Ice and Fire: il principe che...

By Daenerys2474

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COMPLETA Sequel dell' ottava stagione de "Il Trono di Spade" : Daenerys è morta, Jon è nel nord. Ma... se la... More

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By Daenerys2474

INCUBI OLTRE LA BARRIERA

Il Pugno dei Primi Uomini era una collina situata a nord, Oltre la Barriera.  Era stato costruito dai Primi Uomini nell' Età dell'Alba e parti dell'anello di pietra erano ancora in piedi. Immerso nella Foresta Stregata, si trovava vicino al Fiumelatte, così chiamato perchè le sue acque erano bianche... bianche come il latte. La collina offriva una visuale maestosa, con pendici pericolose a nord e a ovest e altre solo leggermente meno perigliose a est. Un anello di pietre grigie alte fino al petto coronava la cima di uno dei sentieri ripidi. Ai piedi della collina si trovava un ruscello.

Il popolo libero aveva deciso di fermarsi in quel luogo, dopo gli eventi di Approdo del Re, creando capanne e case e decretandone il loro nuovo posto fisso in cui vivere.

Salì sulla sommità dell'anello di rocce, scrutando verso il sole al tramonto. Le ultime luci del giorno si riflettevano come oro lavorato sulla superficie del Fiumelatte, nella sua grande ansa incurvata a sud. Resto lì, quasi immobile, gli occhi persi nel vuoto, finchè non fu notte fonda e la baldoria dei bruti si fece sempre più affievolita, fino a sparire del tutto, segno che erano rientrati nelle loro tende per andare a dormire.

Uno Jon Snow quasi irriconoscibile, magro, stanco nel fisico e nella mente, si stava preparando a quello che pensava ormai da tempo.

Da quando si era unito agli Uomini Liberi, non era più stato se stesso, non riusciva a mangiare, non riusciva a dormire e quando un tale privilegio gli era concesso le sue notti erano puntellate dallo stesso incubo: la morte di Daenerys, che, puntualmente, si presentava nei suoi neri sogni ogni volta in maniera diversa e sempre più terribile.

Anche quella notte si era svegliato urlante, madido di sudore, per lo stesso motivo. Non ce la faceva più, non gli era rimasto più niente e nessuno. Bran era sul trono e di lui e non ne aveva saputo più niente; Sansa, la regina del nord, era sparita tra le bianche nevi di Grande Inverno dimenticandosi di lui e Arya era chissà dove, chissà se ancora viva.

Ma soprattutto aveva perso lei, la donna che aveva amato dal primo momento, da quando la vide bellissima e fiera a Roccia del Drago. Non riusciva a convivere con quello che le aveva fatto, anche se allora tutti gli avevano detto che era l'unica cosa da fare, la cosa giusta,  ma lui...lui non l'aveva mai superata.

Quale giustizia è mai stata per gli Dei!

Era un traditore, un assassino, aveva ucciso la donna che amava, che aveva giurato di servire e che si fidava ciecamente di lui... di lui! L'aveva abbandonata quando aveva saputo delle sue vere origini. Si era reso conto che tutta la sua vita era stata la causa della guerra tra Robert e Rheagar, il suo vero padre e...  non riusciva a dimenticare che lei fosse sua zia.

Ma ora tutto questo gli sembrava solo grottesco! Loro non erano mai vissuti come parenti, benchè i Targaryen usassero sposarsi tra loro per mantenere il sangue del drago intatto. Loro si erano innamorati come due semplici ragazzi, Daenerys e Jon, il loro era un amore puro non imposto da vincoli di casata o da vincoli di altro tipo.

'Ora basta' pensò. Spettro era via e lui si incamminò a passi lenti verso il fiume. Non ci volle molto ad arrivare. Si fermò un attimo, chiuse gli occhi, sospirò a lungo, pesantemente, poi non ebbe più remore. Il sottile strato di ghiaccio non fu un problema, bastò un colpo di stivale per infrangerlo ed il resto fu semplice.

Cominciò ad avanzare sempre di più, fino a quando l'acqua lo sommerse.  I suoi polmoni si stavano riempiendo di acqua,  stava affogando, se ne rendeva orribilmente conto, ma andava bene così, era quello che avrebbe voluto fare lì, nella sala del trono, ma che la furia di Drogon gli aveva impedito. I suoi occhi cominciavano a perdere del tutto lucidità, il sonno senza fine era vicino, ma in quel momento, un attimo prima di perdere conoscenza, udì una voce sconosciuta

lenisci il suo cuore Jon Snow

poi l'ululato di un lupo e nulla più.

Si risvegliò dopo qualche giorno, sommerso da pellicce, con un fuoco acceso e Tormund Veleno dei Giganti che lo guardava. Fece fatica a capire dove fosse, il suo corpo era scosso da tremiti e le membra erano rigide per il dolore. Spettro uggiolò nel notarlo finalmente sveglio, era stato accucciato lì, vicino a lui, tutto il tempo, come la più fedele delle guardie e degli amici.

'Finalmente piccolo corvo, bentornato tra noi, ci hai fatto preoccupare' si tormentò la barba con una mano. Ma la reazione di lui fu qualcosa di inaspettato.

'Per tutti gli inferi!...' urlò Jon Snow '...Perchè sono qui!...' il senso di disperazione della sua voce era evidente.

'Spettro ci ha allarmati... e noi... noi ti abbiamo salvato appena in tempo! ...' dichiarò semplicemente Tormund, che non riusciva a capire tanta rabbia.

'Perchè ...PERCHE!...' urlò ancora di più '...Io volevo solo andarmene senza dare disturbo a nessuno...'. Ora Tormund iniziava a comprendere.

'Ma cosa stai dicendo, lo hai fatto di proposito! Ma sei impazzito!' tuonò il fulvo omone.

'No, non lo sono, o forse si, non lo so. So solo che non ce la faccio più, non riesco più a vivere cosi! Sono tormentato dai morti e sono ritornato da quello stesso buio mondo per cosaaaa!' biascicò rassegnato. Scosse il capo disperato. 'La mia vita è sempre stata una schifosa pantomima e quando sono tornato dal nulla eterno... beh! Non è stato questo gran cambiamento, anzi... è stata sempre più buia e solitaria. Tranne... quando ho conosciuto lei...' il suo viso improvvisamente si rattristò. 'Mi sono privato di tutto per aiutare gli altri, per fare il mio dovere, quello che era giusto fare e  alla fine... cosa ne ho avuto... ho perso tutto e tutti!'. Gli occhi di Jon erano rossi dal dolore e per le lacrime che cominciavano a farsi strada.

'Ma soprattutto hai perso lei', Tormund comprendeva il suo dolore, aveva capito quanto l'amasse da quando era giunto col suo popolo oltre la Barriera. Aveva sempre voluto stare solo, lui la sua unica compagnia, insieme a Spettro.

'Non ne voglio parlare...' lo zittì rapido lui.

'Va bene... va bene, come vuoi' disse il rosso, 'ma ora riposa piccolo pazzo incosciente,  non puoi continuare così...'

Si distese tra le tante coperte, rassegnato ad una vita che non voleva. Questa volta riuscì ad addormentarsi, ma sentì di nuovo la voce nel fiume:

lenisci il suo cuore Jon Snow

Si mise a sedere di colpo, la testa che danzava a destra e manca, ovunque pur di trovare l'origine di quella voce. Poi, quasi senza pensarci, fece qualcosa che, persino nel momento in cui la fece, gli sembrò degna di un pazzo: rispose a quella voce.

'Il cuore di chi, chi sei'!...' si guardò intorno come folle. 'Sei solo nella mia mente...' urlò disperato, lasciandosi cadere inerme sulle molli pellicce, cercando di riacquistare il sonno.

Ma per 7 notti quella voce tornò a fargli visita.

lenisci il suo cuore Jon Snow'

Quella volta però Jon sguainò Lungo Artiglio e impugnandola uscì fuori dalla capanna.

'Chi sei, cosa vuoi da me!...' il fuoco era acceso ma... non c'era nessuno... solo il vuoto e il vento gelido.

Si sedette davanti a quel fuoco. Probabilmente stava impazzendo davvero, e quando continuò a fissarlo vide tra le fiamme l'immagine di Daenerys e subito dopo quell'immagine si trasformò in un cuore sanguinante.

Pensò che tutto questo fosse dovuto a stanchezza e mancanza di sonno, ma ancora quella voce si fece sentire:

lenisci il suo cuore Jon Snow, lei ti aspetta a Meereen

All'improvviso impallidì,  come se un pensiero si fosse fatto strada nella sua mente.

Forse stava davvero impazzendo ma doveva essere certo e, per la prima volta nella sua vita Jon Snow diede un calcio a tutto quello che aveva pensato fosse giusto, alla ragione - in fondo in quegli anni aveva visto cose di ogni sorta- e decise di andare a vedere se quella voce e quel pensiero che in lui si erano fatti strada fossero veri.

Quello che sarebbe successo dopo non gli importava.

Lasciò un messaggio a Tormund dicendogli di stare tranquillo, che sarebbe tornato presto e di badare a Spettro.

Prese alcuni indumenti e dei viveri per il viaggio, salì sul suo cavallo e andò via, lasciandosi alle spalle quel bianco e sterile mondo di ghiaccio.

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