-Non sapevo che foste tornati così presto- Daisy fa il suo ingresso nel giardino d'inverno, stropicciandosi gli occhi assonnati.
-In realtà sono le sei del pomeriggio, ed io e Shawn abbiamo lasciato casa di mia madre alle tre- non le presto tanta attenzione, continuo a battere velocemente i polpastrelli sul computer, sperando che questa sia realmente l'ultima stesura di quel che dovrebbe essere il mio futuro romanzo.
-Davvero? E quanto ho dormito?-
-Beh sei tornata alle sei di mattina, è più che comprensibile- la ragazza si getta malamente sul divano accanto a me, cosicché io possa sentire il suo alido alla vodka e sigarette, misto al sonno ovviamente.
-Oh andiamo Rose, sei ancora arrabbiata perché, ultimamente, ti ho un po' trascurata?- assume un tono da bambina, mettendo su il faccino da cucciolo bastonato che, sin da quando ne ho memoria, ha usato per convincere me e Pyper a fare tutto quello che voleva lei.
-No, cosa te lo fa pensare?-
-Non mi guardi in faccia, e rispondi mangiandoti le parole. Sappiamo entrambe che hai questo atteggiamento quando o vuoi evitare una discussione, o sei arrabbiata con qualcuno e non vuoi arrivare allo scontro-
-Stai dicendo tutto tu Daisy- mi stringo nelle spalle, non ammetterei mai a voce alta che effettivamente ha ragione, che sto usando davvero questa tecnica.
-E se sta sera uscissimo io, tu e Nate come ai vecchi tempi? E domani io finisco le lezioni alle dodici, quindi potremmo andare a fare un po' di shopping-
-Questo sì che farebbe saltare Shawn dalla gioia- anche il piccolo Ed ci raggiunge, e mi salta in grembo, accovacciandosi sule mie gambe.
-A proposito, dov'è?-
-In palestra- roteo gli occhi al cielo. Ultimamente è diventata una fissazione per lui, soprattutto per quello che riguarda i muscoli della schiena.
-Eddai Roseeee. Andiamo al cinema, ci vediamo quel nuovo cartone animato della Pixar, Inside Out, e poi ci mangiamo una pizza. Alle undici saremo di ritorno a casa e tu avrai tutto il tempo per discutere con Shawn, a volte sembra che non sappiate fare altro-
-Non passiamo tutto il nostro tempo a litigare, se è quello che intendi- mi volto verso di lei che, contenta, sfodera un sorriso a trentadue denti, parecchio compiaciuta.
-Lo so, volevo soltanto che tu mi prestassi attenzione, e ci sono riuscita. E' diventato il tuo punto debole, a quanto pare- sbuffo e ritorno al mio lavoro. Continuiamo a fare le stesse cose di quando eravamo piccole, assurdo. –E poi lo sai che ti voglio tanto bene- mi getta le braccia al collo, attirandomi leggermente verso di sé. I suoi capelli puzzano di fumo in una maniera esagerata, non sentivo un odore del genere da quando stavo ancora con Will, e lui era sempre con la sigaretta incastrata tra le labbra. –Tanto lo so che riuscirò a piegarti, hai un cuore dolce tu- rimanendo ancora in balia della mia migliore amica, Daisy mi rimette dritta e poggia la testa nell'incavo del mio collo. Questo mi ricorda quando avevo tre anni e mia sorella, che ancora non mi odiava, mi usava come bambola gigante, vestendomi e truccandomi a suo piacimento. E come si arrabbiava se, per caso, non volevo bere il latte a tutte le ore del giorno e della notte. –Ehi, aspetta un attimo, ma che hai sul collo?- sgrano gli occhi e, velocemente, mi stacco da lei, cercando di coprirmi il segno con la mano.
