Shawn
-Quindi tu scrivi canzoni per mia cugina praticamente ogni giorno- alzo un attimo lo sguardo dalla chitarra. Frankie si gratta la testa, osservando la sala d'incisione.
-Più o meno funziona così- afferro il quadernetto sul tavolo e aggiusto le parole che, precedentemente, avevo buttato giù. –First you say you love me, then you say don't...- canticchio, battendo leggermente le dita sulla cassa della chitarra.
-E' stata una stronza con te, da come la dipingi-
-Oh no, non vorrei mai che la gente pensasse questo- scuoto la testa, ha completamente frainteso il senso della canzone. –Il fatto è che, nel primo periodo, Rose era molto confusa sui suoi sentimenti. Quel che le ha fatto Will, le ha lasciato dei segni che, ancora, non sono del tutto scomparsi. Anzi, a dir la verità, non so se ne andranno mai- mormoro. Sono consapevole che, probabilmente, avrà delle ripercussioni su di lei per sempre. –Quindi c'erano giorni in cui sembrava che le piacessi, e giorni in cui mi evitava. Ma non lo fa per cattiveria, semplicemente non riesce a non isolarsi quando le cose vanno male, o quando qualcuno le dimostra quanto ci tenga a lei-
-Ieri sera ha pianto, quando sei uscito a buttare la spazzatura- lascio cadere il plettro per terra, guardando Frankie a bocca aperta. –Però non dirle che te lo ha detto, sai quanto è orgogliosa-
-Certo ma perché lo ha fatto?-
-E' triste per la tua partenza. Avete la fortuna di festeggiare due Ringraziamenti, ma tu non la vuoi portare con te a Pickering-
-Oh, quindi è per questo- mi gratto la testa. Non pensavo che potesse rimanerci tanto male.
-Beh, ammetterai che è strano che, dopo che ti sei trasferito qui per stare con lei, tu decida di tornare per le feste da solo-
-L'ultima cosa che ho mai voluto è ferire Rose, però sembra che, ultimamente, io non riesca a fare altro-
-Vuol dire che sei umano anche tu- si stringe nelle spalle. Com'è possibile che tutte le Greyson divento sagge all'improvviso? –Per quanto tu possa essere perfetto-
-Oh fidati, sono molto lontano dalla perfezione- mi gratto la testa. Il rapporto con Rose rischia di degenerare sempre di più ed io non posso permetterlo, non dopo tutto quello che abbiamo passato. –Piuttosto, non mettere sotto pressione tua cugina. Lei mira sempre alla perfezione e, l'essere criticata, può solo farle dal male-
-Non era quella la mia intenzione, te lo giuro- alza e mani e le scuote lentamente. –E' solo che mia madre non va che paragonarmi a Rose ogni singola volta. Ma io non sono come lei, non ho quell'assurda memoria, non ho la capacità di reagire anche nei momenti peggiori e, sicuramente, non sono nemmeno bella quanto lei- ridacchio, mi sembra di sentir parlare la mia ragazza in questo momento.
-Eppure, in questo momento, siete molto più simili di quel che pensi- la ragazza aggrotta la fronte, riducendo gli occhi a due fessure. –Rose non ha completamente autostima e, ogni volta che le dico quanto sia splendida, scoppia a ridere, e le sue guance si colorano di un rosso acceso-
-Rose non dovrebbe avere niente da temere, voglio dire, è fantastica-
-Lo so, e sto cercando di farglielo capire in tutti i modi. Ma non le entra proprio in testa- scrollo le spalle. Ho paura che, quando partirò, le cose prenderanno una brutta piega, ed io non la voglio perdere per nulla al mondo.
-E' colpa di Will, non sua- Frankie si morde il labbro. Ha lo stesso identico vizio che sto cercando di far togliere a Rose, assurdo. –Non dico che non sia stato un buon ragazzo perché c'è stato un periodo, e questo te lo possono confermare tutti, in cui erano molto felici insieme, e anche molto carini, se devo dir la verità- un colpo al petto, proprio all'altezza del cuore. Sapere che è stata bene con qualcuno, prima di me, mi fa stare male, mi fa sentire inutile. –Ma poi le cose hanno iniziato a peggiorare. Qualche volta Will le faceva battute sul suo peso, sul fatto che a Rose piacesse mangiare, e poi, al secondo anno, è arrivata Diana. Da lì in poi, è iniziata una specie di competizione tra tutte e due, anche se millantavano di essere migliori amiche-
-E' stata tradita dalle persone a cui teneva di più al mondo- mormoro. E immediatamente realizzo ogni cosa. Il suo attaccamento a me, il suo non fidarsi della mia amicizia con Camila. Ha solo paura che la storia si ripeta. Ed io, forse, non la sto incoraggiando abbastanza, non le sto dimostrando nel migliore dei modi che una cosa del genere non potrebbe mai accadere, e che per me sarà sempre l'unica. –Ed io sono un completo imbecille-
-Sei un maschio quindi, tutto sommato, è comprensibile- si chiude nelle spalle, per poi guardarsi intorno, come una bambina al centro commerciale. –E per quanto riguarda il numero di Hayes Grier...-
-Frankie- taglio corto, scuotendo la testa. -Dovrei presentartelo prima-
-E che problema c'è?-
-Tu e Rose siete davvero uguali- roteo gli occhi al cielo. –Mi aiuti a prepararle una sorpresa?-
-Che genere di sorpresa?- riduce gli occhi a due fessure. Sorrido, se tutto va bene, Rose sarà la ragazza più felice di tutta la terra.
-Tu accetta di darmi una mano, il resto è secondario-
-E tu mi presenterai Hayes?-
-E va bene, mi arrendo- il volto della ragazza si apre in un sorriso radioso e, senza che io me ne renda conto, mi getta le braccia al collo, saltellando come una bambina.
-Grazie, grazie, grazie- ride, con la testa gettata indietro e le labbra dischiuse, che mostrano i denti. –Sei davvero fantastico Shawn-
-Quando vi conviene- sottolineo. Ancora Daisy mi odia per la storia di Jack, non posso credere che non le sia passata.
-Oh no, non è assolutamente vero- scuote il capo, gli occhiali le scivolano lungo il ponte del naso. –Hai mai letto uno dei libretti neri di Rose?-
-Qualche volta- ammetto, grattandomi la nuca. Mi vergogno ad ammettere che, spesso, quando non stavamo insieme, ed io avevo dubbi sui suoi reali sentimenti per me, prendevo uno di essi es fogliavo avidamente le pagine, alla ricerca di qualcosa che mi facesse capire che, a me, lei ci teneva sul serio. –Ma ti sto parlando di, più o meno, un anno fa-
-E non hai visto le cose meravigliose che scrive su di te?-
-Cosa?- cado dalle nubi, provando la stessa sensazione di qualcuno che si sveglia nel bel mezzo di un sogno.
-Ne aveva dimenticato uno in salone, quando siete andati a fare la spesa. Lo sto leggendo prima di andare a dormire, è davvero bello-
-Ecco perché ultimamente è nervosa, non riesce a trovarlo-
-Non dirle che ce l'ho io, mi ucciderebbe!-
-Lo so, ma devi restituirglielo al più presto, ne va della nostra sanità mentale-
-Ha scritto che sei il raggio di sole della sua vita- mi ritrovo a sorridere come un ebete, senza avere un vero motivo apparente per fare una cosa del genere. –Ma credo che sia un sentimento reciproco-
-Beh, diciamo che lei è più o meno la ragione per cui mi sveglio ogni mattina-
Rose
-Vuoi che ti accompagni all'aeroporto?- Shawn si volta per un attimo verso di me e mi sorride, per poi ritornare a sistemare il suo borsone.
-Non c'è bisogno, chiamo un taxi e mi faccio portare lì-
-No, verrai con me- gli circondo i fianchi con le braccia e sfioro con le labbra il suo collo. –Mi mancherai tantissimo-
-O mio dio, potrei sentirmi male per un'affermazione del genere- si volta verso di me e prende il mio volto tra le mani. Sembra un bambino in questo momento. –Siamo stati lontani per molto più tempo Rose-
-Lo so, eppure, per qualche strana ragione, sento che questa volta sarà diverso-
-Sei solo preoccupata per la storia di Camila e tutto il resto, e perché Frankie torna a casa tra qualche giorno-
-Probabilmente hai ragione- mi chiudo nelle spalle. Il ragazzo mi circonda con le sue braccia e mi stringe al suo petto. –Mi chiamerai ogni giorno, vero?-
-Certo, e a Natale verrai con me in Canada- poggia il mento sul mio capo, io socchiudo leggermente le palpebre.
-Non credo di avere i vestiti adatti per affrontare un inverno tanto freddo. Dannazione, sono nata e cresciuta a Los Angeles io!-
-Credevo la odiassi- si stacca da me, guardandomi con un'espressione buffa e canzonatoria stampata sul volto.
-E' così, in realtà. Non mi manca per niente, se devo essere sincera-
-Davvero?-
-L'unica cosa è che non posso andare a trovare Pyper. Tra poco più di un mese saranno due anni che è morta, ed io sono qui a New York- abbasso il capo. Per quanto, adesso, ci pensi molto di meno rispetto al passato, qualche volta una vocina nella mia testa mi ricorda quel che è successo, e quanto ho sofferto. Un dolore che stento a credere se ne andrà mai via.
-Ti prometto che farò tutto il possibile per essere con te quel giorno-
-E' tutto okay- mormoro, ma non ci credo tanto nemmeno io. –Sono forte, ricordi?-
-Ma non devi esserlo per forza da sola Rose. Stiamo insieme, e quando le persone hanno una relazione, si sostengono a vicenda, qualsiasi cosa accada, e, soprattutto, diventano l'uno la roccia dell'altro-
-Quando ero alla Constance, eri più o meno l'unica ragione che mi faceva aprire gli occhi la mattina. Quando mi svegliavo e mi ritrovavo a fissare il soffitto bianco di quell'orrenda camera, mi chiedevo perché dovessi affrontare un altro giorno lì dentro. Ma poi, dopo cinque minuti, arrivavi tu tutto sorridente, con in mano la colazione, e cominciavi a parlare, parlavi talmente tanto che non riuscivo a sentire il flusso dei miei pensieri. Mettevi a tacere i miei demoni, e dio solo sa quanto ne avessi bisogno- gli occhi di Shawn sono lucidi. Il ragazzo sorride e abbassa lo sguardo, asciugandosi quella che deve essere una lacrima traditrice, che ha deciso di rigare il suo volto.
-Ogni giorno speso con te Rosebelle è stato fuori dal comune. Non mi pento di niente, neanche delle litigate o dei momenti in cui sono stato male. Io ti amo, e tutto quello che abbiamo passato mi ha portato fino a te, e non potrei essere più felice di stare con te-
-Adesso andiamo, prima che io scoppi a piangere- afferra il borsone e mi segue. In casa non c'è nessuno, è immersa nel silenzio più totale. Frankie è da mia madre per parlare un po' del rapporto che ha con zia Katie, e Daisy è fuori con qualche sua amica.
-When you fall asleep tonight just remember that we lay under the same stars-
-Dai, sai che potrei scoppiare da un momento all'altro- ci dirigiamo in silenzio verso la sua macchina. Non l'ho mai guidata prima d'ora, e spero sul serio di non investirla al primo colpo. –Quante ore di volo sono da qui a Toronto?-
-Sette mi pare, ma abbiamo lo stesso fuso orario, quindi non ci saranno problemi di facce assonnate o di sbadigli durante FaceTime-
-Quindi è una fortuna che mi sia trasferita a New York per l'università-
-Ti vedo più felice da quando siamo arrivati qui, non hai più quei momenti di sconforto. Certo, qualche volta ti ritrovo ancora a fissare il vuoto, con gli occhi vitrei e lo sguardo perso, ma sono contento che, per la maggior parte del tempo, tu stia sorridendo, o mi stia semplicemente accanto-
-Non ho alcun motivo per essere triste, la mia vita sembra aver preso una giusta piega, e non ha senso rimuginare sul passato. Continuare con tutta quella rabbia, con tutto quell'odio, non cambierà ciò che è successo, non mi restituirà Pyper e non cancellerà il fatto che io abbia tentato il suicidio, quindi tanto vale vivere questo momento di calma e di tranquillità nel migliore dei modi-
-Dopo questo tuo discorso, sono più tranquillo nel lasciarti. Il saperti lontana, il non poterti stare vicino per una manciata di giorni, mi rendeva parecchio pensieroso. Ma, adesso, ho la conferma di avere una fidanzata davvero in gamba, e che può affrontare qualsiasi problema anche da sola, perché se è vero che dietro ogni grande uomo c'è una grande donna, dietro ogni grande donna non c'è nessuno, perché se la sanno cavare benissimo anche da sola-
