Dangerous [hs]

By __soph

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«Due fumi tossici insieme creano l'ossigeno. Due veleni insieme creano l'antidoto.» Tratto dalla storia: «Non... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
a voi
nuova storia su Harry!

Capitolo 5

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By __soph

Lily's pov

Alla fine, a questa festa, succedono tante altre cose.

Del tipo che la musica finisce poco dopo, e quando riapro gli occhi Sarah è sparita. Volatilizzata. Boom. Scomparsa nella folla.
E all'inizio io ci provo a mantenere la calma, ma l'incantesimo si è ormai rotto e io sono completamente sola.

Mi giro a destra, poi a sinistra, mi guardo intorno con occhi sgranati.
Ma lei non c'è. Non vedo la sua chioma scura di ricci in mezzo alla calca che, adesso, mi sembra soffocante.
La musica non mi culla più, ma mi annebbia i sensi.
Mi spaventa.

"Sarah!" Urlo sgomitando tra la folla. Sento il panico cominciare a pompare nelle mie vene, perché ogni secondo che passa senza Sarah al mio fianco equivale a un secondo qui da sola.

Allora poso la mano sulla mia borsetta (che fin'ora l'ho tenuta a tracolla) ma sullo schermo del mio telefonino non ci sono messaggi.
Sarah è sparita.

E quella constatazione mi colpisce come uno schiaffo, mi sento bruciare la bocca dello stomaco mentre cerco con patetica disperazione di uscire dalla calca soffocante.

La mia mente allora parte alla carica, cerca di capire che fine possa aver fatto Sarah, ma tutti gli scenari che mi si presentano davanti sono così inquietanti che riesco solo a stare peggio.

È in quel momento, che sento la superficie dei miei occhi farsi lucida.
Nel giro di dieci miseri minuti, sono passata dal sentirmi così viva e felice, a sentire il cuore battere nelle orecchie.

E poi, e poi, e poi...

E poi succede anche che i miei occhi incontrano quelli di Harry Styles.
Così, per puro caso, una straordinaria esplosione di stelle.

Appena metto piede fuori dalla calca soffocante e alzo timidamente lo sguardo, quest'ultimo incontra quello infuocato di Harry Styles, seduto su un divanetto poco distante con un ragazzo biondo al suo fianco.

E io mi sento improvvisamente fuori posto, sbagliata, perché accade tutto in modo veloce, e io suoi occhi sono due gemme troppo importanti, per me.

La prima cosa che noto, dopo di essi, è il suo abbigliamento.
Nero.
Neri i jeans, nera la maglietta, nero il giacchetto di pelle.

Ha il corpo leggermente piegato in avanti, con entrambi i gomiti posati sulle cosce e una delle mani avvolta intorno a una bottiglia di Jack Daniel's. Ha la bocca attaccata a quest'ultima, e beve. Beve sorsi lunghi, perché il suo pomo d'Adamo non fa che muoversi su e giù, lentamente.

Ma lui continua a guardarmi.
Percepisco il suo sguardo intenso come un formicolio sulla pelle, perché lui coi suoi occhi mi sta assaporando.
Si assottigliano, passano dalle mie labbra al collo, tornano al viso e le sopracciglia si aggrottano.
Mi sento morire.

Poi succede anche che Harry Styles stacca la bottiglia dalle labbra, si passa il pollice su di esse e poi lo avvolge leggermente con la lingua.
Mi provoca, e io vado a fuoco.
Ardo sotto la pelle.

Lui lo percepisce, perché sorride. Sorride da predatore, entrambe le fossette gli incidono le guance.
È come se mi stesse dicendo: vengo a prenderti, e non ti mollo più.

È lì, proprio lì, che capisco che Harry mi sta guardando da quando sono arrivata alla festa, con Sarah. Mi guardava mentre ridevo con lei, e mentre ballavo.

E lì, proprio lì, capisco anche che è ubriaco fradicio.

Perché questo Harry non è freddo, misterioso e rigido. È sensuale, provocatore e ardente come fuoco vivo.

