-Domani suonerò al Madison Square Garden, non mi sembra vero- Shawn, per un attimo, solleva entrambe le mani dallo sterzo, entusiasta per il suo nuovo traguardo.
Io, però, non riesco ad essere felice per lui, mentre osservo il paesaggio fuori da finestrino, con la testa appoggiata alla portiera. –Cosa ti passa per la testa Rose? Perché, di sicuro, questa volta non sono io-
-Che?- sbatto le palpebre. Il ragazzo sospira, tenendo lo sguardo dritto sulla strada di fronte a noi. –Scusami Shawn. Sono davvero orgogliosa e ti assicuro che, domani sera, io sarò in prima fila ad urlare il tuo nome come una brava fan, ma non riesco a pensare che, tra qualche minuto, rivedrò mio padre per la prima volta dopo tredici anni- si ferma al semaforo, e ne approfitta per voltarsi verso di me. Sono riuscita a convincerlo a non tagliarsi più i capelli, e adesso stanno iniziando a diventare lunghi, e ad arricciarsi.
-C'è qualcosa che posso fare, per alleviare tutto questo tuo stress?-
-Non penso, a meno che tu non riesca a rispedirlo da dove è venuto- tamburello i polpastrelli sulle gambe. Ho una brutta sensazione, un retrogusto amaro proprio alla fine della bocca.
-Dopodomani ho un photoshoot per una rivista italiana, L'uomo Vogue. Considerando le tue origini e visto che il college non è ancora iniziato, che ne dici di accompagnarmi?- mi guarda con gli occhi da cucciolo bastonato.
Scuoto la testa, e sorrido. –Anche perché, per tutto il mese di ottobre, saremo lontani, visto che io sarò in giro per il mondo a promuovere il CD-
-Ad Halloween sarai in Australia, questo non te lo perdonerò mai. Farei carte false per andarci-
-Vieni con me, non credo che, per qualche assenza...-
-Shawn- riprende a guidare, consapevole di essere appena stato sconfitto. –Ti accompagnerò domani, solo per avere la certezza che nessuno allunghi troppo le mani-
-Lo so che non sei gelosa, non vuoi ammettere che, in realtà, vuoi passare del tempo con me-
-Colpevole vostro onore- mi stiracchio, sentendo la schiena rigida come un pezzo di legno. –Anche perché sono stati ai tuoi servizi, prima d'ora. Non mostri un lembo di pelle, quindi non ho assolutamente niente di cui preoccuparmi. Il massimo che ci hai regalato, è stato il video di Treat You Better-
-Ti lamenti sempre che giro in mutande per casa!-
-Mi lamento sempre che apri la porta con soltanto l'asciugamano avvolto ai fianchi, la cosa è diversa-
-E' successo una volta, quando mi sono ritrovato Frankie in casa. Se qualcuno prova ad avere una discussione con te, ha praticamente perso in partenza, se avete avuto dei precedenti-
-Da un grande potere derivano grandi responsabilità- allunga la mano verso la mia, stringendola forte. –Non so se sono in grado di affrontare tutto questo Shawn, dico sul serio. Il novantanove percento dei miei problemi è stata causata dalla sua assenza, dal suo abbandono. Per anni ho pensato che, se non sono stata capace di ottenere l'amore di mio padre, forse non meritavo quello di qualche altra persona, ed io non voglio ritornare così-
-Non accadrà Rose, te lo prometto- arriviamo a casa di mia madre e parcheggiamo. Ci slacciamo le cinture di sicurezza e, per un attimo, mi sembra di ritornare a respirare di nuovo. –Perché hai me, ed io sono pronto a darti tutto l'amore di questo mondo- sorrido. Il ragazzo si china verso di me e mi dà un bacio. –Sei pronta?-
-In realtà c'è una piccola cosa che non ti ho mai detto, ma non perché volessi tenertela nascosta, ma per il semplice fatto che, per me, è ormai una cosa normalissima-
-Ormai sono pronto a tutto-
-Greyson non è il cognome di mio padre, è quello di mia madre. Lucinda li ha cambiati a me e a Stella dopo un anno che lui era sparito senza dare più notizie. Diceva che, dopo averci abbandonato, non meritava di averci come figlie-
-Il ragionamento non fa una piega- mi sposta leggermente la frangetta davanti agli occhi, sorridendo.
-Quindi non ti sei arrabbiato?-
-Perché avrei dovuto? Per una cosa che è successa tredici anni fa e che, per te, è ormai diventata normalità?-
-Ti amo tantissimo-
-Lo so, modestamente- finalmente scendiamo dall'auto. Le mie gambe tremano, nonostante si tratti di casa di mia madre. –Andrà tutto bene, te lo prometto-
-Dio, perché devo avere una famiglia tanto incasinata- scuoto la testa, e mi faccio coraggio.
Notando che sono praticamente pietrificata, Shawn suona al posto mio. Avvolge i miei fianchi con il braccio, nonostante io stia praticamente tremando.
-Ragazzi!- mia madre ci abbraccia calorosamente. E' più magra dell'ultima volta che l'ho vista, e le mie dita si ritrovano a percorrere le ossa delle sue spalle. –Mi siete mancati così tanto-
-Mamma, ti sei messa a dieta per caso?- il volto scavato si tramuta in un sorriso spento. C'è qualcosa che non va.
-Voi, invece, siete davvero belli, e tu hai una luce negli occhi che non ti avevo mai visto prima- mi accarezza il volto. Il mio cuore si stringe in una morsa, mi viene quasi da piangere. –Grazie mille Shawn, per renderla così felice-
-Lucinda, adesso stai spaventando anche me- si sposta dall'uscio della porta, e noi due entriamo.
Stella e Mike si dirigono verso di noi, il volto di mia sorella è pallido come un cencio.
-Qualche mese fa ho fatto una visita di controllo. Mi hanno diagnosticato un cancro in stato avanzato, ma non ho voluto dire niente a nessuna delle due, soprattutto a te. Sapevo che saresti rimasta al mio fianco, che non avresti raggiunto Shawn in tour, ed io non lo potevo permettere. Hai sempre annullato te stessa per gli altri bambina mia, e non è giusto- le parole fanno fatica a lasciare la mia bocca, rimanendo incastrate lungo la gola.
Ma le lacrime, quelle no. Loro cadono come una cascata lungo il mio volto. Non sta realmente succedendo.
Shawn mi avvolge tra le sue braccia, anche lui incapace di proferire alcuna parola.
-E' per questo che mi hai detto di papà?-
-Io sto molto meglio adesso Rose. Il tumore si sta riducendo, e tu non devi cambiare la tua vita nemmeno di una virgola. Non voglio che tu smetta di studiare o altro ma, allo stesso tempo, non voglio che né tu né Stella rimaniate sole-
-Quindi tu non morirai, vero?-
-Oh sciocchezze Rosebelle- nonna Betsy circonda le spalle fin troppo esili di mia madre, fiera e orgogliosa come sempre. –Tua madre sta benissimo, ha persino continuato a lavorare, non preoccuparti- ritorno a respirare, spostando via il mascara dai miei occhi.
-Ma io sono qui lo stesso- pensavo di aver rimosso la sua voce anni fa, dall'ultima volta in cui mi ha detto addio. E invece la riconosco, come se fosse una delle canzoni di Shawn o degli One Direction, una di quelle che riconosci sempre e comunque. –Cavolo Rosie, sei davvero cresciuta-
-Avevo sei anni l'ultima volta che ci siamo visti, è passato un po' di tempo- le dita delle mie mani, così come i miei arti, iniziano ad essere scossi da forti tremuli. Se non avessi Shawn al mio fianco, probabilmente, cadrei per terra, ma lui mi sorregge, in qualsiasi modo possibile ed immaginabile.
-Ci sono cose, mia piccola Rosie, che non puoi sapere. Ma adesso sono tornato, e sono pronto a raccontarti ogni cosa-
-Rose. Il mio nome è Rose. E non ho idea di cosa tu abbia vissuto negli ultimi tredici anni, ma non è stata una passeggiata nemmeno per me. Sai che ho tentato il suicidio?- l'uomo indugia, massaggiandosi il ponte del naso. I capelli scuri sono più radi di una volta, ma non è affatto pelato. Il contorno degli occhi è circondato da rughe d'espressione, così come la sua bocca, nonostante siano quasi impercettibili.
-Sapevo di quando hai mandato giù un tubo di pillole a dicembre, ma non che ti eri tagliata le vene. Tua madre aveva deciso che non era importante farmelo sapere-
-Mi avevi chiuso il telefono in faccia la prima volta- la diretta interessata, avvocato fino al midollo, si difende fiera. Mio padre si volta per un attimo verso di lei, prima di riportare la sua attenzione su di me.
-Ti avrei preso sul serio, se me lo avessi detto. E, di certo, non avrei permesso che mia figlia se ne andasse a zonzo con una pop star emergente-
-Ehi- il mio tono di voce si alza. Ha toccato l'unica cosa che doveva ignorare, l'unica cosa ancora rimasta pura e intatta. –Lascia Shawn fuori da questa discussione-
-Sapevo che la situazione ti era sfuggita di mano Lucinda, ma non credevo fino a questo livello-
-Ho diciannove anni, non sono più sotto la giurisdizione di nessuno!-
-Ma questo non ti autorizza ad andare a vivere col tuo ragazzo. Dio mio, un cantante! Ti rendi conto della situazione in cui tu ti sia cacciata?-
-Daisy abita con noi, e non ti permetto di giudicare, visto che non sai niente di niente di me-
-Di certo, so che ti stai aggrappando ad una storiella per ragazzine-
-Meglio questo, che un ragazzo normale che non abbia rispetto per te-
-Mi sono sentito chiamato in causa, adesso- il sangue si gela nelle mie vene. Afferro la mano di Shawn, stringendola più del solito. –Ora capisco perché mi avete chiuso in cucina, è ancora arrabbiata con me- Will Andrews, in tutto il suo splendore, compare davanti ai miei occhi, mangiando un pezzo di frittata.
-Che diamine ci fai tu qui?!- sto praticamente urlando. Non è la mia giornata, ed ora vorrei solo essere a casa, sotto le coperte. –E' uno scherzo?-
-Mia madre sta con lui da qualche mese. Sapeva che stavamo insieme e pensava che, portandomi qui, tu saresti potuta rinsavire e lasciare...- posa lo sguardo su Shawn che, nel frattempo, si è lasciato andare a tutto il nervosismo. Ritrovarsi davanti il fantasma con cui ha dovuto combattere per tanto tempo e che, qualche volta, ancora compare, non deve essere una bella sensazione. –Tu sei diventato più alto dall'ultima volta, e decisamente più muscoloso. Eri un bambino-
-Non avevo ancora sedici anni, ma adesso ne ho diciotto, quindi posso anche ucciderti, se ti azzardi a toccarla anche solo con un dito-
-Scusa Rose, lui non lo avevamo calcolato- scuoto la testa in direzione di mia sorella.
Mi porto una mano sulla fronte, madida di sudore.
La mia vita che, fino ad allora, aveva preso una bella piega, si è appena trasformata in un incubo.
😢😢😢
-Rose, non parli da quando ci siamo seduti a tavola, e sono passate quasi due ore- Shawn si ferma al semaforo e si volta verso di me.
I pensieri continuano a rincorrersi nella mia testa, cercando, invano, di trovare un filo logico a tutto questo, cercando di trovare un appiglio con la realtà che mi circonda. Perché sono appena spuntati due fattori estranei alla mia equazione, che non portano al risultato che mi ero calcolata.
-In una manciata di ore Michael Blake è riuscito a bruciare tutto quello che mi ero faticosamente costruita- Will. Quante possibilità c'erano che accadesse una cosa del genere? –E mia madre, dannazione. Spero che, dopodomani, mentre aiutiamo Stella con i vestiti, mi possa spiegare qualcosa-
-Vuoi parlarne?-
-Non adesso, scusa, devo metabolizzare quel che è appena successo. Neanche nei miei peggiori incubi mi sarei mai trovata in una situazione del genere-
-Va bene, ne riparleremo quando ti sarai ripresa. Voglio solo che tu sappia che sono a tua completa disposizione-
-Grazie amore- sorride. Il verde scatta e noi riprendiamo il nostro cammino verso casa. Non c'è musica in macchina, io e Shawn non parliamo, c'è silenzio, un silenzio sordo che mi fa soltanto venir voglia di gridare, e di piangere. –Vuoi parlare tu invece, nel frattempo?-
-Io? Perché me lo chiedi?-
-Perché avevi lo stesso sguardo di Michael Myers, quando hai visto Will-
-Sai, non sono mai stato una persona a cui piace fare a botte, anzi, ho sempre cercato di mantenere la pace in molti casi. Ma ti giuro che, proprio in quel preciso momento, avrei tanto voluto mandarlo all'ospedale-
-Credo che tu abbia reso perfettamente il concetto-
-Beh neanche tuo padre è stato molto simpatico. Io e Mike non gli piacciamo per niente. Ed io odio vederti in questo stato per colpa loro, e mi sento inutile ad essere tanto impotente-
-Non lo sei- volto la testa verso di lui, osservando come ogni muscolo del suo corpo si sia teso e contratto, facendogli abbandonare, per un attimo, l'aria innocente e allegra che lo contraddistingue da sempre. –Non hai davvero idea di quanto tu sia stato importante per me oggi, anzi, sempre. Se non sono crollata, se non sto crollando, è solo perché sei accanto a me. Però ho davvero bisogno di rimanere un po' in silenzio, o il cervello finirà per scoppiarmi-
-Okay, scusa- e per il resto del tragitto, e per la prima volta da quando lo conosco, Shawn non fiata. Non emette nemmeno un suono fino a quando non arriviamo a casa. Per qualche strano motivo, lui sembra più triste di me.
-Siamo tornati- il ragazzo si passa una mano sul volto, mentre sale mogiamente le scale. Sembra che gli si siano scaricate le pile, e ho quasi paura che cada per terra.
-Ehi- Daisy ci viene incontro. I lunghi capelli biondi sono tenuti su in una crocchia disordinata. –So che è stata una luuuunga giornata, ma devo dirvi alcune cose. Ieri sera siete tornati tardi, quindi...-
-Sputa fuori il rospo, sono pronta a tutto- mi rassegno all'idea che, ormai, non possa succedere niente di peggio oggi.
-Allora, intanto, e so che è abbastanza difficile da credere, il nostro Nate ha iniziato ad uscire con una ragazza-
-Che cosa?- cado giù dalle nuvole. Sono mancata solo tre mesi, com'è possibile che abbia iniziato una relazione in così poco tempo? –E perché non mi ha detto niente?-
-Che importa!- Shawn sbatte le mani tra di loro, rinvigorito da un'improvvisa gioia di vivere. –Aspettavo questo momento da due anni, mi viene quasi da piangere!- alza lo sguardo verso il cielo, grato della cosa più normale del mondo. Ma, almeno, a lui è tornato il buon umore, e questo mi solleva il morale. Shawn è il mio raggio di sole quindi, se viene oscurato da qualche nuvola, soprattutto per causa mia, questo mi fa stare male.
-Dopo che mi riprenderò dallo shock di aver rivisto mio padre e Will insieme, lo chiamerò. Deve raccontarmi ogni cosa-
-L'altra cosa è che abbiamo una visita-
-Ti prego, dimmi che, in giardino, non c'è Diana che mi sta aspettando-
-Ci sono io, vado bene lo stesso?- Alex entra timidamente in casa, tenendo la testa bassa. –Scusa per l'invasione, non volevo piombare così all'improvviso-
-O mio dio, non posso credere che tu sia qui- ci abbracciamo. Era dal diploma che non la vedevo, mi era mancata così tanto. –Credevo che studiassi medicina a Berkeley-
-Ed era vero, ma...- ci stacchiamo. Alex si gratta la testa, con le guance rosse come due pomodori –Ho combinato un casino Rose-
-Sto tornando da un pranzo con mio padre e con Will, sono pronta a tutto- la ragazza ride. E' l'unica cosa buona che mi è capitata in tutta la giornata.
