Capitolo 90. Balliamo sotto le stelle

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'Inter sidera versos'

Mi sposto tra le stelle.

Giuseppe Corallini

ALEX

"Andiamo! Togliete questi musi lunghi e usciamo per una fantastica passeggiata!"

Dopo due settimane e mezzo, Simon è uscito dall'ospedale. Nonostante siano i primi giorni di dicembre, l'aria è tutto tranne che natalizia. "Guardate che i mercatini di Natale sono un evento epico. E poi, cara Madison, mi avevi promesso di guardare insieme a me il mio film preferito".

Madison seduta sul divano si mette un cuscino sulla faccia. "Alex, ho detto che guarderò con te Pretty Woman, ma sai che ho un mucchio di cose da studiare e poi Simon ha bisogno di assistenza".

"Tranquilla, Madison. Il personale di casa mia mi assilla e poi Stella è sempre con me. I miei genitori mi riempiono di interrogativi ed è una fortuna che ritengono più importante cercare di trovare il padre di Jack piuttosto che verificare la mia salute".

Stella è a fianco è gli accarezza i capelli, mentre Simon avvolto da bende e con le stampelle è sdraiato sul divano del suo soggiorno. Madison vicino a Stella.

Io in piedi cerco di farmi notare. "Simon, non ti perderai l'accensione dell'albero a Rockfeller Center. Te lo garantisco. Ti prenderò in braccio".

"Sei impazzito? Preferisco buttarmi di nuovo da quel tetto e finire nel lago. Accidenti, mi sono ricordato di aver perso tutte le lezioni di Chimica! Sono disperato".

Stella si posa una mano sullo stomaco come se stesse per vomitare dopo che Simon citò quella notte. Per un attimo ricordiamo tutti e non è affatto piacevole.

"Madison" la chiama Simon. "Come sta Jack?"

La mia migliore amica si stringe il cuscino sul petto come per proteggersi, i suoi dolci occhietti marroni sembrano spegnersi. "Viviamo sotto lo stesso tetto ma non lo vedo quasi mai, è sempre chiuso nel suo ufficio o nella sala addestramento. Altre volte è nella Torres House tutto il giorno. Lo aspetto fino a tardi che venga a letto, ma ad un certo punto mi addormento. Non sono neanche più sicura che venga a dormire con me".

Abbassa la fronte sul cuscino e Stella le accarezza la gamba. "Mi manca da morire. Sono preoccupata, da quando hai avuto questo incidente non è più lo stesso. Io non so cosa fare, forse non mi vuole più. Non ascolta neanche voi, cosa devo fare?"

La sua voce è spezzata. È simile a me, nonostante dentro soffra cerca sempre di sorridere nonostante la situazione non sia delle migliori. Mi siedo accanto a lei e l'abbraccio.

"Brunetta, per favore. Jack è semplicemente sconvolto. Vedi, essendo il leader crede che siamo sotto la sua responsabilità e cerca di proteggerci a tutti i costi. Non è mai successa una cosa del genere ed è giusto che abbia reagito in questo modo. Vedrai che starà bene, ma tu hai bisogno di svagarti. E tu..." dico al vecchietto sul divano. "Vedi di rimetterti in fretta, che mi manchi non solo nella nostra squadra, ma anche quella di pallavolo. Il ragazzo che ti ha sostituito è scarso tanto quanto quello che ha sostituito Jack".

Mid alza lo sguardo verso di me. "Non viene neanche più agli allenamenti di pallavolo?" Dice con occhi grandi e innocenti.

Vorrei mentirle per non farla stare peggio, però dovrebbe sapere. "No, Mid. Non viene più. Dice di non avere tempo e che ha di meglio da fare".

Tira su con il naso. "Eppure a lui piace tanto la pallavolo".

"Ci parlo io con quell'idiota" dice Stella. "Adesso basta, mi hanno stancato gli Harrison e tutta questa storia. Io voglio riavere i miei amici, la mia squadra" si alza in piedi. "Sfondiamo casa di Jack, non mi interessa. Basta che esca da quel buco. Alex ha ragione, è quasi Natale e noi staremo insieme".

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