79: Non me lo devo chiedere a lungo

2.7K 143 17
                                    

4 Febbraio 2004

Hermione's p.o.v.

Mentre aspetto che l'elfo che ha risposto all'ingresso principale di Malfoy Manor faccia ritorno, sento il cuore che pulsa così violentemente nel petto che mi stupisco di non essere ancora esplosa.

Si gioca tutto qui, ora, in questa casa che contiene alcuni dei ricordi più terribili della mia vita. Si gioca qui la possibilità di seppellire quei ricordi una volta per tutte e di costruire qualcosa di nuovo e più bello sul tumulo che li ricopre.

Non vale solo per la mia vita, ma per il mondo magico inglese in generale: siamo io e Draco a dover lanciare un messaggio, i due lati della guerra che ci ha segnati tutti e che, a quanto pare, non è ancora finita.

Io e lui ma non solo.

Lancio un'occhiata nervosa a Minerva, alla mia destra, testa alta e labbra serrate, e a Neville, alla mia sinistra, che vorrebbe essere ovunque tranne che qui.

Dietro di noi, Filius, Pomona e Septima. Quest'ultima stringe il manico di un cestino che le ha affidato Hagrid, il quale è dovuto rimanere al castello per occuparsi di una schiusa di Schiopodi Sparacoda. Dentro c'è una delle sue torte, granitico segno di pace.

Il battente si apre all'improvviso, con un colpo che mi fa sobbalzare.

Sobbalzo di nuovo, quando poso gli occhi sul volto di Draco, scavato dalla stanchezza, e sui suoi capelli. O meglio: sui punti dove ci sarebbero dovuti essere i suoi bellissimi, lunghi capelli e dove campeggiano, invece, dei monconi disordinati di un paio di centimetri, che sparano in tutte le direzioni.

Mi perdo a contemplare il suo viso, che appare più nudo nonostante la barba ma sempre bellissimo, familiare: il viso che popola i miei sogni a occhi aperti. Il viso che vorrei accanto ogni mattina al risveglio. Mi perdo dentro la fantasia di noi al punto che quasi non mi accorgo che ha iniziato a parlare.

«Granger, avrei dovuto immaginarlo. Non pensavo che ti saresti portata anche la cavalleria, però.»

Il suo tono è sarcastico, come se pensasse che da sola non sono in grado di cavarmela.

Non è per questo che ho costretto i miei colleghi ad accompagnarmi.

Minerva apre la bocca per ribattere, ma in quella la porta si apre ancora di più e Lucius Malfoy si affianca a Draco.

È la prima volta che lo vedo dopo la battaglia di Hogwarts – se si escludono le foto sui giornali, scattate in momenti che non si possono certo definire i migliori della sua vita – e stento a riconoscerlo. I suoi capelli hanno perso anche la minima traccia di biondo, diventando completamente bianchi come se avesse cent'anni anziché una cinquantina. Ha un viso smunto dove brillano due occhi febbricitanti, che mi danno una pessima impressione. Il vecchio Lucius era uno stronzo arrogante che pensava di essere meglio di chiunque altro, ma non era pazzo. Questo Lucius... non ci metterei la mano sul fuoco.

«Ma che bella sorpresa» dice, col tono di chi pensa che sia l'esatto opposto. «Siete venuti in massa a sventolarci in faccia la vostra ennesima vittoria?»

Andromeda, che è arrivata alle spalle dei due, lo prende delicatamente per un gomito, inducendolo a voltarsi verso di lei.

«Cognato, sono i colleghi di Draco. Credo che siano venuti a cercare di convincerlo a ritirare le dimissioni, o a salutarlo, nel caso non riuscissero a fargli cambiare idea.»

Lucius torna a rivolgersi a noi.

«Oh, i grandi professori di quella scuola di merda» tutti trasaliamo nel percepire l'astio racchiuso nelle due sillabe di quell'epiteto «sono venuti a chiedere al figlio dei MangiaMorte di tornare a occuparsi dei loro preziosissimi ragazzi di sangue misto? Se siete così scemi da pensare che sia una buona idea, accomodatevi pure» ironizza, facendosi da parte.

After Dark - A Dramione Story #Wattys 2019Where stories live. Discover now