66: Colpevole!

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3 Febbraio 2004

Luna's p.o.v.

L'aria è piena di particelle di polvere, che danzano come lucciole dorate alla luce delle candele. Sono bellissime e ipnotiche, e mi piacerebbe tanto che Rolf fosse qui con me a guardarle.

O forse no, meglio di no: lui è un naturalista, non un guerriero, e stasera non si sarebbe divertito affatto. Beh, non è che mi sia divertita molto nemmeno io, per la verità. Per questo mi sto prendendo un momento per ammirare le particelle che danzano: è rilassante.

Dovrebbero provarci tutti: fermarsi per qualche istante a guardare questo risvolto positivo inaspettato dell'attacco di quei rompiscatole in pelliccia viola. Magari la pianterebbero per qualche minuto di gridarsi addosso e, soprattutto, di gridare addosso a Draco.

Poveretto. Mi volto a guardarlo, seduto malamente su una sedia davanti al tavolo dei professori, i capelli pieni di detriti, uno zigomo arrossato e la cosa che mi piace meno di tutte: un'aria arresa, sconfitta.

Gli è stata tolta la bacchetta, che ora giace su un panno davanti a Filius, il quale la fissa come se volesse spezzarla in due.

Lascio scorrere lo sguardo sui miei colleghi: se Hagrid, Septima e Bathsheda hanno in volto un'espressione perplessa, gli altri – con l'esclusione di coloro che sono stati mandati ad accompagnare gli studenti nei loro dormitori, Argus che è fuori uso e Poppy che si sta occupando da sola dei feriti dato che Pansy non si trova da nessuna parte e, anche se la trovassero, la piazzerebbero su una sedia accanto a Draco – non fanno niente per nascondere quanto siano furibondi.

Minerva è in piedi, pallida e tirata, ma i suoi occhi mandano lampi e ciascuno di essi colpisce Draco con la precisione di una freccia.

«Ti abbiamo dato un tetto, Malfoy» abbaia, e so che con quel "noi" intende sé stessa. «Ti abbiamo dato un lavoro, la possibilità di ricominciare, e tu ci ripaghi in questo modo? Vuoi dirci chi» sbatte un pugno sul tavolo «ti ha aiutato» lo sbatte di nuovo «a far entrare un dannato esercito nella mia scuola?»

Con le ultime parole sembrano tremare perfino i muri, e date le esplosioni di poco fa, probabilmente non è una bella cosa.

Draco non muove un muscolo, non cambia espressione.

«Ti ho già dato la mia risposta, Preside» risponde, e l'unica vibrazione che avverto nella sua voce è quella della stanchezza.

È vero, le ha già detto e ripetuto di essere rimasto in camera propria per tutta la sera e di essere uscito solo una volta che ha sentito i primi colpi, quando ormai le truppe in viola erano già entrate, ma nessuno gli crede: Neville ha visto lui e Pansy intrufolarsi nella Stanza delle Necessità e, dopo pochi minuti, Filius che passava poco distante ha scorto i primi incappucciati uscirne.

Io ho una mia teoria supportata dagli indizi che ho raccolto negli ultimi mesi ma, quando tutti urlano, faccio fatica perfino a sentire i miei stessi pensieri, figuriamoci a esporli a qualcuno. E poi, lo so benissimo che non mi ascolterebbero, o lo farebbero con in viso quell'espressione spazientita che assumono di solito e ignorerebbero le mie parole senza pensarci due volte.

Se ci fosse qui Hermione... ma è sparita nei sotterranei, mi ha detto Hagrid, e non è ancora tornata. Septima, che è andata a controllare i Serpeverde, tornando ha confermato che la mia amica è stata nella loro sala comune, ma non l'ha incontrata.

«Falla finita, Malfoy!» sbraita Neville «Lo sappiamo tutti che sei marcio dentro. Ti ho visto, cazzo! Ti ho visto coi miei occhi aprire quella dannata stanza, e lo sappiamo tutti che c'è un quadro che porta alla Testa di Porco che, guardacaso, la settimana scorsa è stata rilevata da un misterioso acquirente.» Il mio amico, rosso in faccia, si alza, sbattendo a sua volta i pugni sul piano del tavolo. «Smettila di fare lo gnorri e deciditi a parlare. O ti faranno parlare gli Auror.»

Già, gli Auror. Nessuno ha ancora risposto al Patronus che Minerva ha mandato al loro quartier generale, così come nessuna risposta è ancora arrivata dai membri dell'Ordine della Fenice. Inizio a essere leggermente preoccupata.

Per fortuna Rolf, che è a Beauxbatons per tenere una conferenza sui Nargilli, mi ha inviato il suo riccio poco fa. Almeno in Francia è tutto tranquillo.

La risposta di Draco si fa attendere qualche istante, ed è ancora più piatta e senza espressione delle precedenti.

«Non posso rivelare qualcosa che non so, Paciok. Né sradicare le tue convinzioni.»

«Nega pure finché vuoi, Malfoy, ma sei colpevole e lo sappiamo tutti» interviene Filius, rosso in viso.

«Colpevole!» rincara Neville. La rabbia gli deforma la faccia al punto che quasi non lo riconosco. «E ci dirai come hai organizzato questo attacco, in un modo o nell'altro.»

Possibile che qui dentro siano tutti così sconvolti da non riuscire a pensare al Veritaserum? Sto per alzarmi e intervenire, pur sapendo che servirà a poco, quando un rumore di passi frettolosi lungo il corridoio centrale della Sala Grande ci fa voltare tutti.

Hermione. Coi capelli che creano un alone da Medusa intorno alla testa, il viso sporco, uno strappo sui pantaloni e l'espressione più furiosa che le ho mai visto addosso.

«Fatela finita!» grida, e anche se non ha mai avuto una voce potente, in qualche modo riesce a sovrastare gli strepiti degli altri.«Malfoy non ha aperto nessuna Stanza e non ha fatto entrare nessun esercito.»

Un mormorio corre sulle bocche dei miei colleghi, interrotto dall'esclamazione di Draco.

«Granger, no!»

«E tu come lo sai?» le chiede Minerva, con lo sguardo d'acciaio che l'ha resa una delle professoresse e presidi più rispettate della storia di Hogwarts.

«Lo so perché...»

«Hermione, non farlo!» la supplica Draco.

Lei si limita a lanciargli un'occhiata ferita, ma alza il mento come a sfidare lui e tutti gli altri e le parole che escono dalla sua bocca sono ben scandite e impossibili da equivocare.

«Perché io ero con lui, in camera sua, per tutta la sera, finché non abbiamo sentito la prima esplosione. Perché la porta era chiusa con un incantesimo di mia invenzione, che nessuno ha spezzato né disturbato, quindi non può essere stato lui a far entrare quelli che ci hanno attaccati.» Passa lo sguardo su tutti i presenti, fino a concentrarlo di nuovo su Draco. «Perché siamo stati insieme e non me ne pento, anche se ora se ne vergogna.»

Lui arrossisce e sbianca, e scuote la testa, che è tornata a penzolare verso il basso.

"Oh, Draco. Perché è ancora così difficile dimostrare quello che provi? A noi, a lei..."

Vorrei scuoterlo, farlo pungere da un Krintz in amore, insomma: scacciare le ombre che gli opprimono il cuore. Non è questo il momento, però.

** Ecco qua, come promesso! :) 
Buon fine settimana a tutti! **

After Dark - A Dramione Story #Wattys 2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora