Prologo

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Settembre 1998

Hermione's p.o.v.


Questo viaggio è surreale... Merlino, tutta la mia vita ormai è surreale.

Guardo fuori dal finestrino, osservando un panorama che ormai dovrei conoscere a memoria. Quante volte sono stata su questo treno, quante volte ho posato gli occhi su queste stesse colline, questi stessi alberi, queste stesse case? Per distrarmi provo a contare, partendo dalla primissima volta. Otto anni fa. Una vita fa. Ripenso all'inizio e alla fine di ogni anno scolastico, ai rientri a casa per le vacanze natalizie.

Dovrei conoscere ogni singolo sasso, ormai, eppure tutto sembra diverso.

Tutto sembra finto.

Tutto mi sembra sempre finto, dalla battaglia.

È come se una parte di me non potesse credere che sia davvero finita, che Voldemort sia stato sconfitto. Come se... ecco, come se lui dovesse comparire da un momento all'altro, aprire la porta dello scompartimento e...

Rabbrividisco, scacciando dalla mente le immagini di Harry esangue, del pallore sui volti senza vita di Tonks e Lupin, del pianto di Molly dopo che Fred... che Fred...

Ron mugola qualcosa, muovendosi contro la mia spalla. È un suono triste, straziante, e sono contenta di essere l'unica sveglia a sentirlo. Nemmeno lui dorme bene, da allora.

Mi sembra di viaggiare dentro a un incubo, uno di quelli all'apparenza tranquilli, che non sono terrificanti in maniera palese, non contengono mostri o coltelli o che so io, ma che per tutta la loro normalità sono ancora più inquietanti: lo sono perché sai che sta per succedere qualcosa, qualcosa che non vuoi accada.

Il mio qualcosa è il castello di Hogwarts, che incombe come un grosso punto di domanda alla fine di questa strada di ferro.

Cosa troveremo? L'avranno riparato, o...?

Cosa proverò, quando lo vedrò? Riuscirò a percorrere quei corridoi, attraversare quelle sale, senza che i fantasmi della lotta appena conclusa, così diversi da quelli che hanno sempre abitato quelle mura, tornino a tormentarmi?

In fondo, vorrei che questo viaggio non finisse mai. Vorrei proseguire per sempre, con Ron appoggiato alla spalla e Harry, e Ginny, Luna, Neville, Dean e Seamus accanto a me.

Come mi aspettavo, rivedere il castello è stato un colpo al cuore: se ne stava lì, imponente e perfetto come se niente fosse successo, come se le ferite ad esso inferte durante la battaglia non fossero mai esistite. Non un segno è stato lasciato, non una targa, una crepa a memoria del coraggio di molti e del sacrificio di alcuni: mi sento come se qualcuno abbia deciso che niente sia successo, come se le mie ferite interiori siano ridicole sciocchezzuole di cui dovrei liberarmi.

Eppure, allo stesso tempo è confortante trovare tutto com'era. Questa, che è la mia vera casa ormai da tanti anni, mi ha accolta a braccia aperte, avvolgendomi del suo profumo, come le braccia di una madre. Come invece non hanno fatto le braccia della mia vera madre, quando gli Auror hanno annullato l'incantesimo che bloccava la sua memoria e le ho spiegato perché ho dovuto cancellarmi dalla sua vita.

Non so se mi perdonerà mai, lei e anche papà: mi hanno detto che riescono a comprendere il fatto che ho voluto metterli al sicuro, ma che la mia decisione, presa senza consultarli, li ha sminuiti come genitori e come persone. Lo capisco, davvero. Il muro gelido che si è sollevato tra di noi, però, mi ferisce più dell'oblio.

E ora, prima ancora di poter disfare i bagagli, mi trovo convocata dalla Mc Grannitt subito dopo la cena di inizio anno.

Che ci sarà, ancora?

After Dark - A Dramione Story #Wattys 2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora