Ice and Fire: il principe che...

By Daenerys2474

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COMPLETA Sequel dell' ottava stagione de "Il Trono di Spade" : Daenerys è morta, Jon è nel nord. Ma... se la... More

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By Daenerys2474

CONFESSIONI

Aveva attraversato quella che un tempo, prima del suo arrivo, era nota come Baia degli Schiavisti, poi divenuta La baia dei Draghi, intravedendo dall'alto del cielo Astapor, la città dai mattoni rossi, e Yunkai, caratterizzata dal colorore giallo delle sue costruzioni. Infine era giunta a Meereen, la più settentrionale delle tre grandi città-stato della Baia, grande quanto Astapor e Yunkai messe insieme, separata dalla Desolazione Rossa solo dal fiume Skahazadhan. Era stata fondata come una colonia del vecchio impero Ghiscari, ma fu successivamente conquistata dalla Libera Fortezza di Valyria quando distrusse l'impero 5.000 anni fa. A differenza delle altre grandi citta-stato, era una città molto variopinta. Scendendo leggermente di quota Daenerys potè ammirare  le piramidi di vario colore, sedi delle famiglie nobiliari. i vicoli tortuosi e le ampie strade in mattoni, i templi e i granai, tuguri e palazzi e bordelli, bagni, giardini, fontane e persino le fosse di combattimento ormai in disuso. La piramide più grande, alta quasi ottocento piedi, che a lungo l'aveva vista ospite e regina prima della sua partenza per il continente Occidentale era situata sulla piazza centrale della città.

C'era grande subbuglio ovunque: gente che correva, urla, bimbi che piangevano. Meerreen era sottosopra per la presenza di un enorme essere nero nel cielo.

Drogon sorvolò la città con Daenerys sul dorso e si diresse verso la grande piramide. Il comandante dei Secondi Figli, Daario Naharis, era stato avvertito; non sapeva cosa stesse succedendo di preciso fino a quando non sentì un enorme boato sulla sommità della piramide.

Gli sembrò qualcosa di conosciuto, ma... non poteva essere vero! Per cui ordinò alle guardie di riunirsi nella sala del trono. 

Attesero a lungo pronti ad intervenire, sino a quando il comandante udì dei passi rapidi, solerti sempre più vicini, di qualcuno che giungeva spedito. Le porte furono spalancate di colpo. Dinanzi agli occhi attoniti ed increduli del comandante Daario Naharis,  Daenerys Targaryen fece il suo ingresso deciso. Guardò fieramente negli occhi ognuno di quelli uomini muniti di picche, spade ed archi ed infine individuò Daario.

Il loquace capitano, impenitente donnaiolo, per una volta nella vita, era senza favella. Lo stupore e l'incredulità lasciarono il posto alla felicità, i suoi occhi che si illuminarono nel rivedere quella donna che tanto speciale era stata per lui.

'Dae..nerys...' proferì con un filo di voce quasi biascicando. 'Sei... sei davvero tu!'

Daenerys si limitò ad assentire con il capo, sorridendo, anche lei senza parole.

'Mi... avevano detto, per tutti gli Inferi, mi avevano detto che... che ti avevano... assassinato! Come... come è possibile!...'.

'E' una lunga storia Daario. Troppo lungo da spiegare ora, ma sono io, sono tornata', con una mano si levò dagli occhi alcune ciocche ribelli. 

I suoi capelli erano spettinati, gli abiti erano impolverati, ma lei era bellissima esattamente come Daario la ricordava.

Le corse incontro e la strinse a sé, così forte da sollevarla da terra e farla roteare,  in preda ad una gioia incontenibile.

'Come è possibile che mi abbiamo mentito' Daario ebbe un attimo di rabbia al pensiero di quanto avesse sofferto per la ferale notizia ricevuta, mentre lentamente lei rimetteva i piedi in terra.

'Non ti hanno mentito, è complicato, ho bisogna di calma ora, manda via tutti', la voce di Daenerys palesava evidente stanchezza.

Un urlo tonante del comandante e la sala del trono fu vuota, solo lui e Daenerys era ancora lì.

'Stai bene , hai bisogno di qualcosa? Per gli dei! Non riesco a crederci! Tu sei qui con me! e sei viva!'.

Daenerys si rendeva conto del grande entusiasmo, della felicità di Daario, che però non corrispondeva al suo stato d'animo. Era ancora troppo turbata da tutto quello che era accaduto per poter anche solo provare un lieve sentimento di contentezza. 

'Daario... ho bisogno di riposare, sono molto stanca, dopo parleremo' fu risoluta.

'Ma certo mia regina'. Daario la fissò nei meravigliosi occhi viola e comprese la tristezza che albergava in lei. Due secondi figli la scortarono sino alle sue camere, quelle che aveva sempre occupato prima di partire e che mai erano stata profanate da altri. Daario aveva dato ordine ad un'ancella di raggiungerla per aiutarla in qualsiasi modo avesse bisogno.