-Stai diventando un femminista in piena regola, a furia di stare con me-
-Imparo dalla migliore- ci guardiamo negli occhi e scoppiamo a ridere sonoramente. L'atmosfera si è notevolmente stemperata, e le mie mani hanno smesso di tremare. Andrà bene, andrà tutto bene. –Nate sarà molto contento della mia lontananza-
-In effetti, si è già invitato a cena questa sera-
-Visto? E' come un avvoltoio. Aspetta che il leone lasci la carcassa per avventarsi sui resti della preda-
-Quini io sarei una specie di animale morto?-
-Credo di aver usato una metafora un po' troppo macabra- riduce gli occhi a due fessure e si gratta leggermente il mento, pensandoci su un paio di secondi. –Ma non me ne vengono in mente altre, in questo momento, quindi credo che ti dovrai accontentare di questa-
-Risparmia i lampi di genio per le canzoni Mendes, ho capito il concetto alla perfezione-
-Sei tu la scrittrice tormentata tra i due-
-Ah non me ne parlare, sono in blocco da un paio di settimane, non riesco a buttare giù niente di decente- mormoro. Ogni volta che ci provo, rimango a fissare la pagina bianca di Word, senza trovare le parole adatte da fissare lì sopra.
-Sono sicuro che passerà prima di quel che pensi...come facevi a trovare l'ispirazione prima?-
-Un cuore che fa male, è un cuore che lavora-
-E questa filosofia di vita viene...-
-...da Ashton Irwin. Ha pubblicato un tweet con questa frase in foto, e credo che abbia ragione da vendere-
-Non dovevo nemmeno chiederlo, sono davvero uno stupido-
-Ho deciso quale sarà il mio prossimo tatuaggio, comunque- il ragazzo si volta verso di me e aggrotta la fronte, visibilmente preoccupato da questa mia affermazione.
-Ho paura di chiedertelo-
-So take my hand and we'll be alright-
-Oh- sorride, le sue guance si tingono di un leggero rossore. –Hai scelto una frase di una mia canzone, ne sei davvero sicura?-
-A Little Too Much è stata davvero fondamentale nei giorni immediatamente dopo la Constance. Reinserirmi nell'ambiente scolastico dopo tutto quello che era successo non è stato per niente facile. Ricominciare da capo, far finta che Will e Diana non fossero mai esistiti, nascondere a tutti cosa fosse realmente accaduto...ma poi pensavo alle parole della tua canzone, e mi dicevo 'se Shawn crede che tu ce la possa fare, forse è davvero così'. E ora, a distanza di un anno, posso affermare che, quello che hai scritto, è davvero successo. Ho preso la tua mano e tutto è andato per il verso giusto-
-Ti amo Rose, ti amo davvero tantissimo- abbassa lo sguardo e scuote la testa. –E mi dispiace di non poterti portare con me per il Ringraziamento. E' solo che...-
-Hai bisogno di sondare il terreno perché non credo che i tuoi genitori siano tanto contenti della tua scelta di trasferirti in America- arriviamo nei pressi dell'aeroporto ed io parcheggio. Il ragazzo si slaccia la cintura e mi fissa, gli occhi stanchi, solcati da due grandi strisce nere. –Mi dispiace di aver fatto tante storie, a volte sono troppo impulsiva- scendiamo dalla macchina e Shawn afferra il borsone che aveva preparato prima. Io, per tutta risposta, intreccio le dita della mia mano con le sue. –Spero davvero che tu trascorra dei bei giorni a casa-
-Rosebelle, casa mia è ovunque tu sia- sento gli occhi pizzicare per le lacrime, ma devo essere forte. So che, se scoppiassi a piangere, probabilmente, Shawn non partirebbe, e non sarebbe una cosa giusta. –Ti amo, non te lo dimenticare mai- avvolgo le braccia intorno al suo collo e lo stringo forte, consapevole che, tra pochi minuti, volerà via da me. Ma, come diceva una delle mie citazioni preferite del Piccolo Principe, farsi primavera significa accettare il rischio dell'inverno. Ed io, per Shawn, sono disposta a sopportare qualsiasi cosa.