E vuole me.

Si alza dal divanetto, le sue dita scorrono nei suoi ricci marroni e il suo sorriso si allarga. Barcolla un po' mentre io deglutisco col cuore in gola, nel disperato tentativo di frenare il tumulto che sento crescere nel mio petto.

È una sensazione strana quella che provo, talmente forte da rendermi debole il facile compito di muovermi.
Io non riesco a staccare i piedi da terra.

Rimango ferma con gli occhi spalancati e le braccia rilassate lungo i fianchi, ché Harry ha preso ad avvicinarsi.
Nonostante il caos persistente, lo spazio soffocante e la vista annebbiata dal fumo, io vedo solo lui.

Muove un passo dopo l'altro, lentamente, con le mani infilate nelle tasche e gli occhi ad affogare nei miei.
Si avvicina e io non riesco ad allontanarmi, perché ho i piedi attaccati al suolo.

E i secondi passano veloci (anche se a me paiono anni infiniti) ed Harry è in piedi proprio davanti a me, adesso, tant'è che sono costretta ad alzare il mento per guardarlo direttamente negli occhi, questi ultimi annebbiati dall'alcool che scorre nelle sue vene.

Sento la gola farsi poco a poco secca mentre arrossisco sotto il suo sorrisetto stronzo.
Il suo profumo, poi, mi avvolge con delicatezza, in un caldo e morbido abbraccio. Mi riempie i polmoni di una fragranza maschile, appena accennata, ma forte.

Poi succede anche che Harry Styles tira fuori le mani dalle tasche e posa la fronte sulla mia, mi incita a sfidarlo. Come a dire: prova a fuggire, ora.
E io mi sento morire sul serio stavolta, perché i suoi palmi bollenti mi avvolgono piano i fianchi e i polpastrelli lasciano una carezza leggera sulla pelle.

Le mie mani corrono a posarsi sul suo petto per premerlo indietro, allontanarlo, ma lui non ne vuol sapere di staccarmi gli artigli di dosso.
Mi avvolge e non mi molla, come le spire letali di un serpente.

"Harry..." mormoro con voce tremante, ma le mie parole vengono sfumate dalla musica caotica.

Lui scuote la testa, chiude gli occhi e barcolla leggermente indietro, trascinandomi con lui.
Quando li riapre, una strana scintilla gli passa per lo sguardo.

E io lo capisco subito, perché sono veloce a voltarmi prima che possa baciarmi. Le sue labbra allora premono sul mio zigomo, e un leggero ringhio irritato rimbomba nel profondo della sua gola.

Sento il tanfo dell'alcool, e giungo alla conclusione che Harry, se non fosse stato ubriaco com'è, non avrebbe mai azzardato un gesto simile.
La freddezza e la rigidità che lo hanno contraddistinto nei nostri precedenti incontri, sono state sostituite da una sensualità e una sfacciataggine degne di nota.

Devo trovare Sarah e andarmene da qui. Ora.

"Harry, lasciami." Lo supplico.

Lui scuote la testa, i suoi ricci mi solleticano la pelle mentre sento il suo sorriso crescere contro la mia mascella.

In questo momento mi sembra che Katy Perry non stia più cantando in sottofondo, ma urlando in preda alla furia più totale le parole della canzone sparata dalle casse.

Kiss me, ki- ki- kiss me,
Infect me with your love and
Fill me with your poison
Take me, ta- ta- take me

"Stai attentando alla mia sanità mentale, stasera." Sussurra lui nel mio orecchio, stringendo tra le dita il tessuto dell'abito che mi avvolge i fianchi.

La sua voce è tremendamente rauca, e la profondità di essa mi getta in uno stato di inquietudine tale da farmi tremare contro di lui come il riflesso della luna su uno specchio d'acqua.

"Sei ubriaco." Rispondo subito io, spingendolo piano indietro nel disperato tentativo di allontanarlo da me.

