33: Luna è una donna piena di sorprese

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21 Dicembre 2003

Hermione's p.o.v.

La neve ha ricominciato a cadere, incessante. Ricopre le colline che circondano Hogwarts come una coperta. Come se la terra dormisse, in attesa della primavera.

Vorrei che succedesse lo stesso al tumulto dei miei sentimenti. Che andassero a dormire, per risvegliarsi fra qualche mese completamente risanati. Indolori.

Accarezzo con lo sguardo il piccolo abete che Hagrid ha piazzato nel salottino dei professori e non riesco a non pensare ai Natali del passato. Quelli vissuti insieme ai miei genitori, prima che il mio essere strega si interponesse tra di noi. E quelli trascorsi alla Tana, quando tutto era più semplice.

Ginny e Harry mi hanno chiesto di passare il Natale con loro, ma ho declinato. So che George sta organizzando una piccola festa per l'antivigilia: li vedrò allora.

Anche Molly mi ha invitata comunque a passare le vacanze in famiglia, anche se non sto più con Ron; credo che passerò per un saluto, se non il giorno di Natale, quello successivo, ma non ho voglia di trascorrere tutta la giornata con loro. I Weasley sono stati una vera famiglia per me, in tutti questi anni, e l'amore che provo per ciascuno di loro va oltre ciò che può essere espresso a parole, ma al momenti fa troppo male sapere che non saranno la famiglia del mio futuro.

Non posso negare che, rompendo con Ron, ho perso molto più che un fidanzato e ora capisco perché è proprio durante le feste che molte persone fanno un bilancio della propria vita.

Se analizzo la mia... beh, non posso negare di essere praticamente sola e i corridoi di Hogwarts, ormai quasi deserti, sembrano riecheggiare la mia situazione.

Ieri quasi tutti i ragazzi sono partiti per tornare a casa, dalle loro famiglie, così come alcuni dei miei colleghi.

Al Castello siamo rimasti in pochi: quei due o tre ragazzi che non hanno una casa in cui tornare; Minerva, Pomona, Poppy, Hagrid, Argus e Filius, che hanno dedicato la loro intera esistenza alla scuola. Luna, che raggiungerà Xenophilius oggi nel pomeriggio. Io, con la mia famiglia allo sfascio... Draco Malfoy.

E Pansy Parkinson.

Resterà fino a martedì e non vedo l'ora che se ne vada.

Non so esattamente cosa sia successo tra lei e Malfoy, ma la disgustosa scenetta di quella prima sera nella Sala Grande non si è più ripetuta, anzi: mi sembra che Draco le giri alla larga.

Stupida come sono, non riesco a non esserne contenta.

Di contro, la nostra nuova, amatissima collega non perde occasione per sibilare cattiverie al mio indirizzo. Mi sfugge un sospiro.

«Io continuo a dirtelo, ma tu non mi dai retta: vieni con me e papà a caccia di Ricciocorni Schiattosi, invece di startene tappata qui dentro. Vedrai che il tuo umore migliorerà.»

Ero talmente persa nei miei pensieri che non ho nemmeno sentito Luna entrare.

«Cosa ti fa pensare che il mio umore abbia bisogno di essere migliorato?»

«Hai sospirato talmente forte da fare invidia a un Clughi.»

Mi trattengo dal chiederle di cosa si tratti.

«Beh, tutti sono andati a casa, anche tu partirai tra poco e io, insomma... lo sai: anche se vado dai miei per il giorno di Natale, non è che una riunione di facciata. Non ho più una famiglia e in questo periodo la cosa mi pesa.»

Luna si accomoda nella poltrona accanto alla mia e mi fissa. A volte lo fa, con quei suoi occhi sognanti che però vedono tutto e, ormai ne sono convinta, lo fanno con un'acutezza straordinaria... seppur viziata da parecchi preconcetti bislacchi.

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