-Promettimi di non piangere non appena ti avrò lasciato andare- ci stacchiamo e lui passa una mano tra i miei capelli, percorrendoli in tutta la loro lunghezza. –Dico sul serio, sei diventato davvero sensibile negli ultimi tempi-
-Ah già, dimenticavo che tu eri la spaccona del gruppo- mi attira a sé e poggia le sue labbra sulle mie, in un dolce bacio carico di tristezza. –Mi raccomando Rose, niente casini-
-Come se scatenassi un terremoto ogni volta che cammino-
-Roooose-
-Promesso- gli mostro il mignolino. Shawn ridacchia e fa intrecciare le nostre dita, tirandole leggermente verso il basso. –Mandami un messaggio appena arrivi, mi raccomando-
-Sì lo so- col cuore che pesa come un macigno, mi costringo a dargli le spalle, e ad incamminarmi alla svelta verso l'uscita. –Rose?- mi sento chiamare. Mi volto, Shawn sta sorridendo. –Ti passo mai per la testa?- roteo gli occhi al cielo e scoppio in una sonora risata. Siamo noi, indissolubilmente e immancabilmente noi.
-Sempre. Ed io, ti passo mai per la testa?-
-Non l'hai mai lasciata dal quattordici ottobre duemilatredici-
-Grazie mille per avermi ospitato in queste due settimane- osservo Frankie impacchettare tutta la sua roba e, inevitabilmente, un nodo mi stringe la gola. Se ne stanno andando tutti in questi giorni.
-Figurati, puoi tornare quando vuoi, a patto che non scappi più di casa-
-Uhhm, non credo di poterti promettere una cosa del genere- storce leggermente gli angoli della bocca. Spero davvero che riesca a chiarire con la sua famiglia, ha ancora tredici anni, non può arrendersi adesso.
-A parte gli scherzi Frankie, voglio che tu sappia una cosa- prendo posso sul materasso. La ragazzina si ferma e mi imita. In questo momento, mi sento tanto mia madre, la situazione è talmente assurda. –So che, qualche volta, sembra che il mondo ce l'abbia con te e che non ci sia via d'uscita. Ci sono passata anch'io e mi sono sempre sentita molto sola. Non potevo parlare con mia madre, non potevo parlare con Stella, Will si lamentava che fossi troppo melodrammatica...il punto è che può capitare di vedere tutto nero, ma quel che voglio farti capire è che ci sarà sempre un raggio di sole, anche se celato dalle nuvole. Dopo quel che ho passato, dopo aver tentato il suicidio e tutto il resto, ho capito che pensare negativo, piangersi addosso, non risolve le cose, ci intristisce semplicemente. Non esiste niente a cui non si possa porre rimedio, tranne alla morta, lei è imprevedibile. Ma al di là di tutta questa solfa che ti scorderai tra un paio di minuti, voglio che tu sappia che puoi sempre contare su di me. Quando ti senti triste, quando non trovi una via d'uscita, quando pensi che tutti ti vadano contro, prendi il cellulare e chiamami. Non ti posso promettere di rispondere subito perché potrei essere a lezione, però, se hai bisogno di me, ti aiuterò. Non voglio che tu arrivi al mio stesso punto, non voglio che tu faccia il mio stesso errore. Abbiamo sempre un'altra scelta Francesca, dobbiamo solo capire quale sia- la ragazza sorride e mi getta le braccia al collo. Comincia a singhiozzare rumorosamente, ed io ho paura di aver sbagliato a parlare, di essere stata troppo irruenta o invadente.
-Ti voglio un mondo di bene Rose, grazie per essere la sorella maggiore che non ho mai avuto- improvvisamente, anche io sento il bisogno di piangere perché, per la prima volta da tanto tempo, non sono io quella che è stata consolata, non sono più la bambolina da tenere sotto una campana di vetro per evitare che le succeda qualcosa di brutto. Sono la ragazza forte che può aiutare gli altri.
Sbaaam!
sono riuscita a pubblicare, ma contate che sono tornata a casa alle sette, e ho dovuto preparare la cena, lavarmi, chiamare a casa...la vita in erasmus è più difficile di quel che pensassi.
anyway, grazie a tutti quelli che votano, leggono e commentano la storia, vi adoro.
adesso devo andare, devo continuare a scrivere, che per ora lo faccio davvero poco.
un bacio
rose xx