-Niente, il nuovo profumo che mi ha regalato Shawn mi ha fatto irritazione, sai che ho la pelle molto sensibile-
-Che c'entri lui ne sono sicura, ma non mi raccontare balle, so riconoscere un succhiotto quando ne vedo uno- ridacchia divertita, mentre io sento le guance diventare rosse come due pomodori. Dannazione, sono riuscita a scamparla con la mia famiglia ma con lei no, ottimo lavoro Rose. –Allora, non mi dici niente?-
-Non c'è niente da raccontare- borbotto. Appurando che, ormai, la mia concentrazione è totalmente sparita, salvo il file che stavo scrivendo e chiudo lo sportello del computer. –Smettila di guardarmi, è inquietante-
-Se non sputi il rospo tu, lo chiederò direttamente a Shawn-
-Sei tremenda a volte Daisy- allungo le dita sulla superficie liscia del Macbook, tracciando con i polpastrelli il controllo della mela. –Lo stavo aiutando a studiare matematica e lui si era buttato un po' giù e non so, mi è venuto spontaneo dargli un morso sul collo, tutto qui. Solo che poi, dopo che ha finito, ne ha dato uno a me e una cosa ha tirato l'altra-
-E siete finiti a letto insieme?-
-Diamine no! E' possibile che pensi solo a quello?-
-Beh sarebbe anche l'ora, hai diciotto anni Rose, non ne senti il bisogno?-
-No, sto bene così, grazie- porto due dita nel colletto della maglietta, spostandolo leggermente. Perché fa improvvisamente tanto caldo?
-Però, guarda caso, hai sentito la necessità di fargli un succhiotto. Sai questo cosa vuol dire?-
-Illuminami- mi porto le mani sul volto, sentendomi in imbarazzo come mai in vita mia prima d'ora.
-Che sei umana anche tu Rose. E' naturale provare delle sensazioni del genere e...-
-Possiamo parlare di altro? Ti prego- socchiudo le palpebre, mettendo in avanti le mani e scuotendole. –L'ultima volta che ho affrontato un discorso del genere è stato con mia madre la prima volta che le ho chiesto di dormire a scuola, quindi risparmiamelo-
-E va bene, sarò clemente, ma sappi che riprenderemo il discorso-
-Spero vivamente di no- Ed si alza, mi guarda per un attimo e miagola. Scende giù dalle mie gambe e si inoltra nella grande casa, è così piccolo. –Vado a posare il computer-
-Quindi per sta sera è un sì?-
-Chiama Nate, che a me spetta il compito più ingrato- mentre sono già sulla via di camera mia, un corpo mi arriva di sopra, stringendomi in un forte abbraccio. –Daisy non facevi così da quando ho tentato il suicidio-
-Voglio solo che tu sappia che, qualsiasi cosa accada, sarò sempre al tuo fianco, anche se adesso hai un ragazzo famoso che mi ricorda ogni giorno quanto mi sia andata male con Jack-
-Ho paura di star tornando buona come una volta Daisy. E con questo intendo la Rose tutta zucchero e caramelle dei primi anni del liceo-
-Beh è quella la tua vera natura, anche se le tue battute sarcastiche mi piacciono-
-Lo so, è solo che...- sospiro profondamente, le braccia di Daisy non accennano a mollarmi, seguendo ogni movimento del mio corpo. –...a volte ho semplicemente un po' di paura. Di essere ferita, di ritornare a vedere tutto nero-
-E' normale dopo tutto quello che hai passato. Non te l'ho mai detto ma, l'unico motivo per cui anche io non sono crollata, è perché sapevo che non potevo lasciarti. Tu sei sempre stata quella più forte di tutti noi, quella che trovava le soluzioni ad ogni problema eppure, quando hai perso Pyper e Will e Diana ti hanno pugnalato alle spalle, eri così fragile, così sola. Non c'era giorno in cui non piangessi, in cui non te la prendessi con qualcuno o in cui non lanciassi tutto in aria. Ed io avevo paura di ritrovarmi anche senza di te, perciò ho finto che tutto quello che stessa succedendo non mi toccasse, che fossi insensibile al dolore, quando avrei voluto solo scoppiare a piangere-
-E' vero che io e Shawn litighiamo spesso ultimamente. Non mi va giù che lui stia per rilasciare una canzone con Camila e che debbano girare per l'America insieme. Se apri Twitter o Instagram, trovi centinaia di profili che li adorano insieme, che pensano che siano una coppia e tu non hai idea di quanto questa cosa mi faccia male. Vorrei fargli capire che, se alzo la voce, se gli metto il muso, è perché ho paura che finisca come con Will, ma come si può spiegare quanto possa essere distruttivo e deleterio essere traditi da qualcuno che amavi?-
-Semplice Rose, non si può proprio- le sue braccia si slacciano dal mio bacino, e la sua figura compare davanti ai miei occhi. E' ancora in pigiama, con quello famoso con i coniglietti fucsia che le abbiamo regalato per scherzo qualche Natale fa, quando doveva dormire da Adam per la prima volta. –E comunque ti capisco. Cavolo, io lo avrei ucciso già da un pezzo o, come minimo, lo avrei legato alla sedia del tavolo- scoppio a ridere sonoramente davanti alla sua espressione da pazza. Forse ho sbagliato a non parlare prima con Daisy, a tenermi tutto dentro e a riversarlo su Shawn. –E capisco che potrà essere dura e tutto il resto, e che dovrò prepararmi a vedere molte cose rotte o che volano contro il muro, ma ci sarò io con te, okay?-
-Okay- spalanca le braccia e mi fa cenno di avvicinarmi. Alzo gli occhi al cielo, decidendo di lasciarmi la rabbia alle spalle e di stringere forte la mia migliore amica, prima che mi scappi anche lei.
-E poi, prima o poi dovrà tornare qui e, a quel punto, gliene faremo vedere delle belle. Potrà anche essere Shawn Mendes e tutto il resto, ma nessuno può far star male la mia migliore amica, questo è poco ma sicuro-
😍😍😍
-Ehi, che ci fai ancora sveglio?- scorgo Shawn, col volto illuminato dalla luce del computer e la fronte leggermente corrugata.
-Stavo scrivendo qualche verso- abbassa lo schermo e, con un rapido gesto del braccio, accende la luce, per poi incrociare le braccia al petto. –Siete tornati più tardi rispetto all'orario che mi avevate detto-
-Beh il bello di non vivere più con la propria madre è appunto questo, no?- lascio andare sonoramente la borsa sul pavimento, beccandomi un'occhiataccia dal ragazzo. Odia quando sono disordinata, il che accade molto spesso.
-Hai lezione domani, se non sbaglio-
-Non prima delle undici- attacco il cellulare in carica e lo spengo ma, in ogni movimento che compio, gli occhi di Shawn mi seguono, senza abbandonarmi un attimo. –E credo di essere in grado di stabilire da sola a che ora posso tornare la sera- rispondo irritata, mentre vado in bagno e mi libero dei vestiti, indossando una delle tante sue magliette che, ormai, sono diventate i miei pigiami personali.
-Era bello il film?- il ragazzo si poggia sullo stipite della porta, con le mani in tasca, osservandomi mentre mi lavo i denti.
-Perché non mi chiedi direttamente quel che vuoi sapere?- sospira, abbassando leggermente il capo. Le sue labbra sfregano tra di loro, mordicchiandosi, di tanto in tanto.
-Nate sta bene?-
-Era sicuramente più contento di quelle volta che Daisy ci ha trascinato a vedere Cinquanta sfumature di grigio, o di quella di Cattivi vicini, visto che andavamo praticamente solo per Zac Efron- chiudo l'acqua e ripongo lo spazzolino al suo posto. Shawn continua ad essere turbato da qualcosa, ma io mi limito a superarlo, e a infilarmi a letto.
-Sta cominciando ad accettare la situazione o...?-
-Vuoi fatto un resoconto della serata, non è vero?- mi metto seduta, raccogliendo i capelli, ormai di media lunghezza, in una crocchia sopra la testa.
-Tu ti preoccupi per il singolo ed io per questo, credo che siamo pari-
-No, non lo siamo affatto- mormoro, ma lui non mi sente. Scuoto leggermente la testa e sospiro, portando le gambe al petto. –Siamo andati al cinema come ai vecchi tempi, abbiamo parlato di quanto sia strano non averci l'uno in classe con l'altro, visto che siamo sempre stati insieme fin dall'asilo e basta, abbiamo preso una pizza e noi siamo ritornate qui- mi stringo nelle spalle, eppure lui non è ancora convinto, sembra che gli manchi qualcosa, un tassello per completare il puzzle.
-Non mi piace l'idea che tu giri di notte con la Vespa Rose-
-Mia madre non può permettersi di comprare una terza auto ora come ora. Ha un nuovo muto e ha dovuto pagare la prima rata di quello di Stella- le sue labbra si dischiudono appena ma, sapendo già quello che vuole dirmi, lo blocco sul nascere, portando le mani sulla sua bocca. –E non ti azzardare a dire che me la comprerai tu, perché giuro che ti metto sotto, e poi la riporto in concessionaria-
-Allora usa la mia quando devi uscire la sera, ma ti prego, non prendere più la Vespa-
-Non ho mai avuto un incidente in due anni che la guido- ridacchio. Ma poi capisco. Capisco e mi rendo conto che, questo, è solo un altro modo per dimostrare il suo amore nei miei confronti, anche se assomiglia più a mia madre, ora come ora. –Ci penserò su, te lo prometto-
-Soprattutto quando, il prossimo mese, partirò. Io terrò il cellulare acceso sempre in ogni caso, ma tu non farmi stare in pensiero, prendi la auto per qualsiasi cosa-
-E non hai paura che possa investirla o graffiarla?- mi avvicino di più a lui che, seduto sul bordo del letto, giocherella con le sue dita, tenendo lo sguardo basso e le labbra curvate in un sorriso.
-La macchina la posso ricomprare, un'altra Rose dove la trovo?- incastro le dita tra i suoi ricci scuri, poggiando la mia fronte sulla sua e facendo scontrare i nostri nasi.
-Ed io un altro come te dove lo trovo?-
-Turns out that no one can replace me, I'm permanent you can't erase me-
-Sì, credo che tu abbia reso alla perfezione il concetto- le sue labbra catturano le mie, tremanti e soffici, e sembra quasi sorridere in quel bacio. –La prossima volta puoi venire anche tu, oggi è stata solo un'eccezione, io e Daisy volevamo stare un po' insieme come ai vecchi tempi-
-E' stato giusto, almeno non ti vedo più tenere il muso-
-Sai che sono un po' restia ai cambiamenti-
-Hai faticato per trovare un nuovo equilibrio e quindi, se qualcuno sposta qualcosa, tu vai in tilt-
-Ci sto lavorando- il ragazzo sorride e incastra le dita tra i miei capelli, rigirandosi alcune ciocche tra i polpastrelli. –Ma ora si è davvero fatto tardi, e domani devo andare all'università-
-Ah certo, quando ci sono io di mezzo, finisce sempre così-
-Piantala dai- afferro il cuscino e gli tiro un colpo. Shawn cade con la schiena sul letto, ridacchiando divertito per l'intera scena. -E vieni qui- allungo le braccia, cominciando a muovere le mani nella sua direzione, come una bambina piccola.
-Va bene, va bene, va bene- finalmente abbandona ogni rimostranza e mi raggiunge. Si sdraia accanto a me e, senza che possa muovere ulteriormente un muscolo, poggio la testa sul suo petto e avvolgo le braccia intorno al suo bacino. –Questa è sicuramente la parte della giornata che preferisco di più- il tono della sua voce si abbassa di un'ottava. Alzo il capo, perdendomi a studiare il contorno del suo viso, la linea della sua mascella, le ciglia lunghe che gli sfiorano il viso, le labbra morbide che bacerei per tutto il giorno e le guance ancora lisce che mi diverto a mordicchiare. –Perché mi guardi?-
-Perché sei perfetto- ridacchia, per poi allungare un braccio verso l'interruttore e spegnere la luce. –Guarda che dicevo sul serio-
-Lo so ma, al buio, puoi dirmi tutto quello che vuoi senza diventare rossa come un peperone-
-E così, dopo che abbiamo parlato per un'ora abbondante, lui passa una mano tra i miei capelli e mi chiede quale shampoo usi per renderli tanto morbidi, e che sarebbe fantastico andare a fare shopping insieme- inserisco le chiavi nella serratura, facendola scattare. Daisy, dietro di me, sospira, mettendo su il broncio.
-Gay?-
-Puoi scommetterci. Mi ha raccontato che il suo ragazzo lo ha tradito con la sua migliore amica, pare che sia bisessuale-
-A qualcuno, a quanto pare, è andata peggio che ha me- non appena metto un piede dentro, con ancora le buste in mano, Ed corre verso di me, strusciandosi contro le mie gambe e miagolando. Sorrido, e mi chino per prenderlo tra le mie braccia.
-Ti rendi conto che, da quando io ed Adam ci siamo lasciati, non riesco più ad avere una relazione stabile?-
-Sai che non mi ricordo più perché tu e lui avete rotto?- mi gratto la testa. E' come se mi mancassero dei pezzi del terzo anno, tasselli del puzzle che, immancabilmente, ho cancellato e ho voluto perdere, perché faceva troppo male ricordare.
