Ice and Fire: il principe che...

By Daenerys2474

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COMPLETA Sequel dell' ottava stagione de "Il Trono di Spade" : Daenerys è morta, Jon è nel nord. Ma... se la... More

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By Daenerys2474

FACCIA A FACCIA

Erano ormai trascorsi all'incirca tre mesi dall'arrivo di Daenerys a Meereen. Aveva ormai ripreso la vita che conduceva prima di partire. L'ultima delle udienze quotidiane stava per concludersi quando uno dei secondi figli giunse a passo solerte, diretto verso il Capitano, bisbigliandoli qualcosa all'orecchio.

Quando a Daenerys fu annunciato da Daario l'arrivo degli Immacolati il suo cuore cominciò a battere più veloce,  il loro ritorno le riportava alla mente tanti ricordi, felici e dolorosi allo stesso tempo. Le navi stavano ancora attrccando, ma Verme Grigio volle essere il primo a raggiungere la sala del trono e poter constatare che la sua amata regina fosse davvero viva. Fu quasi strano vedergli spalancare la porte, lui sempre così compassato, e correre verso il trono.

I suoi occhi erano increduli, ma era tutto vero: la sua regina, Daenerys Nata dalla Tempesta, era lì ed era viva. Si inginocchiò subito.

Per un attimo Dany potè scorgere un lieve rossore nei suoi occhi, ma lui... lui non avrebbe mai pianto. Gli immacolati non piangevano.

Qualche lacrima invece solcò le diafane guance di Daenerys, visibilmente commossa.

'Verme Grigio sono davvero felice di rivederti'.

'Anche... anche io Vostra Maestà. Davvero... non potevo credere che vi avrei rivisto in questa vita...' proclamò il fedele soldato visibilmente scosso.

Lui non conosceva i potere del Dio della luce e quindi non capiva come potesse essere possibile, ma in fondo, poco gli importava. La sua regina, almeno lei, era viva e questo dava di nuovo un senso alla sua vita, un senso che oramai non aveva più, dopo gli accadimenti di Approdo del Re.

Dany trovò Verme Grigio cambiato, non fisicamente, ma sentiva che quell'uomo già un tempo tanto austero e duro lo era diventato ancora di più: sicuramente non aveva ancora superato la morte di Missandei.

'Amico! E' un piacere rivederti' sorridendo Daario Naharis si avvicinò per stringergli la mano, una pacca sulla spalla al fedele soldato, che rimase come solito rigido. Quel po' di leggerezza che aveva acquistato quando Tyrion dovette comandare la città a causa della scomparsa di Dany, ma dovuto soprattutto all'amore per la dolce scriba dalle iridi dorate, era sparita del tutto. Purtroppo, pensò la regina tra sé

'Verme Grigio...' Daenerys riprese le redini del discorso ' ho intenzione di tornare a Westeros, ho troppi conti in sospeso e il trono dei Sette Regni è mio per diritto di nascita. Sarai ancora con me'.

'Sempre maestà' fu la sua pronta risposta. 'Aavrei voluto fare di più allora, volevo la sua testa, ma loro...'

La regina impallidì e lo interruppe immediatamente..

'Verme Grigio, i particolari sulla mia presunta morte non sono cosa nota, non mi fa piacere parlare di questo avvenimento e voglio che continui ad essere così. Questo è un ordine: vale per te e anche per tutti gli altri Immacolati...' incrociò le mani sul ventre e assunse il suo tipico rigore di quando voleva che i suoi ordini fossero chiari, palesi e non discutibili.

Preferì parlare di presunta morte, non aveva nessuna volontà di dover nuovamente tornare su qualcosa che, ancora adesso, la turbava.

'Come sua maestà comanda...'  Verme Grigio era comunque rimasto il soldato fedele di sempre che obbediva senza fare domande. 

Ma Daario non era dello stesso avviso. Gli occhi gli si sgranarono nell'udire ancora una volta Daenerys far mistero di quello che lui sapeva benissimo essere stata la sua morte.

Si fece molto serio e alla regina non sfuggì.

'E' la seconda volta che mi impedisci di sapere chi ti ha uccisa e non ne capisco il perchè' le sussurrò sottovoce, in modo che solo lei potesse udirlo.