Anche se durante la sua mancanza il capitano non si era certo fatto mancare la compagnia femminile, Daenerys era un'altra cosa: di lei era stato davvero innamorato e aveva sofferto tanto quando lo aveva lasciato a Meereen. Ed ora, rivedendola, si rese conto che i suoi sentimenti per lei non erano mutati. Questa volta, giurò a sé stesso,  avrebbe, in qualunque modo, conquistato il suo cuore.

Era finalmente giunta nelle sue stanze, sola e al riparo da tutto e da tutti, anche da Daario. Si rese subito conto che nulla era cambiato: il letto a baldacchino con le fini sete bianche, la toeletta, l'amadiatura con le vesti che aveva lasciato. Forse solo lei era molto diversa dall'ultima volta che era stata lì. Si sedette sul grande letto con il viso basso e stanco e tante prospettive che ancora non formavano un quadro chiaro. Pensò subito ai suoi figli e il solo focalizare di averli lasciati, anche se per la loro sicurezza, le attanagliò il cuore.

Era immersa in tali elucubrazioni quando sentì bussare ed una ragazza poco più piccola di lei si presentò. Dany dedusse facilmente dovesse essere l'ancella mandata da Daario. Era del luogo, aveva la pelle ambrata, lunghi capelli scuri e splendidi occhi verdi. L'aiutò a togliere gli abiti ormai sporchi e logori, le disciolse le trecce che avviluppavano i suoi capelli e la scortò nella camera di fianco dove la vasca esagonale di marmo rosa era già stata rimpita di acqua bollente come a lei piaceve..

Salì i due piccoli scalini e si lasciò cadere, inerme, in quell'intimo abbraccio. L'ancella le lavò la pelle con spugne ed oli prolumati, così come i lunghi argentei capelli.

Volle essere lasciata sola, anelava solo ad un po' di pace. Socchiuse gli occhi inebriata dal profumo di ambra e lavanda ma, nonostante cercasse di tenere la mente sgombra, non faceva altro che rivedere in una successione quasi ossessiva tutti gli avvenimenti degli ultimi tempi, il suo cuore cominciava a battere più forte, sempre più forte sino a quano focalizzava sempre e solo una sola figura: Jon Snow!

La rabbia prese possesso di lei, si levò in piedi nella vasca mentre l'acqua ricadeva dal suo corpo e dai lunghi capelli. Non riusciva a capire perchè pensare ad una persona tanto vile. Eppure non riusciva a dimenticare il suo terribile tradimento. 

L'ancella entrò cercando di capire se avesse bisogno di aiuto e, vedendola in piedi al centro della vasca, con cautela si avvicinò per porgerle subito una veste da camera e potersi coprire.

Daenerys notò il fare della ragazza, rasentava paura. Sospirò e si rese conto che non le aveva nemmeno rivolto la parola.

'Come ti chiami ' le chiese.

'Samira, vostra grazia'.

'Sei qui da molto'.

'Abbastanza, sono stata salvata dal capitano dalla schiavitù'.

'Schiavitù?'  Daenerys era profondamente incredula '...Io l'avevo abolita...'.

'Certo vostra grazia, ma è dura a morire...'

Seduta dinanzi alla toiletta, Samira pettinò i suoi capelli a lungo, sino a quando non furono asciutti e lucidi. Le acconciò due trecce sui lati, lasciando languidamente fluente il resto della chioma. Non erano le capigliature che Missandei era solita modellarle, pensò Dany, ma avrebbe imparato, si disse.

Samira le porse un abito di seta bianco che, leggero, aderì al suo corpo come un amante focoso. Sospirò a lungo e fortemente ma, finalmente, si sentì ritemprata..

Ora doveva parlare con Daario e questa era la parte più dura, narrare tutto quello che era accaduto, come se non bastasse riviverlo continuamente nella sua mente.

Scortata da due Secondi Figli raggiuse i giardini pensili in cima alla piramide. Daario era lì ad attenderla.

Lo trovo sotto un albero d'ebano dove aveva fatto ammansire un tavolo con del cibo. La vista da lassù era unica, si poteva vedere tutta la città sino oltre il fiume, le colline brulle, i frutteti bruciati, i campi anneriti. Ricordava di essersi sentita una dea la prima volta che era stata lì. Ma ora, cosa si sentiva, non lo sapeva neppure lei. Sola! Ecco cosa, si sentiva sola come quella prima volta. Quello che più le dava pace di quel posto era la ricca vegetazione: limoni e alberi di cachi, avvinghiati dalle salici vespa ricadenti, fiori notturni, rose scure, menta selvatica, il merletto della signora, la foglia di pugnale , la ginestra, il fico d'India e l'oro dell'arpia, le riconobbe tutte quante. Quella visione, fortunatamente, la rasserenava. 

Daario la guardò con occhi estasiati. 'Sei bellissima, ancora più bella di come ti ricordassi'. Lui si levò dal tavolo e, sorridendo, le andò incontro abbracciandola prepotente.. Daenerys rispose all'abbraccio, ma quando Daario si fece più vicino e cercò di baciarla,  lei si ritrasse. Non ne capiva il motivo: erano stati amanti, lo trovava ancora bello, ma quel rifiuto fu istintivo.

