13: L'arte della lotta

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16 Ottobre 2003

Hermione's p.o.v.

Quando entro nella Stanza delle Necessità, la trovo addobbata come un incrocio tra una palestra, una sala da ballo e un dojo. Tatami sul pavimento, un sacco appeso in un angolo, una parete completamente ricoperta da uno specchio, una panca per fare i pesi e perfino una spalliera.

Incongruente, un divano marrone con degli improbabili cuscini rosa occupa l'unico angolo lasciato libero dalle attrezzature sportive, accanto a un focolare dove scoppiettano allegre le fiamme.

Malfoy mi stava già aspettando, lo trovo che colpisce pigramente un punching-ball. Ha i capelli stretti nella solita treccia e indossa una T-shirt aderente color antracite e un paio di pantaloni della tuta malamente tagliati appena sotto al ginocchio. Un tempo dovevano essere blu, ma ora sono una sfumatura indefinibile di grigio. Dovrebbe sembrare sciatto, trasandato, invece... distolgo lo sguardo, facendolo correre di nuovo sull'equipaggiamento che la Stanza ci ha fornito.

«Con comodo, Granger.»

Seccata lancio un'occhiata all'orologio che porto al polso. Non ci ho messo poi così tanto per cambiarmi dopo l'ultima lezione e salire.

«Hai fretta, Malfoy? Qualche appuntamento galante in programma, stasera?»

«No, sto solo cercando di prendere questa cosa seriamente, Miss Risposta Pronta.»

«E passare dalla mia camera a cambiarmi per evitare di massacrarti le dita dei piedi coi tacchi non è prenderla seriamente?»

Lui mi squadra dalla testa ai piedi, lentamente.

«Potresti cambiarti qui, la prossima volta» mi dice, con un mezzo sorriso un po' troppo intimo per i miei gusti.

Sbuffo.

«Come no. Smettila di dire idiozie e iniziamo.»

«Come la mia signora desidera e comanda» risponde lui con un inchino canzonatorio, poi allargando il braccio sinistro mi fa cenno di portarmi sul tatami.

È allora che la vedo: un'estensione di tessuto cicatriziale che gli copre buona parte dell'avambraccio. La superficie è irregolare, grossolana e leggermente arrossata. Spalanco gli occhi.

«Cosa ti è...»

Non finisco la frase, perché realizzo cosa ci dovrebbe essere al posto di quella rovina: il Marchio Nero. Fissandomi impassibile lui se lo massaggia, forse un gesto istintivo che però fa pulsare in risposta la cicatrice sul mio braccio.

La sete di sapere prende il sopravvento.

«Come hai fatto a toglierlo?»

Quelli del Ministero dovrebbero avere una procedura magica per disattivare il Marchio, ma a quel che ne so una vaga traccia del disegno rimane comunque e nessuno è ancora in grado di determinare se non possa comunque essere riattivato da qualcuno che sappia come fare. Voldemort è morto, ma alcuni dei suoi seguaci sono ancora là fuori.

«Fuoco di drago.»

«Santo cielo, deve aver fatto un male cane.»

Lui scrolla le spalle.

«Ed è...»

«Completamente andato, sì. Quello è l'unico modo.»

«Perché...?»

«Se abbiamo finito con l'interrogatorio, è ora di iniziare la lezione.»

Salgo sui tappetini, restia a lasciar cadere l'argomento. Conoscendo Malfoy, però, so che è inutile insistere. Accantono la mia curiosità e ogni riflessione sul perché proprio lui si sia sottoposto a una tortura del genere per eliminare ogni traccia del Marchio. Ci penserò più tardi.

«Sei lenta, Granger.»

Tutta la parte in cui mi ha spiegato come si porta un pugno, i movimenti da fare, i muscoli da usare è andata discretamente. Quando però si è trattato di dare più di tre colpi di fila al sacco...

«Non ce la faccio» ansimo, tirandomi indietro i capelli sudaticci che non ho pensato di legare.

«Questo lo vedo» replica lui, asciutto. «La tecnica la costruiamo, non vai male per essere la prima volta. Quel che ti manca è il fiato. La vita sedentaria da topo da biblioteca non ti giova.»

«Quindi cosa suggerisce Sua Arroganza?»

«Correre, cara la mia studiosa, correre.»

«Non ne ho il tempo.»

«Puoi sempre incantare un libro perché ti segua leggendosi da solo ad alta voce. Oppure ti procuri uno di quegli i-pod che usano i Babbani e ci metti su degli audiolibri o della musica o che so io.»

«E tu cosa ne sai degli i-pod?» domando, tra lo stupito e il divertito.

«Non sei l'unica a conoscere un sacco di cose, saputella.»

Non raccolgo la provocazione, anche se non riesco a non chiedermi, e non per la prima volta, cosa abbia fatto Malfoy in questi cinque anni. Reclusione ad Azkaban a parte, ovviamente: la sua residenza in quei tre mesi è di dominio pubblico.

«In ogni caso, fuori fa freddo» mi lamento.

«Allora vieni in questa stanza e fai apparire un cavolo di tapis-roulant. Fa' come vuoi, ma d'ora in avanti dovrai correre almeno mezz'ora ogni giorno.»

«Mezz'ora al giorno? Non se ne parla proprio. Una volta a settimana.»

«Non è un'asta o un bazaar, Granger. Non puoi contrattare. Mezz'ora al giorno, punto.»

«Ma...»

«Vuoi imparare a difenderti? Anche questa è una lezione: la forma fisica è importante. Niente bacchetta, niente incantesimo. Niente allenamento, niente difesa. Semplice, no?»

Lo odio, giuro che lo odio.

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Ancora auguri a tutti! :)

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After Dark - A Dramione Story #Wattys 2019Where stories live. Discover now