La verità è che no lo capiva nemmeno lei. Una sensazione che non sapeva spiegarsi razionalmente le diceva che quella era la scelta giusta.

Io ucciderò Jon Snow se mai lo dovessi rincontrare! 

Ma non disse nulla di tutto ciò.

'Perchè così ho deciso e spero che i mie ordini siamo chiari...' fu questa l'unica cosa che invece dichiarò scandendo ogni singola parola.

Dunque , anche il comandante dovette, suo malgrado, assentire ancora una volta e restare all'oscuro di questa parte della vita della sua amata regina. Ma Verme Grigio sapeva, come Daario sapeva anche che mai avrebbe contravvenuto ad un ordine di Daenerys. Ma si ripromise che avrebbe scoperto cosa c'era da nascondere, di così terribile, da occultare a tutti i costi la verità.

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Ci aveva messo all'incirca un mese per raggiungere  Pentos. Poco aveva visto di quella città, gli uomini di Davos lo avevano aspettato al porto, segno di riconoscimento un fazzoletto rosso annodato al braccio. Fresco di viveri, acqua e due nuovi cavalli aveva proseguito senza sosta. Si era fermato pochissimo, solo per mangiare e riposare su qualche giaciglio di fortuna raggiungendo Volantis. Anche nella citta costeggiata dal fiume Rhoyne tutto si era svolto nella medesima maniera. Aveva attraversato il Ponte Lungo, così grande da essere coperto da file di edifici a più livelli, taverne, bordelli e mercati, formando un piccolo quartiere della città a sé stante. Era giunto a Mantayr quando lo colse una improvvisa febbre, dovuta allo sfiancante viaggio.

La mia dannata sfortuna, pensò.

Femarsi proprio in quella citta nota per assassini e avvelenatori, tanto che in qualche momento ebbe il nefasto pensiero di essere stato avvelenato. Tuttavia così non fu e appena le poche forze che aveva gli permisero di proseguire, lasciò quel fottuto posto e cavalcò inesorabile verso la sua meta.

Ormai non sapeva più da quante lune stesse viaggiando ma erano tante, davvero dannatamente tante. Quattro mesi, cercò di fare un rapido calcolo dal suo arrivo a Pentos, ma il tempo non aveva importanza per lui, ormai era ossessionato solo dal pensiero di sapere se quelle voci... Il resto non contava più.

Era l'alba quando intravide da lontano una città. Dalle piramidi di vario colore che si scorgevano doveva essere sicuramente finalmente Meereen. Fu a quel punto che fermò il cavallo e quasi senza rendersene conto cadde stremato dalla stanchezza. Quando si svegliò non sapeva dire quanto tempo fosse passato, ma il sole era calato. Cercò di ripulirsi dalla polvere e si rimise a cavallo.

Giunto in città non aveva idea di dove andare, era un luogo per lui completamente sconosciuto, così caldo afoso, così diverso da Grande Inverno, dal Nord fatto di freddo e ghiaccio. Attraversò qualche stradina disorientato, ma gli bastò alzare gli occhi per vedere una piramide, un colosso che svettava ad almeno 800 piedi sopra la citta! Jon non aveva mai visto qualcosa di simile, aveva solo sentito parlare della Hightower di Oldtown,  che forse poteva competere per dimensioni, oltre la Barriera naturalmente. Ma quello che lo colpì diritto al cuore, una morsa stringente da togliergli il respiro, fu vedere su quella piramide mastodontica i vessilli Targaryen. 

Ansimò forte, sempre più forte, la testa gli girò vorticosamente, dovette aggrapparsi al cavallo per non cadere.

Dunque i suoi non erano solo i vagheggiamenti di un pazzo, quegli stendardi volevano dire una sola cosa, e se lei era ... Beh... potevano essere stati solo i seguaci del Dio Rosso, come Melisandre aveva fatto con lui.

A quel punto però doveva esserne assolutamente certo, questa fu la giustificazione che si diede, doveva riuscire a vederla con i propri occhi e sapere che era viva e stava bene. Certo sarebbe stata una condanna a morte per lui, ma non gli importava, sarebbe stato felice di morire vedendo il suo viso come ultima immagine prima di chiudere gli occhi per sempre.

 Del resto è la fine che merito, sono un traditore e un regicida!

Poteva approfittare del buio per riuscire ad introdursi nella piramide, ma trovare lei non sarebbe stato facile.

Allacciò le redini del suo cavallo ad un albero, cercando di muoversi velocemente e silenziosamente.

Riuscì ad intrufolarsi nelle stalle e poi in quelli che sembravano essere dei magazzini . Vi erano accatastate casse di cibo, botti, ma Jon cercava un passaggio per entrare. La porta più grande era sbarrata dall'esterno, ma vi era anche una piccola porta. Il legno sembrava marcito e il lucchetto era il regno della ruggine. Estrasse Lungo Artiglio e il triste piccolo sbarramento cedette all'acciaio di Valyria. 

Prosegui per un cortile, ma dovette subitamente nascondersi dietro delle colonne. Vi erano degli Immacolati insieme ad altre guardie, probabilmente i Secondi Figli del Comandante. Restò lì nascosto, annichilito, con il cuore in gola, sperando di non essere visto. 

Per una volta la fortuna gli arrise. Si sparpagliarono lasciando quella piazzola deserta. Proseguì lentamente, strisciando contro la parete fino a quando trovò un'entrata. Dopo un'occhiata rapida a destra e sinistra cercò di raggiungere le scale che da qual posto salivano verso l'altro. Sicuramente se quello che sperava nel suo cuore fosse stato vero, la sua camera sarebbe stata protetta dalle guardie. Ma se gli Immacolati lo avessero adocchiato lo avrebbero ucciso immediatamente prima che potesse vederla.

Salì quelle scale, ma non riusciva nemmeno a pensare quante fossero, nel caso avesse avuto bisogno di fuggire. Appena gli fu possibile si introdusse in una stanza. Era buia e non pattugliata. A tentoni cercò di trovare una candela per capire dove fosse. Riuscì a improvvisare una piccola luce: nella stanza c'era un letto ed un armadio e un piccolo mobile. Non sapeva cosa fare quando sentì delle guardie passare.

'E' ora del cambio, potete andare...' grugnì qualcuno.

A quel punto Jon capì di essere vicino alla camera di Daenerys.

Stava pensando a cosa fare quando...

'Maestà' udì dire da qualcuno che aveva una voce diversa dal primo che aveva parlato, più roca.

'Vostra Grazia, tutto bene? C'è qualcosa che non va' domandò quanlcun altro. Una terza persona, Jon ne era più che certo.

'No, nulla, volevo solo uscire e fare due passi'.

'Dove desiderate andare , vi scortiamo noi,' incalzò il primo che aveva parlato, la sua voce era più acuta.

'Non ce ne è bisogno, se Daario dovesse cercarmi ditegli che sono nei giardini, ho bisogno di un po' di aria...'.

'Se il comandante sapesse che vi abbiamo lasciata sola...' si preoccupò ... Jon non riconobbe se a parlare fosse stato il secondo uomo o il terzo.

'Ditegli che è stato un mio preciso ordine, non voglio vedere nessuno'.

'Agli ordini maestà'.

Infine furono tutti costretti a capitolare dinanzi la tenacia di Daenerys.

Quando Jon sentì la sua voce il cuore sembrò avesse perso dei battiti.

E' lei, e' davvero viva per tutti gli Dei! pensò tra sé,  mentre un sorriso, quasi avulso dalla sua volontà, andava a stamparsi sul suo stanco viso.

'Che facciamo allora! Visto che la regina non c'è, andiamo ad avvertire il comandante, altrimenti, suo ordine o meno,
lui ci lincerà' proferì preoccupato il primo.

Jon non poteva crederci. Stavano andando tutti via! 

Che magari gli Dei esistano e, per una volta, siano con me!

I tre si mossero. Jon aprì la porta, mentre le guardie scendevano le scale da dove lui era salito; lei prosegui per un corridoio, riuscì a vederla mentre girava a destra e cominciò a seguirla con molta discrezione, sperando in cuor suo di non incontrare altre guardie sul suo cammino.

Daenerys proseguì, scala dopo scala, ma sentì, dentro di sé, un senso di inquietudine che non sapeva spiegarsi. Continuò a salire e Jon a seguirla, finché lei non raggiunse quelli che dovevano essere i giardini di cui parlava.

'Diamine!' penso Jon 'siamo in cima alla piramide!'.

Daenerys si affacciò ad un balcone, le glicini violette rilasciavano un muliebre dolce sentore. Di lì si poteva vedere, anche se nell'ombra della sera, con il sole divenuto una linea dorata sull'orizzonte, buona parte della città. Lui era ancora nascosto, non sapeva cosa fare, stava per muovere, circospetto, qualche passo in avanti quando un limone si staccò dall'albero, rotolando verso di lui, e lei di colpo, seguendo la scia del frutto caduto, si voltò.

                                                                ***************

I due rimasero immobili, quasi fossero due statue, Jon per la gioia, Daenerys in preda a mille differenti sentimenti. Si sentì ghiacciare sin nel profondo quando lo vide.

Come... come può mai essere qui davanti a me!.

Non riusciva a parlare, non riusciva a fare niente, non riusciva a pensare a cosa fare.

Jon non pronunciò parola. Si slacciò la cintola e pose per terra Lungo Artiglio, per farle capire che non era lì per farle del male. 

Lei continuava a rimanere immobile.

All'improvviso Jon vide il suo volto trasformarsi, l'odio aveva distorto i suoi delicati lineamenti.

'Tu... tu...'  lo guardò con disprezzo. 'Sei qui! Perchè... perchè sei qui! ' i suoi occhi saettavano scintille di fuoco mentre gli parlava iraconda.

Jon non riusciva ancora ad articolare parola.

'Che tu sia maledetto! Tu...' ebbe una smorfia di disgusto '... tu mi hai... mi hai uccisa!' urlò tutto  il suo disprezzo. 'E... ora sei qui... Sei venuto a finire il lavoro!!!...' lo guardò fisso come si guarda il proprio peggior nemico, mantenendo le distanze, cercando qualcosa che potesse fungere da arma.

'No'... disse con un filo di voce... 'Ti prego non chiamare le guardie' gli occhi che la supplicavano, anche se in quel momento non erano le guardie che Daenerys voleva, ma solo suo figlio che lo bruciasse all'istante, suo figlio che, per qualche dannata ragione, non era lì a proteggerla.

'Come sai di me, è stato tuo fratello a dirtelo!' sputò veleno sprezzante.

'No... mi sono fidato delle ..."voci" che, a quanto pare, le sacerdotesse del Dio Rosso mi hanno mandato per farmi capire che tu eri viva ...' riusciva malamente ad articolare frasi di senso compiuto, incredulo di vederla viva dinanzi a lui.

'Davvero!' disse lei con tono sarcastico.' Jon Snow che non da credito alla ragione, a ciò che è giusto, ma a delle "voci" nella sua testa!'.

'Volevo solo vedere se quelle "voci" fossero vere, accertarmi che tu fossi viva e stessi bene'

Daenerys non riuscì a trattenere una risata canzonatoria' Tu.. tu mi hai uccisa ed ora ti interessa sapere come sto, forse devi essere tu il vero pazzo!'

'Lo so...' si fermò un attimo '... e mi dispiace, mi dispiace davvero, da quel giorno la mia vita è finita', gli occhi che si facevano rossi, mentre tentava di trattenere le lacrime.

'Oh se solo fosse vero! Non immagini quanto ne sarei felice! Non credo ad una sola parola di quello che hai detto! Sento ancora la lama che cala lenta nelle mie carni mentre mi abbracci e mi baci. Sei un bugiardo, un traditore, un regicida...'  urlò tutto il suo odio.

Vide gli occhi occhi di Jon farsi sempre più tristi, ma non le importava.

'Io mi fidavo di te, ti avevo chiesto di regnare insieme a me, di spezzare la ruota insieme e tu... mi hai pugnalato a tradimento! Non so nemmeno perchè sono qui a parlare con una tale feccia, un assassino...' lo guardava disgustata.

'Daenerys ho sbagliato, e mi dispiace!' continuava a ripetere quelle uniche parole, lui che tante cose aveva invero pensato di dirle, ma in quel momento la mente vagava nel nulla. 'Mi dispiace, ma tutti non facevano altro che dirmi che...'

'Che ero diventata pazza' proclamò irosa.

'Si' bisbigliò chinando il capo. 'Forse ho sbagliato a non pensare con la mia testa, ma ... cosa dovevo fare! Hai  distrutto una città intera! Dovevo continuare a guardarti mentre scivolavi nel baratro, consumata dal potere, vedere fino a che punto ti saresti spinta dopo Westeros, finchè qualcun altro avrebbe fatto quello che ho fatto io!'.

Si inginocchiò di colpo, quasi non avesse più forze e le lacrime infine trovarono varco.

Daenerys sentì una morsa allo stomaco, fu colpita da quello che aveva detto, ma... non aveva alcuna intenzione di ammetterlo a sè stessa.

'Io... io non ce la faccio più... Davvero! Non ho piu vissuto da allora, credimi! Sono morto con te quel maledetto giorno, perchè... nonostante tutto quello che è successo ...nonostante quello che ho fatto... io ... io... ti amo!' Infine riuscì a proferire quelle fatidiche parole che pensava non avrebbe mai avuto il coraggio di dire in una tale situazione, ma aveva compreso che era stato proprio il silenzio, il suo carattere schivo a non farle comprendere quanto l'amava ed ora non voleva più commettere lo stesso sbaglio.

'Ti ho amata da quando ti ho vista la prima volta a Roccia del Drago e... non ho mai smesso nonostante tutto'.

'Però mi hai uccisa!' continuava a ripetere quelle tre maledette parole, con gli occhi pieni di lacrime anche lei.

'Ho sbagliato! E mi dispiace, mi dispiace dal profondo del mio cuore! Ho sbagliato in tutti i modi possibili con te! Avevo detto che sarei stato sempre al tuo fianco, da quella notte sulla nave, ma quando ho saputo la verità su di me, ho perso la testa. Non sapevo cosa fare, la mia vita era una menzogna e ho allontanato tutti ... anche te, non pensando a quello che ti stavo facendo. Ma te lo giuro, io ti amo Daenerys Targaryen ed è per questo che ho attraversato più di mezzo mondo... per dirti che ti amavo e che ti amo ancora!'

Quelle parole ebbero solo l'effetto di ghiacciare ancora di più il cuore di Daenerys.

'Ora l'hai detto' e lo disse nel modo più freddo che potesse, le guance solcate da profonde lacrime.

'GUARDIEEE GUARDIEEE...' urlò. Il giardino fu invaso in pochi momenti dai Secondi Figli.

'Arrestate quest'uomo' tuonò Daenerys.

Le guardie non chiesero nemmeno il perchè , presero Jon e lo trascinarono via senza che lui opponesse nessuna resistenza, un ultimo sguardo a lei prima di varcare la soglia. Era riuscito a dirle quello che sentiva finalmente, quello che gli eventi tanto convulsi del tempo di Westeros gli avevano impedito di fare. Ora tutto il resto non aveva più nessuna importanza.

Daario sopraggiunse qualche attimo dopo, esagitato.

'Daenerys... stai bene! Chi era quell'uomo che hai fatto arrestare, voleva farti del male!'

'No, non lo so' disse sconcertata, avvilita, furiosa: era in balia di tanti sentimenti contrastanti.

'Scoprirò chi è quel bastardo a suon di frustate' sentenziò il comandante.

'Daario! No... lui... lui è.... è Jon Snow' disse mentre spazzava via le lacrime dagli occhi con la mano.

'Cosa!!!!' esclamò esterrefatto Daario. Poi tornò indietro e la strinse a sé.

'Cosa diamine ci fa a Meereen e... perchè piangi se non voleva farti del male!'.

Lei non rispose ma rimase tra le braccia di Daario.  Anche il volto del Comandante era pesantemente rattristato. Mai avrebbe pensato che quell'uomo potesse presentarsi all'altro capo del mondo e, questo, lo turbò profondamente.

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