49: Spettrocoli

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12 Gennaio 2004

Hermione's p.o.v.

I ragazzi e tutti i miei colleghi sono tornati da quasi due settimane e la vita, al castello, ha ricominciato a scorrere sui soliti binari, come se lo scossone che ho preso durante le vacanze non fosse mai esistito. Beh, non posso nemmeno dire che siano davvero i soliti binari, dato che ci sono alcune novità.

Parkinson è arrivata il due di gennaio per continuare il suo lavoro con Poppy, ma la sua antipatia nei confronti miei e dei miei amici non è magicamente evaporata durante le vacanze. Per fortuna, però, non ci sono stati più episodi come quello che ha condotto alla zuffa che ci ha fatte riprendere entrambe: la "simpatica" Serpeverde si limita a guardarci in tralice e a rivolgerci la parola, in tono sdegnoso e annoiato, solo quando vi è costretta. So che passa parecchio tempo con Draco e, beh, non avrei nemmeno bisogno di immaginare a far cosa, ma il mio cervello non fa che elaborare immagini e situazioni che preferirei evitare di contemplare.

Neville finalmente è riuscito a uscire con Hannah – senza far esplodere niente, il che è un grande risultato viste le premesse – e ora gira per il castello con un'aria svampita che trovo tenera e irritante allo stesso tempo. Forse perché avevo anche io la medesima espressione, la mattina dopo Ilha Brava, prima di ricevere quella stupida lettera.

In questi giorni al castello è arrivato anche Rolf Scamander, invitato a trascorrere un breve periodo qui da Minerva, che vuole convincerlo ad assumere la cattedra di Cura delle Creature Magiche, dato che Hagrid vorrebbe tornare a essere un semplice guardiacaccia. Luna sprizza gioia da tutti i pori, in quel suo modo sognante, e io mi sento una pessima amica perché l'invidia non mi permette di essere felice per lei come dovrei.

A volte mi sento come uno dei fantasmi che abitano i corridoi di Hogwarts, condannata a vivere sempre la stessa vita nello stesso posto, con le stesse modalità, mentre tutti gli altri vanno avanti. Lo so che è ingiusto, lo so che chiedendomi di diventare una professoressa Minerva aveva in mente il meglio per me, ma in questo periodo ho l'impressione che la mia decisione di seguire la strada che ha imbastito per me mi abbia intrappolata in questo posto, destinata alla solitudine di un'esistenza monotona e priva di stimoli che non siano quelli dell'insegnamento.

Spero ardentemente che questa cappa di sconforto si sollevi, prima o poi, permettendomi di vedere l'azzurro del cielo che so esistere dietro il grigio delle nuvole. Grigio che niente ora riesce a dissipare: non le chiacchierate con gli amici, non i miei amati libri, non le pozioni che preparo per lavoro e per diletto, non le corse nella Stanza delle Necessità dove, sola, costringo i miei muscoli sul tapis roulant fino allo sfinimento.

Non le nottate solitarie, dove il sonno latita e i pensieri abbondano.

Pensieri che finiscono tutti inevitabilmente per convergere sullo stesso argomento.

Draco Malfoy e il coltello che mi ha piantato tra le costole, all'altezza del cuore.


12 Gennaio 2004

Luna's p.o.v.


«Lei ti ama, Draco.»

Lui fa una risata secca, protendendosi dalla poltrona a rintuzzare le fiamme nel caminetto della sala professori, deserta a parte noi a quest'ora di sera. Mi sembra quasi un miracolo essere riuscita a trovarlo senza quella rompiscatole di Parkinson tra i piedi: è da prima di Natale che non ci facciamo una chiacchierata come si deve.

Beh, chiacchierata è una parola grossa: di solito sono io che parlo e lui che ascolta, ma si capiscono tante cose anche dal modo in cui le persone reagiscono a quello che gli si sta dicendo e, soprattutto, dal modo in cui evitano di rispondere alle domande che vengono loro poste.

After Dark - A Dramione Story #Wattys 2019Where stories live. Discover now