-Ciao Shawn, è un piacere rivedere anche te. Hai messo su davvero un bel posto-
-Settimana prossima verranno gli operai per le misure della piscina, ne vado abbastanza fiero-
-Andiamo in giardino?- Daisy fa strada e, nonostante ben presto ci ritroviamo nel giardino, faccio ancora fatica a respirare.
-Ehi- Shawn sfiora la sua mano con la mia, mettendosi di fronte a me. –Sei pallida come un cencio, sicura che vada tutto bene?-
-Ne riparliamo dopo, adesso ho bisogno di concentrarmi su qualche altra cosa-
Ci sediamo, ed io afferro prontamente la mano di Shawn. Mi vergogno a dirlo, ma ho bisogno della sua presenza accanto a me in questo momento, del contatto fisico con cui riesce a calmarmi.
-E' davvero bello qui, non sembra nemmeno di stare a New York-
-E' per evitare che le fan trovino la casa. Quando siamo andati a Pickering, alcune sono riuscite a scoprire dove abita la famiglia di Shawn, e sono rimaste a casa per un'intera giornata-
-Per non parlare del fatto che Rose, qualche volta, riceve ancora degli insulti su Instagram e Twitter-
-Puoi stare tranquillo per questo. Riesco a sopportare di tutto, lo sai-
-Shawn e Rose che stanno insieme. Sono stata con voi solo un anno, ma me ne avete fatte vedere di tutti i colori-
-E tu non vivi con loro ogni giorno! Un'esperienza raccapricciante-
-Ehi!- esclamiamo contemporaneamente sia io che il ragazzo accanto a me. –Comunque, Alex voleva dirci qualcosa-
-Già, ho cercato di sviare perché mi vergogno un pochino- la ragazza gioca con le sue dita, con lo sguardo basso e i capelli che le nascondono il viso. –Ho scoperto che mi piacciono anche le ragazze, in quel senso intendo, e mia madre non ne è stata molto contenta. Per un po' ho cercato di fare come voleva lei, di assecondarla, ma non potevo nascondere la mia natura. Così lei mi ha cacciato di casa, non sapevo dove andare. Sono stata a Los Angeles per appena un anno, per poi trasferirmi, per altri dodici mesi, a San Francisco. A parte voi, non ho amici. Così ho preso gli ultimi risparmi che mi rimanevano e sono venuta a New York, sperando che voi mi poteste aiutare-
-E ha trovato me in giardino che prendevo il sole, mentre...-
-Mentre io ero occupata a combattere con i fantasmi del mio passato. Hello darkness, my old friend-
-Ero stata accettata anche dalla Columbia ai tempi e pensavo che...- si tortura le mani. In questo momento, di fronte a noi, sembra un cucciolo indifeso. –Troverò un lavoro e pagherò l'affitto, ve lo giuro, ma vi prego, fatemi rimanere con voi- a quel punto, in balia di tutti i sentimenti che, in questa giornata, si sono scontrati all'interno di me, lascio che le lacrime righino il mio volto. Che situazioni assurde.
-Puoi rimanere qui quanto vuoi Alex, e non ti preoccupare per l'affitto-
-Pensa a tutto Shawn, è il vantaggio di vivere con una popstar- io ed il mio ragazzo inceneriamo Daisy con lo sguardo, che capisce di aver fatto un'enorme gaffe. –Stavo scherzando, non prendete sempre tutto sul personale-
-Sicuri che non vi darò fastidio? Immagino che voi vogliate stare soli, non dovete passare molto tempo per conto vostro-
-No-
-Assolutamente no- scuotiamo la testa. Anche se abbiamo passato gli ultimi due mesi praticamente sempre insieme in giro per l'America, non eravamo mai da soli.