'Scusami, non avrei dovuto...' si scherni', imbarazzato, il capitano.

'Non preoccuparti, è solo ...è solo.... non è il momento...' fu l'unica giustificazione trovata nell'immediato dalla regina.

'Allora aspetterò con ansia il momento' le sorrise languidamente lui.

Daenerys ricambiò il sorriso ma nella sua mente non sapeva dirsi se quel momento sarebbe mai arrivato davvero.

'Allora... cosa è successo a Westeros? ', incalzò Daario... 'dimmi chi è stato a farti del male e la mia lama non avrà pace finchè non lo avrò stroncato.'

Daenerys gli raccontò del suo arrivo a Roccia del Drago, del Re del Nord con cui si era alleata per respingere una minaccia peggiore della regina dei Sette Regni, di come avesse perso Viserion e poi Rhaegal, Jorah e Missandei, gli raccontò del suo amore con Jon Snow e di come la scoperta, da parte sua, di essere il figlio di suo fratello lo avesse allontanato da lei. Raccontò di come avesse perso tutto per aiutarlo, i suoi figli, i suoi migliori amici, per poi venire comunque allontanata da lui in preda a chissà quali fantasmi.

Non gli disse che fu Jon ad ucciderla, non se la sentì, anche se, in cuor suo, non sapeva spiegarsi il perchè.

Se Daario avesse saputo, alla prima occasione, lo avrebbe ucciso e a quel pensiero...No!!!... Se mai qualcuno lo avesse dovuto ammazzare quel qualcuno sarebbe stata lei!

'Quindi ti sei innamorata di tuo nipote, il figlio di Rhaegar, che appena ha capito chi fosse, si è allontanato da te', Daario, allibito, aveva ascoltato con attenzione e ansia tutta quella storia. Il capitano aveva la fronte corrucciata, i tratti del viso tirati, il pensiero che nel cuore di Daenerys potesse esserci ancora questo Re del Nord lo irritava e non gli piaceva per niente.

'E dopo... tutto è precipitato ... ero completamente sola e, nonostante tutto quello che avessi fatto per aiutarli, comunque vedevano in me un'estranea che aveva invaso le loro terre... e... ho perso la testa: solo complotti contro di me, tentativi di avvelenamento! Se nessuno mi amava, preferivo che mi temessero. Tutto questo mi ha portato al mio fatale errore di bruciare Approdo del Re e a tutto il resto che probabilmente già sai...' si portò una mano alla fronte quasi la sua testa non fosse in grado di reggere un tale peso emotivo.

'Se sono qui a raccontarlo lo devo solo ai sacerdoti del Dio Rosso, che mi hanno riportata in vita e... ancora adesso non so spiegarmi perchè, non credo di averlo meritato, anzi...' si schernì ancora incapace di comprenderne il motivo.

Daenerys abbassò il viso, stanca di quel racconto: era come rivivere un incubo, ma quella era purtroppo la triste realtà..

Il comandante restò esterrefatto ed incredulo per tutto quello che aveva udito e per i grandi poteri dei sacerdoti del dio della luce, ma l'unica cosa a cui riusciva a pensare nonostante tutto era una sola: Jon Snow!

'Dunque, il re del nord, eh!' sorrise malinconico.

'Cosa vuoi dire?' Daenerys aveva inteso, ma preferiva fingere di non capire. Sapeva che Daario voleva comprendere se i suoi sentimenti per Jon Snow rimanevano immutati; lui non sapeva quanto odio potesse provare per quell'uomo, lui non sapeva che era stato proprio il Re del Nord a toglierle la vita e che mai lo avrebbe perdonato per questo.

'Nulla, ma io non mi arrendo!...'

'Continuo a non capire' Daenerys perpetrò la sua recita.

'Vai a riposare, ne hai bisogno. Al resto ci penso io...' le baciò le mani, le pose un braccio attorno le spalle ed insieme raggiunsero i suoi appartamenti.

In ogni modo Daario Naharis era felice: Daenerys era viva, di nuovo a Meereen e lui... lui avrebbe fatto qualsiasi cosa per riconquistare il suo amore.

Solo un pensiero continuava ad arrovellargli la mente: Jon Snow! Il suo viso si fece di nuovo serio, aveva intuito qualcosa nelle parole di Daenerys, al di là di come era finita tra di loro, qualcosa che non riusciva ancora a mettere a fuoco. Ma Jon Snow era all'altro capo del mondo e la credeva morta e con con un pò di fortuna - accarezzò il suo pugnale a foggia di donna - ci sarebbe rimasto per sempre e lui avrebbe finalmente potuto coronare il suo sogno d'amore. Il capitano donnaiolo era ormai del tutto capitolato di fronte alla visione di lei e non aveva nessuna intenzione di perderla una seconda volta.

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