigio, erano già in posizione, schierati sui quattro lati, tre fila per ognuno, mentre i Secondi Figli perlustravano tutt'intorno.

Nonostante tutte le misure di protezione prese, i piani visti e rivisti sino allo sfinimento fisico e mentale, Jon non riusciva comunque a calmarsi.

E se quell'incubo fosse vero, se succedesse realmente quello che ho sognato. No! Non potrei perdonarmelo, non potrei mai vivere di nuovo, senza di lei, sapendola morta.

Si massaggiò gli occhi, le guance, sino a giungere alle tempie martellanti e si levò veloce dal letto. Indossò una candida camicia di bianco lino e delle brache nere , inforcò gli stivali e lasciò quella stanzetta che, per qualche misterioso arcano della sua mente, sembrava stringersi intorno a lui per soffocarlo.

Ora doveva trovare la sua spina nel fianco, il comandante Daario Naharys.

La regina era ancora nei suoi appartamenti. Anche lei aveva riposato poco. Fece un lungo, bollente bagno ristoratore, gli effluvi della lavanda a calmarla, e Samira ad aiutarla a prepararsi. I capelli resi lucidi e asciutti dopo colpi e colpi di spazzola, aveva scelto di indossare un abito azzurro con scaglie di drago blu, scollato quanto bastava sul davanti. Due spille d'argento a foggia di drago le mantenevano un mantello, anch'esso azzurro, che giungeva fino ai suoi piedi. L'ancella le acconciò i capelli con un intrico di trecce, come piacevano tanto a lei, lasciando, tuttavia, il resto della chioma sciolta in perfetti boccoli che le ricadevano lungo la schiena.

Guardò la sua immagine nello specchio per qualche attimo. ''E' il momento'' si disse, sentiva il rumoreggiare della folla. Guardò le arcate delle finestre, il sole era una tonda calda moneta.

Il preludio di un proficuo evento?

Sorrise e assentì con il capo.

"Io sono il sangue del drago" si convinse, "e i draghi non hanno paura".

Si diresse verso le porte dei suoi appartamenti. Appena all'esterno, l'uno posizionato a destra e l'altro a sinistra, ritrovò i "suoi" due uomini.

Jon e Daario erano lì da tempo, che l'aspettavano per scortarla sino all'esterno della piramide.

Le sue scintillanti iridi viola incontrarono lo sguardo di Daario Naharys, poi cercò gli occhi di Jon.

"E' vestita d'azzurro" pensò in quel momento. Quantomeno qualcosa di diverso, un primo segnale che si fosse trattato solo di uno spiacevole incubo.

Qualche attimo di intesa e con un cenno del capo fece comprendere di essere pronta.

'E' ora, andiamo' dichiarò risoluta.

Daenerys al centro, Daario e Jon ai suoi lati, percorsero scala dopo scala, fino a giungere all'ingresso principale della piramide, un'apertura squadrata e incrostata di incomprensibili ghirigori, dove due Immacolati per lato fungevano da guardia.

'Sei pronta' le domandò Daario, mentre con la manica della camicia si asciugava la fronte madida di sudore.

Solo un muto assenso risoluto per farsi intendere.

I tre varcarono quel grande antro. Sette scalini di legno, le mani di Daario e Jon ad aiutarla nell'ascesa. Il sole oramai era alto e faceva davvero molto caldo.

Il popolo, vedendola, cominciò a rumoreggiare: alcuni cauti, altri applaudivano.

In quel momento sopraggiunse Drogon e molti si allontanarono tra un generale brusio, contorno dell'enorme stupore. Si posò su un lato della piramide, gli artigli che ghermivano la dura pietra, gli occhi sanguigni che guardavano tutta quella gente. Emise un bramito acuto, poi poggiò il collo e la testa su di un'ala chiusa. Poco dopo giunsero Veraxes e Luxes. I due draghi più piccoli trovarono collocazione all'altro lato dell'alta piramide, le scaglie viola e bianche mescolate, la testa di Luxes che si adagiava, placida, sul corpo del fratello .

Jon e Daario, invero, continuavano a guardarsi in giro, incapaci di scansare la preoccupazione, un cancro che pareva stesse divorandoli quella mattina.

Dopo l'arrivo dei draghi ci fu un gran silenzio generale.

E' ora, tocca a me!

'Mio popolo' esordì Daenerys. 'Sono qui, davanti a voi, solo per un motivo, perchè possiate essere rassicurati sulle molte, errate informazioni che si sono diffuse mio malgrado. Non sono, come qualcuno afferma, l'incarnazione della morte, sono solo storie giunte dal continente occidentale in maniera distorta, messe in giro da miei detrattori e nemici, per farmi del male. Mi hanno gravemente ferita, questo è assolutamente vero, ma sono ancora viva e intendo rimanerlo a lungo. I miei tre figli sono qui, come potete vedere con i vostri stessi occhi. Non sono un pericolo per voi, li ho portati perchè poteste capire che sono esseri molto intelligenti: fanno del male solo se qualcuno cerca di arrecare danno alla loro madre.'

Quelle parole rassicurarono gli animi di molti, tanto che molta più gente ora applaudiva, confortata da quanto Daenerys aveva appena detto.

Poi proseguì risoluta sull'argomento che le stava più a cuore. 'Sono venuta a conoscenza del fatto che, per quanto io abbia abolito la schiavitù, e consideri reato punibile con la morte il continuare a perpetrarla, c'è ancora chi si ostina a disubbidire. Ebbene io perseguirò questi stolti che pensano di poter usare le persone come oggetti con ogni mezzo a mia disposizione' urlò veemente. 

'Cercherò di essere la migliore regina possibile per voi, lo prometto. Lo giuro, qui, ora, in questo momento'.

Dopo quelle parole la folla era oramai in visibilio. Daenerys sorrideva e continuava a salutare gli astanti.

Il mio incubo iniziava così!

Jon sentì i battiti del cuore accelerare spasmodicamente.

No! Non può essere, non lo permetterò!

Le parole di Daenerys aveva fatto presa sulla folla che applaudiva, urlava la sua approvazione. C'era troppo caos, ormai, e alcune persone stavano tentando di avvicinarsi sempre con più insistenza alla pedana, alcuni cercavano persino di scavalcare per poter salire.

'Dobbiamo andare Daenerys' la sua testa che ruotava in ogni direzione, alla ricerca di un controllo impossibile.

'Non ancora, il popolo vuole vedere la sua regina e io voglio restare con il mio popolo'. Sentiva veramente quello che aveva detto, l'amore della gente di Meereen la rendeva serena, appagata, ma, in ogni caso, mai avrebbe dato soddisfazione alle parole di Jon Snow.

Fu un attimo: il capitano si era allontanato, Jon scrutò un riflesso di luce, che si spostava, quasi pilotato, e si faceva strada sull'abito di Daenerys.

Da dove proviene questo riverbero. Cosa sta succedendo!

Quel riflesso si posizionò proprio lì, all'altezza del cuore.

Non può essere un caso!

Jon si guardò intorno come pazzo, gli occhi sgranati dall'insana paura. Un uomo in un angolo della piazza, lo aveva individuato, una balestra tra le mani pronta a colpire.

Jon capì all'istante.

'No No No!!!' urlò.

Con uno scatto fulmineo scaraventò Deanerys a terra. La folla cominciò ad urlare, i draghi a ruggire, molti corsero via, altri restarono per capire cosa fosse successo.

Gli immacolati si raccolsero intorno a lei e lui ancora riversi al suolo, gli scudi che li proteggevano da tutte direzioni, mentre i Secondi Figli tentavano di raggiungere quell'uomo.

Daenerys si rialzò stordita, aveva battuto la testa nella caduta. Vide il suo abito e le sue mani sporche di sangue. Continuava a fissarle catatonica. C'era sangue dappertutto ma lei... lei.

Daario si fece strada all'interno della testuggine creata dagli Immacolati, le lunghe picche di lucido leccio issate a ulteriore protezione.

'Daenerys stai bene!!!' La preoccupazione del comandante era lampante, ma lei non parlava, continuava a guardare le sue mani sozze di sangue. 

'Daenerys', la scosse per le spalle con veemenza '...sei ferita! Cos'è questo sangue, sei feritaaa' urlò senza ritegno.

'Io...io' riprese il controllo della sua mente, si guardò intorno, vide Jon riverso al suolo, poco lontano da lei. A carponi lo raggiunse, l'abito che lasciava una lunga bava di sangue. Lo voltò verso di sé.

Il cuore le si fermò di colpo.

Sono morta e ancora non lo so!

No. non lo era, poteva vedere con lucida chiarezza lo stomaco di Jon Snow perforato da una freccia.

'No!!!' Daenerys urlò, guardandosi per l'ennesima volta le mani. 'Non è il mio sangue, non è il mio sangue! E' il sangue di Joon!!!'

Sentì i battiti venire meno, il respiro mancarle.

'Jon ... Jon' gli prese il viso tra le mani, cercando di farlo rinvenire.

Non c'era più ragione, non c'era più logica, solo il terrore più puro che regnava incontrastato in quell'asfissiante mattinata a Meereen.

Jon riuscì appena a riaprire gli occhi, due fessure di ovattata ossidiana, le lacrime che ricadevano sulle sue gote.

'Stai ... be..ne ' le domandò con un filo di voce.

'Si...' sbottò ansimante. '... Io si, ma tu... ti hanno ferito!' perle di sale scesero, senza nemmeno se ne rendesse conto, la mano che carezzava la guancia di lui, lasciandogli segni del suo stesso sangue.

Il sangue del drago che perisce ancora una volta!

'Quello che... è ...imp...ort..... ante è che tu stia be.. ne' una smorfia di dolore si stampò sul viso di Jon Snow e infine perse i sensi, mentre il sangue continuava a spandersi e imbrattare di rosso la pedana.

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