-Siamo sempre circondati da una moltitudine di gente, soprattutto quando lei è in tour con me-
-E' davvero carino essere l'unica ragazza in mezzo ad un branco di maschi che non perde occasione per fare battute sulla tua relazione, dovresti provare. In particolar modo perché il tuo fidanzato ha la bocca larga e racconta ogni cosa- il volto di Shawn si colora di un rosso acceso. –Il tuo migliore amico ha la bocca più larga di te-
-Vorrei ribattere in qualche modo, ma credo di non avere argomentazioni adatte-
-Ho ragione amore mio, è per questo che non puoi dire niente- porto la mano sotto il suo mento e gli strizzo entrambe le guance.
-Spero che non ti facciano vomitare scene del genere, perché assisterai a tutto ciò ogni giorno-
-Quel che mi chiedo è, se ti dà tanto fastidio, com'è che sei ancora qui?- Daisy tira un cuscino in faccia a Shawn che, tuttavia, ride divertito.
-No tranquilla, anzi, sono piuttosto carini-
-Quando non si tirano addosso la qualsiasi. Fossi in te, farei in modo di non trovarmi nelle vicinanze, quando litigano-
-Daisy ti ricordi che, fino a cinque minuti fa, ti stavi prendendo il sole nel giardino di una casa per cui non ti chiedo nemmeno un centesimo?-
-Vaffanculo Shawn- la mia migliore amica si alza di colpo, e si allontana a grandi falcate, giungendo nei pressi del luogo in cui sorgerà la piscina.
-Giuro che non è sempre così. Quindi, se vuoi rimanere...- Shawn si gratta la testa. Alex continua a guardarsi in giro con fare sospetto, sentendosi un'estranea in questa enorme casa.
-Vado a parlare con Daisy, e tu cerca di tranquillizzare lei- poggio entrambi i palmi delle mani sul divano e mi sollevo. Questa lunga giornata ancora non è finita, ed io vorrei solo chiudermi in camera e scoppiare a piangere.
-Okay. Vuoi che ti prepari un bagno?-
-Sarebbe davvero una gran cosa. Ma non mettere musica, nemmeno la tua. Ho un gran mal di testa, e ho bisogno di silenzio-
-Va bene- mi incammino alla ricerca della ragazza, mentre la mia testa continua ad essere un calderone sull'orlo di strabordare.
Daisy è seduta sulla sdraio, con le braccia incrociate ed il broncio che si vede lontano da un chilometro.
-Sai, oggi è stata davvero dura per me, e volevo tornare a casa per rilassarmi un pochino, ma mi sono ritrovata qualche sorpresina- mi siedo accanto a lei. La ragazza non mi guarda, ancora arrabbiata e sempre più cocciuta. –Che è successo nelle poche ore che ero via? Ieri sera eri di buon umore-
-No, l'ho soltanto mascherato bene- si volta verso di me. Tiene il capo chino, ed è davvero scocciata. -Mentre ero a Los Angeles dai miei questa estate, ho incontrato Jack Gilinsky con Madison, e lui ha fatto finta di non conoscermi- sospiro e rilasso le spalle. Mi alzo, e mi siedo sulla sdraio accanto a lei. Senza dire niente, la avvolgo tra le mie braccia. La sua testa si poggia sulla mia spalla. Non pronunciamo una parola, rimaniamo in silenzio in quella posizione per un tempo indeterminato. –Io ti voglio bene Rose, dico sul serio, e sono davvero contenta che tu sia felice con Shawn. Ma perché la tua favola si è avverata, e la mia no?- non so trovare una risposta ad una simile domande, perché sono stata tanto egoista e tanto presa da Shawn da non accorgermi di quanto lei stesse male. –E quel cavolo di anello è più grande di quel che pensassi, lo sento impigliarsi nei miei capelli-
Sbaaaam!
sono stressata perché forse non riesco a darmi un esame settimana prossima
help.