Primi riavvicinamenti.

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Cloe è arrivata a Milano con la febbre. Ho chiamato Simone perché avevo bisogno di lui assolutamente, delirava e da sola non riuscivo a gestirla. Ci mancava solo la febbre in pieno agosto con questo caldo a Milano.
“ entra, sta in camera” gli dico quando arriva. Va in camera da letto, mia madre mi scrive di farle una doccia fredda che sarebbe scesa. “Simo.. ” si volta “ scusa volevo dire Simone, mi dovresti aiutare a metterla nella vasca dovremmo farle una doccia fredda. ”
“ ok ” prende in braccio la bambina e la porta in bagno ormai sapeva dove stava. Mi aiuta a spogliarla e la mette dentro la vasca.
“ cloe” la chiamo ma ha gli occhi chiusi.
“ a quanto è la febbre?”
“39.5”
“ Tachipirina”
“ presa mezz'ora fa. Ora le faccio la doccia e vediamo. Se no la portiamo al pronto soccorso ok?” annuisce senza dire niente. Apro l'acqua è sento il getto freddo inizio a metterglielo addosso per poi stemperarlo leggermente, altrimenti si sarebbe imbernata. La lavo per bene mentre Simone la tiene seduta. Siamo vicini per la prima volta da quando glielo detto.
“ Simone tirala su che la avvolgo nella accappatoio. ” tira su il corpo di Cloe che sembra reagire.
“ mamma” piange “ mi fa male la testa e le ossa”
“ adesso c'è anche papà. Ti asciugo e andate a dormire sul mio letto” confesso. Copro subito Cloe, la prendo in braccio e Simone mi segue.
Cerco il pigiama da mettergli un po' leggero tanto se la febbre scendere suderà e un paio di calzine. La porto nella mia stanza tutto in rigoroso silenzio.
“ dove hai intenzione di stare?”
“ li” gli indico una poltroncina che avevo fatto mettere da mio padre in stanza per appoggiarci la roba.
“ sei matta?”
“ no. Tu stai con lei. Io starò lì. Mi avvicino con quella”
“Emma guarda che se vuoi stare sul letto ci puoi stare!”
“ non voglio darti fastidio Simone” gli dico. Finisco di vestire Cloe che si sdraia dalla mia parte sul mio cuscino. “ stai la con lei vado a lavarmi”
“Emma sto io sul divanetto. ”
“ non importa. ” lo stavo facendo per lui. Non volevo che si allontanasse da lei. Era stato troppo tempo lontano e adesso poteva godersi anche questi momenti. Io ne avevo già passato di tempo con mia figlia anche a dormire. Avrei voluto tenerla per me sempre ma non si può. Sto per uscire quando mi ferma per un polso, una scarica di brividi mi prende alla schiena mi stacco subito. Non voglio che se ne accorga non adesso. Non è questo il momento.
“ Emma...” lo blocco.
“Simone non sai quanta fatica io stia facendo per tenerti lontano. Sto cercando di pensare al bene di Cloe, come ho sempre fatto, anche costo di stare male io. Mi hai chiesto di lasciarti in pace e lo sto facendo. Mi hai chiesto di non farti domande e lo sto facendo. Mi hai chiesto di tenermi lontano e lo sto facendo. Ci ignoriamo e ok. Ti prego stai con Cloe e lascia perdere me. ”
“ io non voglio lasciare perdere. Se mia figlia mi dice che sua madre sta male io mi preoccupo”
“ Cloe parla troppo. È sto bene non lo vedi.”
“ non vedo più i tuoi occhi brillare”
“ i miei occhi non brillano più da tempo. Se non quando guardo nostra figlia. Te lo detto non ti devi preoccupare per me” entro nel bagno. “ mi dispiace per tutto ciò che sta succedendo ma la colpa mia è ne pago le conseguenze. ”
“ non puoi sentirti in colpa per sempre”
“ invece si, perché se te lo avessi detto prima non saremo così. Ma come dice sempre il mio amico luke: non si può piangere sul latte versato. ” chiudo la porta e lascio andare le lacrime. Stavo piangendo di nuovo. Mi faceva male tutta questa situazione.

Dopo aver messo il pigiama raggiungo Simone che sta abbracciato a Cloe che dorme. Sembra anche lui visto che ha gli occhi chiusi. Spengo la luce grande accendendo la piccola sul mio comodino. Prendo il libro che stavo leggendo in questi giorni e riprendo la lettura. Simone però mi interrompe alla terza riga.
“ che fai non dormi neanche tu ?”
“ da quando è nata Cloe se siamo a Milano non dormo. Ho paura che le succeda qualcosa e non mi accorgo di niente se sono addormentata bene. Sono sempre in dormi veglia e in questi giorni mi sono rimessa a leggere. Se vuoi tu dormi. ”
“ lo sai che dormo nemmeno io”
“ dovresti farlo”
“ anche tu” fisso le righe del libro.
“ ci stiamo solo facendo del male” sussurra.
“ ti ho fatto del male! Non sei tu ad avermene fatto è solo la scelta sbagliata a farmi stare male”
“ smettila di piangere”
“ se sapessi dove fosse il tasto per smettere di farlo lo farei. Se sapessi realmente voler bene ad una persona senza ferirla lo farei ma non sono in grado di farlo quindi resto nel mio. ”
“ non è assolutamente vero.. ”
“ Simone non dirlo.. non dire che non ti ho ferito o che ti ho voluto bene, perché si te ne ho voluto ma ti ho fatto anche stare male. È il fatto che tu sia dovuto andare dallo psicologo a causa mia mi fa stare ancora peggio. Sarei dovuta tornare quando avevo la pancia ma le mie paure hanno preso il sopravvento e ora sono cosi”  scende dal letto avvicinandosi a me. Scaccia via le lacrime con un dito.
“ non voglio vederti così”
“ tu.. tu mi odi anzi a te non importa. Fai così solo per Cloe. Anche se sto male tu provi indifferenza. ”
“ io non provo nessuna indifferenza per te Emma. Anche se non sembra a te io ti osservo in ciò che fai. So tutto di te. So cosa dicono i tuoi occhi e i tuoi movimenti. ”
“ ma se non mi guardi da quando ti ho detto che eri il padre di cloe”
“ non è assolutamente così. Ti ho visto preparare la cena a Cloe con tutto l'amore del mondo. Ti ho visto sistemare i suoi occhi. Ti ho visto mentre tenti di lasciarci più spazio. Ti ho visto salvarmi da una situazione che non sapevi manco tu quale fosse. Ti ho visto mentre cercavo di non farmi notare che ti dava fastidio che ti evitassi. Ti ho guardato fare ogni movimento nei miei confronti per non ferirmi. Ti visto mentre ti mordevi il labbro per non piangere mentre ero sul tappeto con Cloe. Io ti ho guardata sempre Emma” mi guarda negli occhi, il cuore batte forte.
“ ma questo non cambia le cose. Non possiamo stare insieme perché non mi ami e non mi vuoi più. Anche tu hai visto tutto questo. ” non risponde si allontana e torna vicino a sua figlia. Riprendo a leggere con la vista appannata. Avevo preso consapevolezza che per quanto mi guardasse ancora non mi avrebbe mai perdonata.

E scappare da te stessa non ti renderà un'altra 🖤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora