32: La fiammella di una candela

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19 Dicembre 2003

Draco's p.o.v.

Non so più come fare a staccarmi Pansy di dosso.

È peggio, diecimila volte peggio rispetto a quando eravamo a Malfoy Manor. Lì, almeno, eravamo soli - se si esclude mio padre, che è talmente perso nel contenuto della propria testa da non contare - e lei non sentiva il bisogno di dimostrare a nessuno il suo presunto possesso su di me.

Allora non l'aveva capito, e ancora di meno lo fa adesso, che non sono "suo", qualunque cosa questo voglia dire.

In passato abbiamo scopato per un po' - parecchio, per dire la verità - ma la cosa per me finisce lì e ora... ora non ho nemmeno più voglia di fare sesso con lei. Non da quando...

Il ricordo di due occhi castani intenti nei miei mi affiora alla mente, tormentando il nucleo di gelo che ho nel petto con un'intensità che mi spaventa.

Ormai mi è chiaro: che la cosa mi piaccia o no, Pansy non riuscirà ad avere un effetto potente come quello che ha Granger su di me nemmeno tra mille anni. Non c'è mai stata una relazione, con lei, e mai ci sarà.

Mi pulisco la bocca col tovagliolo. Per quanto i pasti nella Grande Sala siano sempre estremamente "piacevoli", per me, col fatto che metà dei presenti mi disprezza e l'altra metà vorrebbe farmi fuori, sono certo che quello di stasera stabilisca un record. Adoro essere lo zimbello di tutti i presenti, che sghignazzano mentre Pansy mi si struscia addosso con fare che vorrebbe essere da gatta ma che la fa somigliare più che altro a una bambina capricciosa, viziata e prepotente.

Che, in fondo, sono gli aggettivi che meglio la descrivono.

«Ora basta» sibilo. «Ti stai rendendo ridicola.»

Come se non avesse sentito, lei solleva un cucchiaio di budino, cercando di avvicinarlo alla mia bocca. Le afferro un polso, bloccando il movimento a metà. È la prima volta che la tocco volontariamente, da quando è arrivata.

Ci guardiamo al di sopra delle nostre mani. Lei ha uno sguardo sensuale e malizioso.

«Mi piace quando sei rude» bisbiglia «quando mi spingi i polsi sopra la testa per tenermi ferma mentre mi fai impazzire.»

Anche se non voglio, i ricordi del suo corpo nudo e voluttuoso che si contorce sotto di me nell'estasi dell'orgasmo mi invadono la mente. Per un istante è come se gli ultimi tre mesi non fossero esistiti.

Poi però colgo un movimento con la coda dell'occhio, in quel punto del tavolo che non sembro riuscire mai a perdere di vista del tutto. Granger si è voltata di scatto, abbassando la testa sul piatto e io, idiota che sono, non riesco a non sperare che sia... gelosa.

Questo la dice lunga sulla mia forza di volontà, sulla mia capacità di tenere fede ai miei stessi propositi.

L'aria nella Grande Sala si è fatta soffocante, Pansy mi toglie il respiro, mi brucia l'aria nei polmoni. No, il suo calore non è più gradito. Non è più in grado di sconfiggere il gelo che ho dentro.

Ora che ho sentito cosa può fare il sole, la fiammella di una candela non mi basta più.

«Smettila, Pansy» le intimo «non è questo il modo, né il luogo.»

Me la scrollo di dosso e mi alzo.

«Dove vai?»

«Fuori, a correre.»

Non attendo la sua risposta. Il freddo esterno mi attira come il richiamo di una sirena al quale non posso resistere. Devo confondermi col ghiaccio, perdere me stesso nel buio della neve silenziosa. Solo così potrò sopravvivere a un'altra notte senza sole.

After Dark - A Dramione Story #Wattys 2019Where stories live. Discover now