-Dopo che è morta Pyper è andato tutto a rotoli, e noi ci siamo ritrovati a litigare per cose idiote- la mia migliore amica si chiude nelle spalle e scuote la testa. Chissà dov'ero io in quel momento, in quale fase della mia vita o della mia depressione. Sarà stato sicuramente durante quella settimana in cui mi sono chiusa in camera, esiliata da tutto e da tutti, quando volevo circondarmi solo del mio dolore. –Ma parlando di ragazzi, il tuo è a casa?-
-Non lo so, a dir la verità- aggrotto la fronte, rendendomi conto di non aver avuto sue notizie per tutta la giornata. –SHAWN!- urlo. Tendo un orecchio verso il centro della casa, giusto in tempo per sentire qualcosa cadere per terra e un sospiro rumoroso.
-Sono nello studio Rose- faccio un cenno a Daisy e, senza neanche scomodarci di posare i nostri pacchi, saliamo velocemente le scale.
L'intera sala è immersa nella luce del tramonto e il sole colpisce in pieno Shawn, che tiene in mano la chitarra, strimpellando alcune note. –Era proprio necessario urlare?-
-Mi seccavo salire fino a qui, metti che magari non c'eri, avrei fatto le scale inutilmente- mi lancia un'occhiata sconsolata e posa lo strumento, passandosi una mano tra i capelli castani.
-Avete svaligiato tutti i negozi del centro per caso?- con un lieve cenno del capo indica le nostre buste, senza nascondere un sorrisetto divertito.
-Una ragazza ha delle priorità nella vita- afferma Daisy, col tono austero di chi sta per fare un'orazione importante.
-Non lo metto in dubbio- alza le mani in segno di resa. A quel punto, lascio andare tutto sonoramente sul pavimento e prendo una sedia, trascinandola rumorosamente sul pavimento bianco. –Ti costava tanto alzarla?-
-Non mi piace questo tono critico che hai nei miei confronti oggi Shawn- Daisy annuisce spalleggiandomi, e prende posto accanto a me, con la schiena bella dritta e le braccia conserte.
-Sembrate che siate sul punto di fucilarmi-
-Che hai fatto oggi?- svio il discorso, sperando di non sentire più di una volta il nome di Camila all'interno della discussione, o potrei prendere in considerazione l'idea di spaccargli la chitarra sulla testa.
-Ho accompagnato Camila in aeroporto e poi ho comprato il biglietto per la prossima settimana, ti ricordi che devo ritornare in Canada per il Ringraziamento, vero?-
-Me lo avrei detto un centinaio di volte, e sai che a me ne basta solo una-
-Volevo esserne sicuro, scusa- si gratta la testa, ma il tono di voce basso che ha usato non mi fa presagire nulla di buono. –Poi sono andato in studio e ho buttato giù qualche verso di quella canzone che ti ho fatto ascoltare la scorsa volta. Anzi, se potessi darmi una mano a rifinirla, te ne sarei eternamente grato-
-Sì figurati- il silenzio cala su noi tre. Shawn, visibilmente nervoso, comincia a giocherellare con le sue dita, tenendo lo sguardo appositamente basso. –Per caso c'è qualcosa che devi dirmi?-
-No, niente, assolutamente-
-Perché non la porti a casa con te per il Ringraziamento?- Daisy si intromette nella discussione, con la sua voce squillante e il tono accusatorio. In effetti, mi ero posta anche io la stessa domanda, ma mi ero liquidata con la scusa che, molto probabilmente, non voleva che perdessi giorni di college o qualcosa del genere.
-Devo discutere alcune cose con i miei genitori che concernono l'essermi trasferito qui in America, quindi non so quanto potesse essere d'aiuto la presenza di Rose-
-Non è che, per caso, non vuoi far sapere che state insieme per via dell'uscita di I know what you did last summer?- io e Shawn ci lanciamo una rapida occhiata, sapendo che Daisy, come al solito, ha involontariamente toccato un mio tasto debole.
-Come ti viene in mente una cosa del genere?-
-In una puntata di Hannah Montana, Miley registrava un singolo con un altro cantante e, per alzare le vendite, fingevano di stare insieme- si stringe nelle spalle, convinta di avere avuto l'illuminazione del secolo. Poi capisce cosa ha appena detto. –Ho appena innescato la miccia, vero?-
-Puoi giurarci- le rispondo, sentendo un improvviso senso di nausea, misto a quel sapore metallico caratteristico del sangue.
Sbaaaam!
oggi è il mio last day in italia fino a gennaio. Yo soy muy spaventata di quello che potrebbe aspettarmi in Spagna.
Anyway, qua siamo davanti ad un capitolo di passaggio. e sì fa davvero schifo.
perdonatemi
rose xx