Eppure, sento una strana sensazione di calore agitarsi nel mio stomaco quando le sue labbra morbide baciano piano il punto in cui la mandibola incontra il collo. Avvolge nel loro calore il piccolo lembo di pelle, accennando una piccola carezza con la punta della lingua, mentre le sue ciglia svolazzano e mi accarezzano lo zigomo.
Il suo naso sfiora la mia pelle, e il respiro che vi esce è caldo e ardente come fuoco vivo.

"Harry." Lo richiamo urgentemente per l'ennesima volta, la mia voce si spezza leggermente dal panico.

Allora, solo allora, sento la tensione del suo corpo cambiare poco a poco, finché la presa sui miei fianchi si allenta e il suo viso si allontana dal mio.
Mi guarda intensamente, lui, e vedo un barlume di lucidità brillare nel suo sguardo annebbiato per la prima volta stasera.

Deglutisco, il suo tocco si allontana dalla mia pelle e il suo sorriso cade, trasformandosi in un'espressione neutra.

È così irrimediabilmente bello, in tutta la sua imponenza e pericolosità, che non posso fare a meno di distogliere lo sguardo dal suo, quasi vergognandomi di averlo rifiutato.
Ma non poteva andare altrimenti.

"Devo andare." Sussurro poi, nonostante sia ben consapevole di non poter essere udita a causa del fracasso.
Harry rimane impassibile di fronte a me, ma serra la mascella: vedo chiaramente il muscolo guizzare velocemente sotto la pelle abbronzata, mentre le sue sopracciglia si aggrottano in un'espressione che non sono in grado di decifrare.

Io muovo un passo indietro, quasi timidamente, deglutendo un enorme grumo di saliva.
Poi ne muovo un altro, mi volto e ne muovo altri due, tre, forse. Non li conto.
Perché, improvvisamente, percepisco il tessuto della gonna tirare, tirare piano piano.

E io non ho nemmeno il tempo di rendermene di conto, di capire, che lo sento strapparsi con uno strattone secco.

Rimango congelata al mio posto, perché sento il cuore salirmi in gola con un balzo e un sussulto lasciare le mie labbra.

Che dire?

Non saprei spiegarmi a sufficienza. Le parole sminuirebbero solamente quello che provo quando mi volto di nuovo, ruotando il mio corpo verso quello di Harry con i battiti alle stelle.

Il suo stivaletto è premuto con forza sul lembo della gonna che sfiora il pavimento--
l'ha tenuto attaccato a terra quel figlio di puttana, mentre io mi voltavo per andarmene.

E non ho il tempo di sentire gli occhi farsi lucidi che le lacrime già mi solcano le guance.
Mi piego a terra, strappo il tessuto dalla sua presa e singhiozzo con le mani che tremano quasi in preda alle convulsioni.

"No..." Mormoro con occhi spalancati.
È un disastro. È tutto un disastro, perché il tessuto è strappato irrimediabilmente, e non c'è niente che impedisca al mio cuore di bruciare di dolore.
Si strugge per mia madre, che per comprarmi un bel vestito mi ha dato un po' dei suoi soldi, quelli che ha guadagnato spaccandosi la schiena mattina e sera, da sola.

"Mamma..." Singhiozzo con la vista appannata dalle lacrime. Ho un nodo in gola che si stringe ogni secondo che passa, rendendomi difficile il compito di respirare correttamente.
Mi gira la testa.
Premo le unghie nei palmi con forza, stringendo il tessuto rovinato come se volessi polverizzarlo.

"Sei uno stronzo!" Urlo con tutte le mie forze quando torno a guardare Harry, fermo di fronte me a fissarmi in modo neutrale.
Mi rialzo, lo spingo con forza per le spalle e lascio che i singhiozzi mi facciano tremare con forza.
Sono così arrabbiata con lui che non mi interessa se le persone intorno a noi mi stanno fissando.
"Sei un viscido, sporco, infame..."

La mia voce si spezza, rendendo patetico il mio tentativo di intimidirlo.
Harry mi fissa intensamente, osserva coi suoi occhi il mio dolore e la mia rabbia nei suoi confronti, ma non replica. E una parte di me sa che se lo facesse sarebbe solo peggio.

Adesso, io vorrei solo andarmene da qui. Sparire a testa bassa, con la coda fra le gambe, e tentare di dimenticare ciò che è successo.

Ma, semplicemente, non posso, che un altro ragazzo si è avvicinato a noi ed è intervenuto.

"Hey, non c'è niente da guardare qui!" Alza la voce verso dei ragazzi che si erano fermati a osservare la scena curiosi.

Ci metto solo un secondo a capire che è lo stesso biondino che, fino a poco fa, era seduto vicino ad Harry: si volta verso di lui, arrabbiato, e lo spintona leggermente, quasi come se volesse svegliarlo.
"Ti rendi conto di che cazzo stai facendo, Haz?"

Io mi sento così fuori posto, così stupida, che non posso fare a meno che affogare nell'umiliazione e abbassare lo sguardo, cominciando ad allontanarmi da lì.
Devo sparire.

E io ci provo anche, ma il ragazzo si volta a guardarmi, e mi costringe ad accellerare il passo per scappare.

"Aspetta!" Lo sento urlare quando inizio a sgomitare in mezzo alla folla: mi perde di vista, mi cerca, mi segue e quasi corre, cercando di non lasciarmi andare.

Gli occhi mi bruciano a causa del trucco colato, i singhiozzi mi rompono la voce e fanno sussultare le mie spalle mentre corro via disperata, voglio scomparire e non farmi più vedere.

Ma lui non desiste, quando mi volto mi sta ancora seguendo, accellerando il passo nel tentativo di raggiungermi.

Allora mi giro di nuovo, spintono chiunque si trovi davanti a me e piagnucolo con così tanta pateticità che sembra stia provando dolore.

La serata che doveva rappresentare uno dei momenti più felici della mia vita, si è rivelata essere una delle mie umiliazioni più grandi: e lo penso anche quando finalmente esco dalla villa, inghiottita dal buio e dal gelo della notte. Sento freddo alle gambe, ma non voglio fissare il disastro che quello stronzo ha fatto.
So che se lo facessi starei solo peggio.

"Aspetta!" Sento urlare alle mie spalle, dalla stessa dannata voce.

Allora mi volto come una furia, sentendo la rabbia ingoiare completamente ogni funzione del mio corpo e offuscare la ragione.
"Cosa diavolo vuoi da me?!" Urlo con un nodo in gola così stretto che potrebbe strangolarmi da un momento all'altro.

Il ragazzo sembra sorpreso dalla mia rabbia, ma non si scompone: ha un'espressione gentile sul viso mentre si avvicina a me, porgendomi entrambe le mani.
"Hey, dolcezza, non te la prendere con me." Mormora, guardandomi con occhi profondi.
"Mi dispiace per ciò che è successo dentro, davvero."

Tento di deglutire tirando su col naso, ma sono così triste e avvilita, e arrabbiata e delusa, che non riesco a trovare nemmeno la decenza di smettere di piangere.
Mia mamma teneva tanto a questo vestito, perché aveva visto quando ne ero contenta. Desiderava solo che mi divertissi, e mi rendo conto che le mie lacrime sono dovute più che altro al dolore che provo per lei.

Mi copro il viso con entrambe le mani per tentare di sembrare un po' meno patetica ai suoi occhi, ma a me sembra solo di stare peggio.
Allora lo sento avvicinarsi, finché non percepisco i suoi palmi caldi posarsi sulle mie spalle per confortarmi.
"Vieni." Mi incita dolcemente. "Sediamoci un secondo, così ti calmi, mh?"

Allora torno a guardarlo, e non ho la forza di contestare: lo fisso come se cercassi di capirlo, di studiarlo...Perché è così gentile con me?

Me lo chiedo mentre si siede sugli scalini d'entrata della villa, picchiettando il posto al suo fianco per incitarmi a raggiungerlo.

Io rimango ferma in piedi.

Allora lui si passa una mano fra i capelli, frustrato, e sospira.
"Come ti chiami, dolcezza?"

C'è qualcosa nel suo tono di voce che mi spinge a fidarmi di lui, ad abbassare la guardia.
"Lily." Mormoro fissandolo con attenzione.
Lui sorride, e due fossette gli incidono le guance.
"Io sono Benjamin. Per favore, siediti qui accanto a me." Mi invita di nuovo.

Questa volta accetto, mi avvicino a mi siedo al suo fianco, posando il mento sulle mie ginocchia piegate.
Mi sono calmata un po', ma sento ancora un forte bruciore alla bocca dello stomaco a causa degli eventi appena successi alla festa.

Segue un attimo di silenzio, nel quale entrambi restiamo a fissare il buio della notte che ci circonda e ci sovrasta.
Sono io a rompere il silenzio.
"Conosci Harry?"
La mia voce è strana, roca e cavernosa: sono costretta a tossicchiare per schiarirla.

Benjamin sorride alla mia domanda, grattandosi il mento.
"Diciamo che siamo molto amici."
Mormora, per poi voltarsi verso di me.

"Ti chiedo scusa anche da parte di lui, dolcezza."

"Non penso sia molto dispiaciuto."

"No, no, fidati. Lo conosco, non si sarebbe mai comportato così se fosse stato veramente lucido."

Allora una risatina mi scappa dalle labbra, ma è amara come il veleno.
"Stento a crederci."

Dopo quelle parole torna a calare il silenzio su di noi: e io mi metto a pensare.
Harry Styles, uno dei soggetti più complessi mai conosciuti, è incappato nella mia vita per caso, e sembra deciso a rovinarla.
Coi suoi sorrisetti ammiccanti, i suoi sguardi indecifrabili e i suoi discorsi ombrosi. Non ho avuto modo di parlarci molto o di conoscerlo, ma è così dannatamente misterioso che anche le sue parole sembrano silenziose.
Eppure il mio cervello mi riporta a ciò che è successo nel vicolo, alle sue minacce e al suo comportamento, e giunge alla conclusione che nei suoi occhi non ha mai letto cattiveria: freddezza, intimidazione, ma non malignità.

E allora mi sento girare la testa, perché sembra tutto un contrasto con lui: il nero che incontra il bianco, il fuoco che si fonde col ghiaccio.

"Sai," comincio io, torturandomi le dita, "Harry non mi ha fatto molto una buona impressione, fin'ora."

Benjamin rimane in silenzio, un venticello fresco gli smuove dolcemente i capelli biondi mentre sorride tra sé e sé, rimuginando sulle mie parole, quasi le trovasse divertenti.
Lo vedo passarsi una mano sulla mascella mentre abbassa lo sguardo, tirandosi il labbro coi denti.

"C'ero anche io in quel vicolo ieri, dolcezza." Dice a voce bassa, quasi non volesse farsi sentire.
"E non posso dirti niente, ma non c'è motivo per il quale tu non ti possa fidare di me."

Io rimango pietrificata al mio posto, con un grumo di saliva bloccato in gola.
Mi ritornano in mente le vicende accadute, la paura, i sussurri e i sorrisi loschi. Eppure, quando guardo il ragazzo davanti a me, capisco di aver trovato qualcuno di buono.
E non so cosa me lo faccia credere, se il suo viso dai lineamenti dolci, i suoi occhi e la sua voce gentili, o il suo sorriso rassicurante.

"Grazie di avermi seguita fuori. Mi sento molto meglio."

Al termine di questa serata mi è sembrato di aver trovato un amico.

E, alla fine, succedono un po' di altre cose.
Quando ritrovo Sarah sono costretta a trascinarla con me alla fermata dell'autobus e a riportarla a casa, dalla madre furibonda e dal padre sconvolto.
Io, quando finalmente rimetto piede in casa mia, faccio in tempo solo a spogliarmi, perché poi mi butto sul letto e cado in un sonno profondo, tormentato da due occhi verdi e da una voce gentile a sovrastarli.

Scusate se fa cacare ma non ho ricontrollato. Love u all xx

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