31: Noiosa come una zanzara ad agosto

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19 Dicembre 2003

Hermione's p.o.v.


Neville mi stava aspettando fuori dalla mia classe, quando ho finito l'ultima lezione della giornata. Come fossimo studenti, mi ha trascinata in un'aula vuota e ha iniziato un'altra tirata sui rampolli dei Mangiamorte che stanno prendendo il controllo del castello.

Io ho cercato di farlo ragionare: Parkinson è sempre stata una persona odiosa, ma non è mai stata coinvolta nelle attività dei Mangiamorte e, anzi, ho l'impressione che, sempre per la vigliaccheria di cui sopra, non abbia mai desiderato farlo. Penso che ciò che voglia è trovarsi un tranquillo angoletto di mondo dove fare la bulletta in santa pace. Non che qui le sarà permesso di farlo.

In ogni caso, il castello è sotto stretto controllo di Minerva e del Ministero, che non permetteranno di certo un' "invasione" di professori pro Voldemort e, checché ne pensi Neville, sono convinta che Malfoy sia tutto fuorché una minaccia.

Insomma: la presenza di Parkinson non è altro che un'immensa rottura di scatole.

Neville, poco convinto, se n'è andato scuotendo la testa e io sono corsa nel mio appartamento a cambiarmi, per poi precipitarmi lungo le scorciatoie per la Stanza delle Necessità, in notevole ritardo.

Arrivo nel corridoio della Stanza trafelata e un po' in ansia.

Ora che c'è Pansy, Malfoy non avrà più bisogno del passatempo che le nostre lezioni rappresentano e io... io mi rendo conto che non è solo l'idea di non completare il mio addestramento al combattimento corpo a corpo a pesarmi.

Ormai mi sono abituata alle corse serali, all'esercizio fisico, e sono certa che mi mancherebbe.

"Puoi continuare anche da sola" sussurra una vocina pratica nella mia testa.

Vero, ma... non sarebbe la stessa cosa.

Non sarebbe lo stesso, senza Draco. Senza quella scintilla di... qualcosa, che scocca ogni tanto tra di noi. E che a volte, poi, esplode.

Provo una strana sensazione alla bocca dello stomaco.

"Lui non prova lo stesso per te" torna a sussurrare la vocina. "Ricordi Luna? Ricordi che, alla fine, non ti ha baciata? Non c'è nessuna scintilla, solo lussuria e quella stupida scommessa. Solo per avere un'occasione di prenderti in giro."

E allora perché, perché sono così attratta da lui, anche se mi costa ammetterlo perfino con me stessa?

"Perché sei una stupida romantica che vuole colmare il vuoto lasciato da Ron" insiste la vocina. Quanto la odio.

Entro, e non c'è nessuno.

La delusione è come una doccia di gelido piombo fuso, che mi indebolisce le ginocchia e si porta via tutte le mie energie.

Sono tentata di appallottolarmi sul divano, tra gli assurdi cuscini rosa che la Stanza, per qualche motivo, continua a generare ogni volta che vi metto piede, ma il senso del dovere prende il sopravvento e, dopo essermi infilata nelle orecchie musica rock babbana, accendo il tapis roulant e comincio il mio allenamento.

Non lo sento entrare. Mi accorgo della sua presenza solo quando sale sull'apparecchio accanto al mio. Un cenno di saluto, niente di più, poi subito inizia a correre.

Almeno è venuto.

Lo osservo di sottecchi, cercando di non farmi notare.

Il viso, serio e concentrato, non lascia trasparire nessun pensiero, nessuna emozione.

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